No War - Palazzo Savelli sede del Comune di Rocca Priora (Roma)

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sabato 28 marzo 2015

Documento Anci Calabria contro l'abolizione dei Segretari comunali

L'ANCI Calabria si aggiunge al già nutrita schiera di coloro che ritengono assolutamente inspiegabile la proposta di abolizione dei Segretari comunali. Con un documento, che contiene concetti già sviluppati dall'ANCI Veneto, approvato dall'Ufficio di Presidenza, sentiti i componenti del proprio Direttivo, L'Anci Calabria si rivolge al Governo per "indurlo a ragionare". 
Questo il testo del documento:
La riforma della pubblica amministrazione, in discussione in Parlamento, prevede l’abolizione della figura del Segretario comunale sostituendola con una nuova figura apicale.
Da subito, tale proposta di riforma è stata avversata non solo dalle Amministrazioni locali ma anche dai diversi livelli di governo territoriale, oltre che dalla società civile, che identificano nel Segretario comunale il garante della legalità e della corretta gestione delle risorse pubbliche.
La figura del Segretario comunale ha costituito e costituisce un riferimento unico per professionalità e capacità organizzativa, sia da parte degli amministratori che del personale, un figura che assiste gli Enti sotto una molteplicità di aspetti e a cui è riconosciuta una particolare specializzazione sulle materie di interesse locale. In tutte le realtà comunali, il Segretario comunale ha dimostrato di risolvere le richieste dei Sindaci, evitando il ricorso a consulenze e/o incarichi esterni, con un risparmio di risorse pubbliche.
Il ricorso a figure professionali esterne, quali i direttori generali, non ha resistito alla prova dei fatti e solo con l'ausilio della professionalità dei Segretari comunali sono state riscontrare azioni positive e il miglioramento della macchina amministrativa.
Da più partì, anche dalla Corte dei Conti, in sede di audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato e dall'Autorità Nazionale Anticorruzione si è manifestato positivamente affinché sia garantita la presenza del Segretario comunale nei Comuni d'Italia, a presidio della trasparenza e della legalità e per non aumentare vertiginosamente i costi amministrativi, facendo ricorso a figure professionali diverse, specie nei comuni medio grandi oltre che piccoli.
La figura del Segretario comunale deve rimanere all'interno delle Autonomie Locali, costituisce un riferimento certo, infungibile ed unico, se proprio deve essere rivista tale richiesta non può che partire dalle Autonomie Locali che, diversamente dallo Stato, considera il Segretario comunale una risorsa imprescindibile per lo sviluppo del territorio e delle Autonomie Locali. 
Pertanto con il presente documento, approvato dall'Ufficio di Presidenza, sentiti i componenti del proprio Direttivo, L'Anci Calabria riafferma:
  • il proprio dissenso nell'abolizione del Segretario comunale ed esprime un giudizio negativo sulla sostituzione con una non ben definita figura apicale;
  • il ruolo trainante e sempre attuale della figura del Segretario comunale, quale esperto e manager di rete dell'Ente locale, valido sostegno del mondo delle Autonomie;
  • che ogni eventuale rivisitazione del ruolo del Segretario Comunale non possa che potenziare il valore aggiunto per gli enti locali, quale figura fondamentale per ogni Comune a presidio del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa, e quale esempio di Unità nazionale.
Inoltre la stessa Associazione dei Comuni della Calabria chiede al Governo:
  • di rivedere la propria posizione, qualificando la figura esistente del Segretario comunale, potenziandone il ruolo di centro decisionale sotto il profilo di vertice amministrativo e garante dell'attività gestionale, dove al risultato e all'efficienza non va disgiunta la legalità e la trasparenza.
  • una piena condivisione nella riforma della PA e della Dirigenza senza eliminare il Segretario comunale, figura ancora attuale e professionalmente qualificata, proiettata al cambiamento e a garanzia della libertà, della democrazia e delle Autonomie.
La nota ufficiale di ANCI Calabria.
In argomento si veda anche il precedente post 

Società partecipate - Nota Anci sulle misure contenute nella Legge di stabilità 2015

Anci ha pubblicato la prima nota sulle disposizioni in materia di ambiti territoriali ottimali nonché di aggregazioni e razionalizzazioni delle società partecipate, di cui alla legge 190/2014 (legge di stabilità 2015).
Sulla legge di stabilità su questo blog si vedano:

MEF: Anticorruzione, direttiva società partecipate

Massima trasparenza, individuazione di efficaci meccanismi di prevenzione, percorsi di formazione nelle società per diffondere e rafforzare la cultura della legalità. A questi principi si ispirano la direttiva anticorruzione predisposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per le sue società controllate e partecipate e le linee guida elaborate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) per l’intero comparto delle società pubbliche, anche locali.
I due documenti saranno ora sottoposti a consultazione pubblica fino alla metà di aprile, prima di essere emanate e diventare operative. La direttiva e le linee guida sono state illustrate nel corso di un seminario di approfondimento che si è svolto al Mef, a cui hanno partecipato il Ministro Pier Carlo Padoan, il suo Capo di Gabinetto, Roberto Garofoli, il presidente dell’Anac, Raffele Cantone, e il Consigliere della Presidenza del Consiglio, Andrea Guerra. Ulteriori approfondimenti con il coinvolgimento della Consob sono in corso per adattare la disciplina alle società quotate o che emettano strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati.
La direttiva fornisce indicazioni precise e concrete alle società controllate, che dovranno individuare una figura responsabile della prevenzione della corruzione e focalizzare l’attenzione sulle attività più esposte a rischi (appalti, sovvenzioni, finanziamenti). Fondamentale sarà la predisposizione di meccanismi di rotazione degli incarichi o, in alternativa, di distinzione e ripartizione delle competenze che entrano in campo nella gestione o trattazione di una vicenda unitaria. Al dipendente che intende denunciare episodi caratterizzati da ‘opacità’ o rischio di vera e propria corruzione deve essere garantito l’anonimato e non dovranno essere conferiti incarichi a soggetti che si trovino in situazione di conflitto di interessi.
Nel suo intervento Padoan ha sottolineato come la lotta alla corruzione attraverso adeguate forme di prevenzione rivesta "un rilievo assoluto in questa fase storica ed economica. Tale direttiva – ha aggiunto – si inserisce in un quadro più ampio di strumenti, introdotti negli ultimi anni dal Ministero nelle società controllate, finalizzate a rafforzare i presidi di controllo e contrasto a fenomeni lesivi dell’interesse pubblico e della corretta gestione delle risorse".
Fonte: Legautonomie.
Allegati:

La funzione del controllo di regolarità amministrativa e contabile e del controllo sugli organi ai fini della prevenzione della corruzione negli enti locali

Pubblicato sulla rivista on line Amministrazione in Cammino un articolo di Mario De Benedetti dal titolo La funzione del controllo di regolarità amministrativa e contabile e del controllo sugli organi ai fini della pevenzione della corruzione negli enti locali.
Questo il sommario: 1. Premessa. 2. L’importanza del controllo di regolarità amministrativa e contabile nel Sistema nazionale dei Piani di prevenzione e contrasto della corruzione. 3. Il controllo sugli organi e l’art. n.143 del Testo Unico degli Enti Locali.
Questo l'abstract: Nel diritto amministrativo il significato di corruzione si è progressivamente identificato con la descrizione di fenomeni di cattiva amministrazione riassunti nel Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.), andando oltre le fattispecie previste dal codice penale agli artt. 318-322 e sottolineando un malfunzionamento sistemico della Pubblica Amministrazione dovuto all’utilizzo a fini privati dei poteri attribuiti dalla pubblica autorità.
In questo ambito intervengono i controlli amministrativi, la cui utilità nella prevenzione e repressione dei fenomeni corruttivi è subordinata alla imparzialità e onestà dei soggetti a cui sono preposti.
Compito di questo elaborato è di analizzare l’evoluzione del sistema dei controlli interni alla luce della normativa recente sulla prevenzione della corruzione nella Pubblica Amministrazione di cui alla Legge n. 190 del 2012, concentrandosi sull’esame delle tipologie di controlli amministrativi più coinvolte nella tutela della legalità all’interno delle autonomie locali, vale a dire: il controllo sulla regolarità amministrativa e contabile, con risalto, in concomitanza con l’attività di supervisione del Segretario comunale/provinciale, della sua importanza nel monitoraggio dei fenomeni corruttivi ed il controllo sugli organi, con particolare attenzione alla disciplina dell’art. 143 del Testo Unico degli Enti locali riguardo allo scioglimento dei Consigli comunali per le ipotesi di infiltrazioni mafiose al loro interno.

venerdì 27 marzo 2015

Pagliari: sulla riforma PA rimangono i nodi dei Segretari comunali e delle Camere di Commercio

Nel precedente post Delega Madia, la responsabilità prova a separare politica e gestione. Il cronoprogramma dei lavori abbiamo scritto che "sulla riforma più complessiva della dirigenza prevista all'articolo 10 del Ddl che è incardinata sul principio della rotazione degli incarichi e dell'istituzione del ruolo unico, la Commissione dovrebbe votare probabilmente martedì prossimo, data in cui la "Affari costituzionali" dovrebbe concludere i suoi lavori che per oggi prevedono il voto sul capitolo delle partecipate.il testo approderà in Aula al Senato il 2 aprile e non più il 31 marzo come originariamente previsto".
In un articolo pubblicato ieri dal quotidiano La Repubblica il relatore al DDL 1577 di riorganizzazione della Pa, Giorgio Pagliari ha affermato che "ci sono ancora un paio d'importanti nodi da risolvere come quello delle Camere di Commercio e dei Segretari comunali".

La Consulta salva la riforma delle Province

La riforma delle Province supera il suo esame più difficile in Corte costituzionale. Nella sentenza 50/2015, depositata ieri. I giudici delle leggi hanno respinto in blocco le obiezioni sollevate da Lombardia, Veneto, Campania e Puglia, in un'alleanza bipartisan dalla Lega a Sel che aveva contestato la legittimità di 58 dei 151 commi dai quali è costituito l'articolo unico della legge Delrio. Dal punto di vista matematico, le obiezioni respinte ieri dalla Consulta abbracciavano poco meno del 40% della riforma, ma sul piano politico il loro peso era praticamente totalitario.
Inizia così l'articolo di Gianni Trovati La Consulta salva la riforma delle Province pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA. 
In argomento si vedano i precedenti post:

Incentivi ai progettisti, tetto solo per le attività effettuate dopo il 19 agosto 2015

La Sezione regionale di controllo per la Liguria, in esito alla richiesta di parere formulata, ai sensi dell’art.7, comma 8, della legge n. 131/2003, dal Sindaco del Comune di Genova - per il tramite del competente Consiglio delle Autonomie locali, ha rimesso questione di massima in merito alla corretta interpretazione del comma 7 ter dell’art.93 del d.lgs. 12 aprile 2006, n.163, come modificato dall’art. 13 bis del d.l. 24 giugno 2014, n.90, convertito dalla legge n.114/2014, in materia di riparto del fondo per la progettazione e l’innovazione. Nello specifico il Comune istante ha sottoposto alla Sezione Liguria quattro quesiti riguardanti la disciplina intertemporale degli incentivi alla progettazione risultante a seguito dell’entrata in vigore della citata legge n. 114/2014. I quesiti riguardavano in particolare: 1) la possibilità per l’Amministrazione, in ossequio al principio di irretroattività delle leggi, nonché al principio di competenza, di liquidare ad oggi, secondo la precedente disciplina, gli incentivi riferiti a lavori ed opere portate a compimento – compresa la fase di collaudo – prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del d.l. n. 90/2014 (19 agosto 2014); 2) le modalità di liquidazione dell’incentivo nel caso di lavori ed opere iniziate prima dall’anzidetta data e portate a compimento successivamente; 3) l’operatività, a decorrere dal 19 agosto 2014, dell’esclusione dal novero dei beneficiari degli incentivi alla progettazione del personale con qualifica dirigenziale; 4) l’applicabilità del limite imposto ex novo dall’ art.13 bis di non superare il 50% del trattamento economico complessivo annuo lordo spettante al singolo dipendente solo per i pagamenti di incentivi riferiti a prestazioni rese anteriormente alla predetta data, ma non ancora liquidate, ovvero anche a lavori ed opere portate a compimento prima del 19 agosto 2014. L’ambito della questione prospettata consente a questa Sezione di esprimere il proprio avviso in merito limitatamente al richiamo delle disposizioni vigenti in materia e dei principi normativi, ai quali i competenti organi dell’amministrazione comunale potranno fare eventuale riferimento, nell’esercizio della propria discrezionalità, per assumere le determinazioni di competenza, salvaguardando tanto l’autonomia gestionale dell’ente richiedente quanto la posizione di terzietà ed indipendenza, rivestita dalla Corte dei conti nell’esercizio della funzione consultiva, istituzionalmente intestatale. La Sezione delle autonomie sulla questione di massima, rimessa dalla Sezione regionale di controllo per la Liguria, con deliberazione n. 75/2014, come ricostruita in parte motiva, enuncia il seguente principio di diritto: “l’obbligo di non superare nella corresponsione di incentivi al singolo dipendente, nel corso dell’anno, l’importo del 50 per cento del trattamento economico complessivo annuo lordo, è applicabile al pagamento degli incentivi dovuti per attività tecnico-professionali espletate dai dipendenti individuati dalla norma a far data dall’entrata in vigore della legge di conversione del d.l. 24 giugno 2014, n. 90”.
Sulla nuova disciplina degli incentivi ai tecnici, già pubblicati su questo blog:

giovedì 26 marzo 2015

Tre anni per trasformarsi in «dirigenti apicali»

Abolizione della figura del segretario e attribuzione alla dirigenza dei compiti di controllo della legalità. Soppressione dell'albo e iscrizione dei segretari nel ruolo unico dei dirigenti degli enti locali. Tre anni di apnea durante i quali i Comuni avranno l'obbligo di conferire l'incarico di direzione apicale ai segretari stessi. Sono questi i criteri direttivi che dettagliano il "punto di equilibrio" raggiunto dalla Commissione affari costituzionali del Senato, impegnata nell'esame del ddl 1577 (riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), il cui incardinamento in Aula è previsto per il 31 marzo. Come raccontato sul Quotidiano degli enti locali e della Pa di ieri, il relatore Giorgio Pagliari (Pd) ha invitato i proponenti a riformulare il subemendamento 10.504/7 in un nuovo testo, sul quale ha auspicato un orientamento condiviso.
Questo l'inizio dell'articolo di Amedeo Di Filippo pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA Tre anni per trasformarsi in «dirigenti apicali».
Si vedano in argomento anche i precedenti post:

Tagli ai segretari in convenzione - Lo stipendio va misurato sull'ente capofila

Nel precedente post Circolare del Ministero dell'interno del 24.03.2015. Revisionato (in peius) il criterio di classificazione delle sedi di Segreteria avevamo dato conto della nuova interpretazione fornita dal Ministero dell'interno in merito all'indennità di posizione per i comuni convenzionati.
La circolare è oggi illustrata in un articolo pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA. di Paola Cosmai dal titolo Tagli ai segretari in convenzione - Lo stipendio va misurato sull'ente capofila che così descrive la tesi del Viminale:
Il ministero dell'Interno, con la circolare prot. n. 485/2015 diramata ieri, compie un ulteriore passo avanti nell'ottica della spending review ridimensionando il trattamento retributivo spettante al segretario generale in caso di convenzionamento tra Comuni, ragguagliandone l'indennità di posizione non alla somma delle popolazioni di ciascun ente, ma alla densità demografica di quello capofila; in questo modo si abbatte la fascia di inquadramento, che è strettamente collegata alla dimensione dell'amministrazione locale di assegnazione la quale, a sua volta, vale a determinare la citata voce stipendiale.
Qui il link all'articolo integrale di P. Cosmai dal titolo Tagli ai segretari in convenzione - Lo stipendio va misurato sull'ente capofila

Delega Madia, la responsabilità prova a separare politica e gestione. Il cronoprogramma dei lavori

Nell'articolo pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA di Davide Colombo e Marco Rogari Delega Madia, la responsabilità prova a separare politica e gestione si spiegano le nuove norma in materia previste dal DDL 1577 di riorganizzazione della PA.

La responsabilità di gestione di un'amministrazione, dal più piccolo Comune al maggior ministero di spesa, sarà tutta in campo alla dirigenza, che risponderà dei risultati (o degli eventuali errori) sul piano contabile ed erariale. È quanto prevede l'emendamento al Ddl Pa presentato dal relatore, Giorgio Pagliari (Pd), e approvato ieri in commissione Affari costituzionali del Senato. L'ok è arrivato dopo un teso confronto politico con i rappresentanti del Movimento 5 Stelle all'attacco contro una «misura salva-politici» e con altri settori dell'opposizioni critici per la scarsa efficacia della norma. Critiche anche fuori dal Parlamento con alcuni sindacati dei dirigenti pubblici che parlano di misura «salva-sindaci» e «salva-presidenti di Provincia e Regione». Tutti rilievi respinti con forza da Governo e relatore.
Nell'articolo si legge inoltre che sulla riforma più complessiva della dirigenza prevista all'articolo 10 del Ddl che è incardinata sul principio della rotazione degli incarichi e dell'istituzione del ruolo unico, la Commissione dovrebbe votare probabilmente martedì prossimo, data in cui la "Affari costituzionali" dovrebbe concludere i suoi lavori che per oggi prevedono il voto sul capitolo delle partecipate.il testo approderà in Aula al Senato il 2 aprile e non più il 31 marzo come originariamente previsto. Un leggero slittamento che è stato deciso ieri dalla Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

Madia in Aula: non stiamo cancellando i Segretari, ma vogliamo attribuire queste funzioni ad un dirigente di ruolo autonomo dalla politica

Question time oggi al Senato con il Ministro Madia, che non perde occasione per lasciare alla storia pezzi di verità.
Queste le dichiarazioni fatte oggi in Aula, in risposta ad alcune richieste di Senatori che si dichiaravano sorpresi dalla volontà di abolire i Segretari comunali.

Avvertenza: prima di leggerle si raccomanda di sedersi e munirsi di un forte calmante.

Alla ricerca della data delle elezioni 2015

Mentre il governo è impegnato in riforme "epocali", diviene sempre più grottesca la questione della fissazione della data per le prossime elezioni regionali ed amministrative.
Dopo che il Premier Renzi aveva individuato come data probabile il 10 maggio, il Governo ha dovuto approvare un Decreto legge per spostare le elezioni ad una data successiva a quella "ordinaria". La data è il 31 maggio era stato detto in conferenza stampa. Poi questa affermazione è diventata "la prima data utile è il 31 maggio".
Si è quindi parlato del 7 giugno ed ora c'è chi ipotizza addirittura il 14 giugno, ma ancora manca la parola fine ad un'altra follia tipicamente italiana.
Si veda in argomento l'articolo pubblicato ieri dal Sole24Ore dal titolo i Rebus di Renzi tra i segnali di Alfano e la data delle regionali.

mercoledì 25 marzo 2015

Musumeci: “Il Governo Renzi faccia un passo indietro sui segretari comunali, abolirli è un delitto”

L’abolizione della figura del segretario comunale è un delitto. Spero che il governo Renzi prima e il parlamento nazionale dopo, vogliano ripensarci visto che ormai costituisce l’ultima figura di garanzia sulla legittimità degli atti amministrativi”. Lo ha affermato il presidente della Commissione regionale Antimafia Nello Musumeci intervenendo a Roma, in presenza del Capo dello Stato, ad un convegno sulla lotta alla mafia in ambito nazionale, regionale e locale, su iniziativa della commissione Antimafia nazionale. Della delegazione siciliana hanno fatto parte anche i vice presidenti Toto Cordaro e Gianluca Miccichè e il segretario Giorgio Ciaccio.
Musumeci, primo firmatario di una mozione approvata all’unanimità nei giorni scorsi dall’Ars – ha ribadito: “dopo l’abolizione dei Coreco, di fatto la politica ha delegato alla magistratura amministrativa contabile e penale il controllo sulla propria attività negli enti locali. Questo non può avvenire, non si può affidare alla giustizia il ruolo ordinario del controllo preventivo degli atti. Occorre mantenere e valorizzare la figura del segretario, come unico presidio di legalità nei comuni”. E’ intervenuto poi sull'inefficacia della legge che regola lo scioglimento dei comuni per mafia e sulla gestione dei beni confiscati, esortando l’Antimafia nazionale a sollecitare l’ esame del ddl di modifica che giace nella commissione affari costituzionali.
Fonte: sudpress.it.

Madia: il dirigente deve essere in grado eventualmente di sottrarsi all'attuazione dell'indirizzo politico

Mentre si fa sempre più probabile lo slittamento alla prossima settimana del voto sull'emendamento che riguarda i Segretari comunali, oggi è continuato l'esame del DDL 1577 di riorganizzazione della PA in Commissione Affari Costituzionali.
Qui il resoconto di seduta, dal quale è possibile leggere le parole del Ministro Madia che chiariscono definitivamente lo scopo delle norme riguardanti la dirigenza contenute nel DDL di riorganizzazione della PA.
Testuale:
Il ministro MADIA precisa che le norme relative alla dirigenza pubblica sono volte a rafforzarne l'autonomia e l'indipendenza dalla politica, a garanzia dell'efficacia e dell'efficienza dell'amministrazione. A tal fine, però, si rende necessario distinguere anche le rispettive sfere di responsabilità, in modo che il dirigente sia eventualmente in grado di sottrarsi all'attuazione di un indirizzo politico che ritiene possa comportare implicazioni sotto il profilo amministrativo o, addirittura, penale.
Si veda anche il successivo post Delega Madia, la responsabilità prova a separare politica e gestione. Il cronoprogramma dei lavori.

Nella delega Madia spunta il ponte triennale per i segretari

L'abolizione dei segretari comunali e provinciali scatterà di fatto solo fra tre anni anche se formalmente i 3.669 dirigenti in questione confluiranno subito nel nuovo ruolo unico degli enti locali. È questo il «punto di equilibrio» trovato ieri in Commissione Affari costituzionali e che ha acceso la luce verde all'emendamento riformulato dal relatore Giorgio Pagliari (Pd), che sarà votato tra oggi e domani.
Questo l'inizio dell'articolo, segnalatoci dalla collega Tomasina Manconi, pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA., dal titolo Nella delega Madia spunta il ponte triennale per i segretari, scritto da Davide Colombo e Marco Rogari.
Nell'articolo si legge anche «Sui segretari comunali c'è stata un'ampia discussione e il relatore» ha presentato «la riformulazione» di una proposta la quale «scinde tra la figura del segretario comunale, che viene abolita confluendo nel ruolo unico della dirigenza, e le sue funzioni di legalità amministrativa, che invece vengono mantenute» ha spiegato il ministro della Semplificazione e della Pa, Marianna Madia.
In argomento si veda anche il precedente post, che contiene il testo dell'emendamento, Riscritto l'emendamento Saggese in Commissione: dirigente apicale obbligatorio in tutti gli enti locali.

Circolare del Ministero dell'interno del 24.03.2015. Revisionato (in peius) il criterio di classificazione delle sedi di Segreteria

In un precedente post abbiamo informato che era stata inviata una nota al Ministero dell’Interno Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali - Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali ed al Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, a seguito del parere rilasciato dalla Ragioneria dello Stato, sottoscritta da tutti i Sindacati a difesa della retribuzione di posizione nelle convenzioni.

martedì 24 marzo 2015

Segretari: soluzione di compromesso per rendere graduale il superamento del sistema precedente?

Una soluzione di compromesso sulla questione relativa all'abolizione dei Segretari comunali è ipotizzata nell'articolo di Luca Cifoni pubblicato oggi dal quotidiano Il Messaggero dal titolo Dirigenti a tempo e licenziabili. Così il Governo cambia la PA.

Secondo l'articolo "Sono ancora possibili novità, in particolare a proposito della contestata abolizione dei segretari comunali: su questo punto si fa strada una soluzione di compromesso che renderebbe più graduale il superamento del sistema precedente".

Segretari comunali al bivio tra riforma e appelli contro l'abolizione

Mentre comincia la settimana decisiva per il futuro dei segretari comunali, si moltiplicano le prese di posizione contrarie alla loro abrogazione dal disegno di legge Madia. Tra le ultime si segnalano due documenti adottati dall'Anci Veneto e dall'Assemblea regionale siciliana. Nei prossimi giorni la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama esaminerà l'articolo di riforma della dirigenza pubblica. In questo articolo è prevista la abolizione di questa figura, con la sostituzione con una figura apicale tratta dall'albo dei dirigenti.
E' questo l'inizio dell'articolo di Arturo Bianco dal titolo Segretari comunali al bivio tra riforma e appelli contro l'abolizione pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA.
Si ricorda che oggi o domani la Commissione Affari Costituzionale del Senato dovrebbe esaminare l'art. 10 relativo alla Dirigenza ed ai Segretari comunali, in modo da consentire  il 31 marzo l'inizio dell'esame da parte dell'Aula del DDL 1577 di riorganizzazione della PA.
In argomento si veda anche il precedente post Tutti contrari all'abolizione dei Segretari comunali: ma il Governo se ne è accorto? (aggiornato al 23.03).

Riforma Pa, I segretari comunali restano nel mirino del Governo

Il sito Pensioni Oggi pubblica un articolo di Bernardo Diaz dal titolo Riforma Pa, I segretari comunali restano nel mirino del Governo.

Il disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione concluderà il suo iter in commissione Affari costituzionali questa settimana. Queste secondo l'autore dell'articolo le intenzioni del Governo riguardo la funzione svolta dal Segretario comunale:
"In questo contesto il Governo intende confermare la soppressione delle figure dei segretari comunali e provinciali - con l'inserimento degli attuali nel ruolo unico dei dirigenti degli enti locali - e la facoltà, per gli enti locali privi di figure dirigenziali, di nominare un dirigente apicale (in sostituzione del segretario comunale), con l'obbligo per i comuni con meno di 5.000 abitanti di gestire quest'eventuale funzione di direzione apicale".
Qui il link all'articolo integrale di Bernardo Diaz dal titolo Riforma Pa, I segretari comunali restano nel mirino del Governo.
In  argomento si veda anche il precedente post Tutti contrari all'abolizione dei Segretari comunali: ma il Governo se ne è accorto? (aggiornato al 23.03).
Per qualche considerazione fatta mesi fa su questo accanimento del Governo è possibile leggere Ma Matteo ce l'ha con me? Breve riflessione di un Segretario comunale.
Vedi anche il successivo post Segretari: soluzione di compromesso per rendere graduale il superamento del sistema precedente?

Riscritto l'emendamento Saggese in Commissione: dirigente apicale obbligatorio in tutti gli enti locali


Dal Resoconto della seduta odierna della Commissione Affari Costituzionali:

Il relatore PAGLIARI (PD) invita i proponenti a riformulare il subemendamento 10.504/7 in un testo 2, sul quale auspica che sia possibile pervenire a un orientamento condiviso. Pur confermando l'abolizione della figura dei segretari comunali, si attribuisce a un dirigente il compito di controllo della legalità dell'azione amministrativa, prevedendo che coloro attualmente iscritti all'albo nazionale dei segretari comunali siano inseriti nelle fasce professionali A e B del ruolo unico della dirigenza degli enti locali. 

lunedì 23 marzo 2015

Pubblica amministrazione, delega verso il primo si ma restano i nodi

Oggi in un articolo sul Messaggero dal titolo Pubblica amministrazione, delega verso il primo si ma restano i nodi si da notizia che la riforma della PA dovrebbe approdare in aula entro il 31 marzo.

Ad avviso del giornalista lo scoglio maggiore riguarda la riforma della dirigenza con molti senatori che annunciano battaglia in primis sulla proposta di abolizione del segretario comunale.

Lunedì 23 marzo a Roma l'Assemblea dell'Unione regionale del Lazio

L’assemblea sindacale dell’Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali - Unione Regionale del Lazio - è convocata lunedì 23 marzo 2015 alle ore 16,00 presso la sede dell'Unione, sita a Roma  in via Napoli 27, per trattare i seguenti argomenti:

  1. Proposta di abolizione della figura del Segretario comunale contenuta nel DDL 1577 di riorganizzazione della PA: iniziative e proposte.
Il Presidente UNSCP Lazio   Il Segretario Regionale UNSCP Lazio
Giovanni Battista di Rollo                      Amedeo Scarsella

domenica 22 marzo 2015

Forza Italia preannuncia battaglia sulla proposta di abolizione dei Segretari comunali, responsabili anticorruzione negli enti locali

In una recente edizione di Rai Parlamento è stato preannunciato che Forza Italia darà battaglia sulla proposta di abolizione della figura del Segretario comunale. Nel servizio viene intervistato Francesco Bruni (FI), Senatore componente della Commissione Affari Costituzionali, il quale ha fatto presente che in questi ultimi giorni si parla tanto di anticorruzione. C'è una figura come quella del Segretario comunale che, a detta dello stesso Cantone, è un presidio contro la corruzione e che viene sacrificato sull'altare di una scelta demagogica, eliminando un altro collaboratore forte delle Pubbliche Amministrazioni locali.
Ricordiamo infatti che la L. 190/2012, fissando delle regole per prevenire fenomeni di corruzione nella pubblica amministrazione, ha previsto che il sistema fosse incentrato sulla figura del responsabile della prevenzione della corruzione, che negli Enti locali è individuato, di norma, nel Segretario comunale, salva diversa e motivata determinazione (art. 1, c.6);

La posizione del Presidente Cantone era stata già riportata da questo blog ai precedenti post:

Editoriale di Scalfari su Repubblica: sono completamente sbagliate le scelte della riforma Madia

Editoriale di Eugenio Scalfari, pubblicato questa mattina su Repubblica.it, dal titolo Come battere la corruzione e come costruire la nuova Europa, nel quale viene presa in considerazione anche la riforma Madia ed i suoi effetti sulla buona amministrazione e sulla lotta alla corruzione. Esito: sonora bocciatura!
Qui la parte dell'editoriale riguardante la proposta di riorganizzazione della PA all'esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
"Il governo attualmente in carica e la ministra della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione Marianna Madia ritengono che quel serpente (corruzione e concussione) abbia fatto il nido nella burocrazia d'alto bordo e probabilmente è così, anche se poi esso penetra anche nella classe politica e lì le sue vittime non mancano.

Per scovarlo e combatterlo il governo intende far ruotare i burocrati affinché non abbiano il tempo di costruirsi il nido (o il feudo che dir si voglia). Possono restare ai loro posti non più di sei anni ed anche meno se sopraggiunge prima il limite d'età.

In apparenza qualche cosa di buono c'è, ma in realtà è una proposta molto discutibile. Chi assicura la continuità e la tutela degli interessi dello Stato? La classe politica? In una democrazia parlamentare le maggioranze politiche si alternano con frequenza. La continuità si realizza di più in quella che può definirsi democratura o governo autoritario; ma in quel caso il popolo sovrano perde anche l'apparenza della sua sovranità e diventa plebe.

Il rimedio contro il serpente della corruzione-concussione è probabilmente un altro; ne parlò Weber in un suo libro intitolato Economia e società e mezzo secolo prima di lui ne avevano scritto Marco Minghetti, Silvio Spaventa e Vilfredo Pareto.
Minghetti ne scrisse più volte e soprattutto nel suo libro su "La politica e la pubblica amministrazione". La tesi è la seguente: lo Stato che tutti ci rappresenta deve soddisfare interessi generali di lungo termine, la sua struttura va spesso aggiornata, ma nel quadro di strategie che richiedono il tempo di una generazione e talvolta anche di più. L'applicazione e la salvaguardia di quegli interessi e la strategia che deve garantirli non può che essere affidata ai "grand commis" cioè ai servitori dello Stato il cui complesso è chiamato Pubblica amministrazione. La classe politica fornisce una tonalità più aggiornata e motivata da interessi attuali, con una disponibilità di tempo più ristretta. La Pubblica amministrazione deve naturalmente tenerne conto, ma sempre nel quadro generale che spetta a lei di presidiare.
Questa fu la tesi di Minghetti, fatta propria da Pareto e da Weber. Spaventa naturalmente questa posizione la condivideva ma si preoccupava di creare un tribunale fatto su misura per evitare che il serpente della corruzione ed anche quello di violare l'interesse legittimo dei cittadini inquinasse l'amministrazione. A questo fine creò quel tribunale affidandolo al Consiglio di Stato che fino a quel momento era chiamato soltanto a dare pareri sulle leggi in gestazione. La scelta giurisdizionale fu un fatto nuovo e quasi rivoluzionario ed infatti svolse un lavoro egregio per difendere gli interessi legittimi dei cittadini e per impedire che lo Stato e la Pubblica amministrazione deviassero dalla giusta via per colpa di qualche suo membro infedele.
Ma col passare del tempo purtroppo quello che si inquinò fu proprio il Consiglio di Stato. Si creò un legame incestuoso con la politica: quasi tutti i capi di gabinetto e degli uffici legislativi dei vari ministeri ed enti pubblici furono reclutati tra i consiglieri di Stato mentre da parte sua il governo spesso nominava consiglieri di Stato persone che non ne avevano i titoli necessari. L'effetto fu che gran parte delle leggi venissero scritte dai capi di gabinetto o degli uffici legislativi e fatti approvare dai colleghi per fornire al governo le leggi da attuare.
Il Consiglio di Stato si mescolò con il potere esecutivo anziché controllarlo, con la conseguenza di inquinare la burocrazia ed esserne a sua volta inquinato. La conclusione fu che tutti facevano tutto. Questo sistema, come suggerisco già da molti anni, va profondamente riformato, bisognerebbe ritornare allo schema di Silvio Spaventa e di Minghetti. Ma questo suggerimento non è stato accolto, il disegno di legge di Marianna Madia ne è un esempio eloquente".
Il link all'editoriale completo di E. Scalfari Come battere la corruzione e come costruire la nuova Europa.
E Renzi cambia subito musica mediatica? Così sembrerebbe dall'immagine allegata ad un tweet di L. Oliveri questa mattina che riporta parte dell'intervista al Premier pubblicata su Repubblica. Ecco l'immagine.

Caro Fazio me la fai una domanda a Cantone?

Questa sera a Che tempo che fa sarà ospite Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione. 
Sarebbe bello se Fabio Fazio ponesse al Presidente Cantone questa domanda: