No War - Palazzo Savelli sede del Comune di Rocca Priora (Roma)

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venerdì 18 luglio 2014

Riforma PA, emendamenti alla Camera: cambia la mobilità


In un articolo pubblicato su Leggioggi.it si esaminano i principali emendamenti al testo (1850) ed i tempi previsti per l'esame degli stessi.
Si tratta di "un ingorgo da smaltire in fretta, dal momento che già nella prossima settimana il testo è atteso in aula alla Camera".

Riforma della PA nell’interesse dei cittadini o della politica?

In un articolo di Luigi Oliveri la risposta alla domanda: Riforma della PA nell’interesse dei cittadini o della politica?

Il Presidente Cantone ad Alfano e Delrio: no al rilascio del CIG senza una modifica normativa

Come scritto in un precedente post, la conferenza Stato-città ha sancito il 10 luglio un accordo sull'obbligo per i Comuni di ricorrere alle Centrali uniche di committenza. Nel dettaglio, è stato approvato un documento concordato governo-enti locali che posticipa l’entrata in vigore della norma, contenuta nella spending review.
Si rimanda così al 1 gennaio 2015 l’applicazione della norma per l’acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni e al 1 luglio 2015 l’applicazione di quella riguardante gli appalti dei lavori pubblici.

Inoltre, si stabiliva che nel frattempo gli atti compiuti dai Comuni sono fatti salvi e dando indicazione all’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici di rilasciare i Cig (Codici identificativi gara).
Ieri il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Cantone ha inviato una lettera al Ministro dell’Interno e al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio in relazione alle problematiche relative al rilascio del CIG ai Comuni non capoluogo di provincia.
"Anche l’Autorità è a conoscenza delle problematiche manifestate dagli Enti locali ed è consapevole che il diniego nel rilascio dei CIG potrebbe avere un effetto negativo per l’intero comparto degli appalti pubblici; tuttavia non può esimersi dall’applicazione della disposizione vigente e, pertanto, senza un opportuno intervento normativo, deve opporre il diniego al rilascio dei CIG nei confronti di tutti i soggetti che non agiscano in ottemperanza alla norma. 
Appare quindi urgente un intervento normativo che disponga la proroga dei termini così come definiti nell’intesa".

RiformaPa: una riforma o una caccia al tesoro... il disegno di legge dov'è?

RiformaPa: più che una riforma una caccia al tesoro, il disegno di legge dov'è?
E' questa la domanda che si pone Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp Cgil Nazionale.
Questo il testo del comunicato:
RiformaPa: più che una riforma una caccia al tesoro, il disegno di legge dov'è?
Dopo un mese di annunci e due Consigli dei Ministri il Paese discute di slide e indiscrezioni
“Dopo un mese e due Consigli dei Ministri, per cercare di capire cosa ci sia nella riforma, bisogna ancora affidarsi alle conferenze stampa e alle indiscrezioni? Possibile che il Governo della velocità e del cambiamento a tutti i costi non sia stato ancora in grado o abbia deciso di rendere pubblico alcun testo? L'impressione è che si proceda per blitz pur di non dare il tempo di esprimere pareri qualificati”. 
“Dato ormai quasi per assodato che con questo Governo non può esserci un confronto vero, anche se continueremo a ricercarlo per senso di responsabilità, – continua Dettori - è quantomeno paradossale che il dibattito pubblico non si possa nemmeno basare su un testo. Che poi una riforma così importante sia decisa in chiuse stanze, nella massima segretezza e soprattutto pianificata a suon di deleghe e quindi di decreti attuativi, sembra una beffa. A seguire questo metodo è pur sempre lo stesso esecutivo che a gran voce ha invocato la necessità di snellire il processo legislativo, anche attraverso leggi autoapplicative”. 
“La cosiddetta Riforma della Pa proposta da Renzi e Madia produrrà quindi altri decreti che si sommeranno agli oltre 750 in attesa di essere varati, in alcuni casi da anni. Ma non è dato sapere quale sia il contenuto del disegno di legge. Bisogna – conclude la sindacalista – fidarsi delle slide mostrare in conferenza stampa e della bontà delle promesse. Un visione striminzita della democrazia”.
Qui il link alla fonte: illavoratore.eu.

Gli strumenti di prevenzione nel contrasto alla corruzione

Pubblicato sulla rivista on line "Federalismi.it" un editoriale di Filippo Patroni Griffi (Presidente di sezione del Consiglio di Stato) dal titolo Gli strumenti di prevenzione nel contrasto alla corruzione.
Questo il sommario:
1. Premessa. Il valore “etico” e la valenza economica della lotta alla corruzione. 2. Quello che è stato fatto: la centralità delle politiche di prevenzione e della trasparenza. 3. (segue) Quello che è stato fatto: la definizione del quadro normativo e l’avvio della sua attuazione, l’adeguamento alla disciplina internazionale. 4. La situazione attuale e le prospettive. L’attuazione del quadro normativo, la centralità dell’ANAC, la convergenza delle politiche per il settore pubblico.

Armonizzazione dei bilanci pubblici: iter parlamentare e corsi formativi a Roma e Milano

In vista dell’emanazione del decreto legislativo riguardante l’armonizzazione contabile degli enti territoriali, Ministero dell’economia e delle Finanze – Ragioneria Generale dello Stato, ANCI ed IFEL avviano un percorso di formazione istituzionale diretto a favorire la piena e diffusa attuazione, su tutto il territorio nazionale, dei nuovi metodi contabili.
La primaria finalità degli incontri formativi è fornire agli enti locali, il supporto necessario sia alla prima fase di attuazione sia ai successivi adempimenti previsti dalla riforma, comprese le implicazioni metodologiche di carattere organizzativo e gestionale che il nuovo sistema contabile implica.
Il corso si terrà: 
Qui il link al recente parere espresso dalla Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, nella riunione del 9 luglio scorso, sullo schema di decreto correttivo al D.Lgs. 118/11, con il quale verrà definito l’impianto del nuovo sistema contabile armonizzato per gli enti territoriali a partire dal prossimo anno.
Ora l’esame proseguirà nella Commissione Bilancio e Tesoro della Camera e nella Commissione Bilancio del Senato, per il rilascio dei rispettivi pareri.
Qui il completo Dossier del 16 luglio aggiornato anche con le modifiche proposte dal parere della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale.

giovedì 17 luglio 2014

Pubblicati gli emendamenti presentati al DL 90/2014 (55 relativi all'abrogazione dei diritti di rogito)

Pubblicati sul sito della Camera dei Deputati gli emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali al DL 90/2014 avente ad oggetto "Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari".

55 proposte emendative riguardano l'art. 10, che abroga i diritti di rogito per i Segretari comunali.
Qui il link agli emendamenti presentati.

L'intervento di Valentina Paris dopo quello di Matteo Renzi alla riunione con i Deputati e Senatori del Pd

Alla riunione con i Deputati e Senatori del Pd l'On. Valentina Paris, in modo veloce, ricorda al Premier la manifestazione del 10 luglio dei Segretari comunali e le problematiche relative al concorso COA5.
Qui il link al video dell'intervento che tratta dei Segretari dal minuto 4.16.

DL 90/2014. Avviso ANAC sulle modalità di trasmissione delle varianti in corso d’opera

Pubblicato ieri sul sito dell'Autorità Nazionale Anticorruzione il seguente comunicato del Presidente:
Le stazioni appaltanti tenute all’adempimento di cui all’oggetto sono invitate a trasmettere all’Autorità, per ciascuna variante in corso d’opera, i seguenti atti:
- Relazione del responsabile del procedimento;
- Quadro comparativo di variante;
- Atto di validazione;
- Provvedimento definitivo di approvazione;
avendo cura di indicare il numero di CIG, ove non riportato in uno dei suddetti atti e con riserva di fornire una più ampia documentazione progettuale, qualora gli Uffici preposti dell’Autorità lo ritenessero necessario.
La trasmissione dovrà riguardare le varianti approvate a decorrere dalla data di entrata in vigore del Decreto legge 24 giugno 2014 n. 90 e dovrà avvenire utilizzando – ove possibile – la posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo protocollo@pec.avcp.it, entro il termine di 30 giorni, previsto dalla norma, a decorrere dall’approvazione da parte della stazione appaltante.
In caso di ricorso alla posta ordinaria, l’indirizzo di riferimento dovrà essere il seguente:
Autorità Nazionale Anticorruzione – Via di Ripetta, 246 – 00186 ROMA.
Ai fini del più rapido ed efficace indirizzamento della corrispondenza in questione, all’atto dell’invio si prega di riportare nell’oggetto il seguente testo: “Trasmissione all’A.N.AC. delle varianti in corso d’opera ex art.37 del D.L.n.90/2014 – cig.appalto n.”.

mercoledì 16 luglio 2014

Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno e l’Autorità Nazionale Anticorruzione relativo alle linee guida in tema di prevenzione della corruzione

Firmato ieri, 15 luglio 2014, il protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno e l’Autorità Nazionale Anticorruzione relativo alle “Prime Linee Guida per l’avvio di un circuito stabile e collaborativo tra ANAC- Prefetture- UTG e Enti Locali per la prevenzione dei fenomeni di corruzione e l’attuazione della trasparenza amministrativa”.

Parere del Ministero dell'Interno in tema di mancata approvazione della proposta di revoca del presidente del consiglio comunale

Con nota …. inviata anche a codesta Prefettura, il consigliere comunale … lamenta che la votazione della proposta di revoca del Presidente del consiglio comunale di … non sia andata a buon fine a causa dell’elevata maggioranza richiesta per la sua approvazione.
Al riguardo, il regolamento sul funzionamento del consiglio comunale prevede che la proposta di revoca del presidente possa essere presentata da un terzo dei consiglieri assegnati e debba essere approvata con il voto favorevole di almeno dodici consiglieri; tale previsione risulterebbe parzialmente non coerente con l’art. 14 dello statuto il quale si limita, a disciplinare la presentazione della proposta da parte di dodici consiglieri, senza indicare la maggioranza necessaria per la sua approvazione. 
La discordanza rilevata e la circostanza legata alla riduzione del numero dei consiglieri da 20 a 16, per effetto delle modifiche di legge introdotte successivamente all’adozione degli strumenti normativi del Comune, cui non è seguito alcun ulteriore adeguamento, determinerebbero problemi applicativi.
Secondo quanto riferito dall’esponente, la proposta di revoca è stata votata favorevolmente da 11 consiglieri sui 17 assegnati (compreso il sindaco) e dunque dai due terzi dei componenti il consiglio.
Ciò posto, il consigliere ritiene che le norme regolamentari in contrasto con la previsione statutaria debbano essere disapplicate.
In via preliminare, si osserva, così come ritenuto, tra gli altri, dal T.A.R. Puglia – Lecce, con sentenza n. 528/2014, che “la giurisprudenza ha chiarito che la figura del Presidente del consiglio .... è posta a garanzia del corretto funzionamento di detto organo e della corretta dialettica tra maggioranza e minoranza, per cui la revoca non può essere causata che dal cattivo esercizio della funzione, in quanto ne sia viziata la neutralità e deve essere motivata perciò con esclusivo riferimento a tale parametro e non a un rapporto di fiducia (conforme, Consiglio di Stato, Sez. V, 26 novembre 2013, n. 5605)”.
In merito alla specifica tematica sollevata, si osserva che, come anche evidenziato dall’esponente, l’articolo 14, comma 5, dello statuto del Comune di …, prevedendo la possibilità di revoca del presidente, fissa esclusivamente il numero (dodici) dei proponenti necessari ad avanzare la richiesta.
La percentuale di un terzo, indicata dal regolamento consiliare come numero minimo di consiglieri necessari per la presentazione della richiesta, risulta in contrasto con lo statuto, per cui, seguendo la gerarchia delle fonti, conformemente anche all’articolo 7 del decreto legislativo n. 267/2000, che disciplina l’adozione dei regolamenti comunali “nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo statuto” (cfr. sentenza TAR Lombardia, Brescia, n. 2625 del 28 dicembre 2009) la citata disposizione regolamentare dovrebbe essere disapplicata, prevalendo la norma statutaria.
In carenza di apposita disposizione statutaria, il regolamento trova applicazione, invece, nella parte in cui si individua la maggioranza numerica necessaria per l’approvazione della deliberazione.
Inoltre, in merito all’adeguamento alla legge, si richiama la decisione del T.A.R. Marche n. 970 del 2 settembre 2002 – emessa in fattispecie relativa alla composizione del consiglio di una comunità montana – che afferma: “anche ammettendo che le disposizioni del decreto legislativo n. 267/2000 sul numero dei componenti gli organi collegiali …. siano “di principio”, tanto non comporta affatto l’immediata e diretta abrogazione delle norme statutarie con esse incompatibili, né l’immediata applicazione della nuova composizione, ma tanto si verifica solo con l’adeguamento dello Statuto, perché così dispone, appunto, l’art. 1 del suindicato decreto legislativo”.
Pertanto, ferma restando la regolarità degli atti assunti con le maggioranze comunque previste dallo statuto o dal regolamento (per quest’ultimo, solo se non in contrasto con lo statuto), appare opportuna la revisione delle disposizioni statuarie e regolamentari che disciplinano i quorum e le maggioranze necessarie per il funzionamento del consiglio, al fine del loro corretto adeguamento alle disposizioni di legge che hanno innovato in merito alla riduzione del numero dei componenti del consiglio comunale.
Su quanto precede si prega di fare analoga comunicazione agli esponenti.

martedì 15 luglio 2014

Comunicato dell’UNSCP sul DDL delega di riforma della dirigenza pubblica approvato nel Consiglio dei Ministri del 10 luglio

All’indomani del Consiglio dei Ministri del 10 luglio, nel quale il Governo ha approvato una nuova versione del disegno di legge di riforma della dirigenza pubblica nel più ampio quadro di una riforma delle stesse amministrazioni pubbliche, è cominciata a circolare la relativa nuova bozza.
Sulla dirigenza degli enti locali e sui segretari comunali e provinciali le previsioni contenute in questa bozza costituiscono un così completo e totale sovvertimento di quanto il Governo stesso aveva dichiarato nelle scorse settimane, da farci dubitare che essa sia attendibile o che realmente corrisponda al disegno di legge approvato dal Governo.
In materia di segretari, infatti, si prevedrebbe l’abolizione completa della figura, con il conseguente collocamento dei segretari un una sezione a esaurimento di un nuovo ruolo unico dei dirigenti degli enti locali.
E questo nonostante nelle scorse settimane, dopo la lettera del Governo ai dipendenti pubblici nella quale al punto 13 era proposta l’abolizione della figura del segretario, era accaduto che: 1)centinaia di amministratori locali di comuni e provincie di ogni regione d’Italia e di ogni dimensione avevano chiesto al Governo di NON abolire il segretario ma piuttosto riformarlo, per renderlo una figura ancora più capace di svolgere una funzione di direzione complessiva e di garanzia per l’ente locale; 2) lo stesso Ministro Madia, in una lettera al Sole 24 Ore, aveva dichiarato pubblicamente che il Governo non aveva intenzione di abolire semplicemente la figura, ma di rivederla; 3) L’Anci aveva ufficialmente proposto a sua volta non l’abolizione ma la riforma della figura del segretario per dotare il sistema delle Autonomie di una dirigenza apicale moderna e in grado di assicurare la direzione complessiva degli enti; 4) nello stesso report pubblicato dal Ministro Madia sulla consultazione pubblica aperta con la lettera ai dipendenti si prendeva atto ufficialmente che l’abolizione del segretario aveva ricevuto una netta prevalenza di riscontri negativi, e che vi era stata una importante risposta anche degli enti direttamente interessati; 5) nell’Accordo Istituzionale “Italia Semplice”, sottoscritto il 5 giugno dal Governo con Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, si prevedeva in materia la realizzazione di “un mercato organico della dirigenza articolato territorialmente che implichi anche un intervento sulla disciplina dei segretari comunali e provinciali”; 6) e infine nel Consiglio dei Ministri del 13 Giugno il Governo stesso emetteva un comunicato stampa sul disegno di legge delega, nel quale, in materia di dirigenza delle regioni e degli enti locali si leggeva: “coordinamento con il processo di riordino istituzionale avviato con la legge n. 7 aprile 2014, n. 56; previsione del dirigente apicale dell’ente e obbligo per i Comuni con meno di 5000 abitanti di gestire la funzione di direzione apicale in via associata; istituzione del ruolo unico, con accesso mediante concorso o corso–concorso; inserimento, in sede di prima applicazione, di coloro che sono iscritti all’Albo dei segretari comunali e provinciali.”
 In questa nuova bozza, al contrario:
-          Non esiste più una previsione organica di funzione di direzione apicale;
-          Non esiste alcun ruolo specifico dei dirigenti apicali;
-          Il segretario è abolito e relegato in una sezione a esaurimento.
Sarebbe una proposta sconcertante, che interverrebbe su tratti storici ed essenziali dell’attuale assetto istituzionale degli enti locali, non per rinnovarli e riformarli ma con una semplice abolizione e senza che vi sia un disegno organico su quale nuovo assetto si intende proporre, per garantire la tenuta del sistema istituzionale stesso.
Nemmeno si comprende come si possano avanzare ipotesi così contraddittorie, cambiando – da una settimana all’altra -  repentinamente idee o prospettive sull’utilità o meno di una riforma del segretario o di una funzione di direzione complessiva, sulla logica di un assetto “di sistema” delle istituzioni delle Autonomie Locali e in esso dell’intera dirigenza locale.
Facciamo quindi fatica a ritenere che tale bozza costituisca qualcosa di più o di diverso da una delle tante minute che poi non trovano spazio nel disegno di legge effettivo.
Al Governo e alle Istituzioni ricordiamo che quella dei segretari è una categoria storica, che ha servito questo Paese dalla sua nascita, e però rinnovandosi sempre, riformandosi, tanto da essere la prima fra tutte le categorie della dirigenza pubblica a sperimentare un Albo Nazionale e lo spoils system, una categoria che oggi è composta da migliaia di dirigenti pubblici, giovani o meno giovani, che quotidianamente lavorano fianco a fianco con amministratori e dipendenti, per il Paese.
In tutte queste settimane l’Unione dei Segretari ha COSTANTEMENTE E IN OGNI SEDE cercato il dialogo con il Governo, ha offerto contributi dettati non da uno spirito corporativo, che non ci appartiene, ma dalla convinzione che attraverso una buona riforma dei segretari si potesse, anzi si dovesse fare una buona riforma per gli enti locali, anche accettando che questa riforma dovesse comportare – ancora una volta - dei sacrifici e la capacità di rinnovarsi e mettersi in gioco da parte degli stessi segretari.
Non cada il Governo nell’errore di ritenere che i segretari fossero un inutile e superfluo residuato, la cui abolizione non reca danni ma semmai libera energie nuove. Forse in un singolo ente, ma nelle migliaia che compongono il nostro Paese i segretari erano e sono invece una componente essenziale per il buon funzionamento del sistema delle Autonomie, un presidio di sistema al servizio del sistema stesso, la cui necessità è semmai in questi anni aumentata per l’aumentata complessità delle funzioni degli enti e per la impellenza che gli enti hanno di continuare a dare risposte ai bisogni nuovi e più ampi delle comunità e dei territori. L’abolizione del segretario non è la via per raggiungere più facilmente quei bisogni e garantirli, è semmai un ostacolo nuovo, un supporto in meno per le Autonomie, un indebolimento degli Enti Locali e della loro capacità di garantire il benessere dei cittadini.
E’ da questa convinzione che ripartiamo per continuare a chiedere al Governo e alle Istituzioni di rinnovare e riformare la figura per preservare e rinnovare la funzionalità dei comuni e delle province.


La Segreteria Nazionale UNSCP

Il Comunicato sul sito del Governo dell'approvazione il 10 luglio del DDL di riforma della PA

Il Consiglio dei Ministri riunito giovedì 10 luglio alle ore 18.25 a Palazzo Chigi ha approvato in via definitiva, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, un disegno di legge recante “delega al Governo per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, contenente deleghe legislative da esercitare in gran parte nei dodici mesi successivi all'approvazione della legge. Le materie del provvedimento sono quelle oggetto della consultazione pubblica, cui hanno partecipato oltre 40mila persone.

Accelerazione e semplificazione nei servizi per i cittadini e le imprese 
Al fine di conciliare i tempi di vita, famiglia e lavoro, riducendo la necessità dell’accesso fisico alle sedi degli uffici pubblici, il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi aventi a oggetto le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, in modo da assicurare la totale accessibilità on line alle informazioni e ai documenti in possesso delle amministrazioni pubbliche, ai pagamenti nei loro confronti, nonché all’erogazione dei servizi, con invio dei documenti al domicilio fisico ove la natura degli stessi non consenta l’invio in modalità telematiche.
I decreti nello specifico si occuperanno di:
  • superamento dell’uso della carta nel normale funzionamento delle amministrazioni, assicurando la trasmissione dei dati e, ove necessario trasmettere documenti, assicurandone la trasmissione in forma telematica;
  • ridefinizione del processo decisionale, anche con riferimento alle forme di partecipazione degli interessati, in relazione all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e all’applicazione del sistema pubblico dell’identità digitale;
  • previsione dell’aggiornamento continuo, anche previa delegificazione o deregolamentazione, delle modalità di erogazione dei servizi e di svolgimento dei processi decisionali, sulla base delle tecnologie disponibili e del grado di diffusione delle stesse presso gli utenti e di soddisfazione degli stessi;
  • uso di software con standard aperti e non dipendenti da specifiche tecnologie proprietarie;
  • ricorso alla cooperazione applicativa e all’interoperabilità dei sistemi informativi, individuando, per ogni procedimento amministrativo, le forme di interazione dei soggetti interessati con il sistema informativo (Application Program Interfaces - API);
  • obbligo di adeguamento dell’organizzazione di ciascuna amministrazione ai principi di unicità dei punti di contatto con i cittadini e le imprese, con particolare riferimento agli sportelli unici delle attività produttive e agli sportelli unici dell’edilizia, nonché alle previsioni dell’articolo 6 della legge 11 novembre 2011, n. 180;
  • anche al fine di contenere i costi connessi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli e realizzare significativi risparmi di spesa per l’utenza, introduzione di unico documento contenente i dati di proprietà e di circolazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, da perseguire attraverso il collegamento e l’interoperabilità dei dati detenuti dalle diverse strutture, riorganizzando, mediante eventuale accorpamento, le funzioni svolte dagli uffici del pubblico registro automobilistico dell’Automobile Club d’Italia e dal Dipartimento della motorizzazione civile del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Personale e Riforma della dirigenza pubblica
Si delega il Governo a riformare la dirigenza pubblica. I principi indicati per il legislatore delegato riguardano:
  • la dimensione della dirigenza;
  • l’inquadramento dei dirigenti: l’istituzione di un ruolo unico; introduzione di ruoli unificati anche per la dirigenza delle amministrazioni non statali, con possibilità di scambio tra dirigenti appartenenti a ruoli diversi; omogeneizzazione delle retribuzioni;
  • l’accesso alla dirigenza per concorso e per corso-concorso;
  • il conferimento degli incarichi dirigenziali: mediante procedura con avviso pubblico, sulla base di requisiti e criteri definiti dall’amministrazione e approvazione, preventiva o successiva, da parte di una specifica Commissione; 
  • la durata degli incarichi dirigenziali;
  • i dirigenti privi di incarico: collocamento in disponibilità, con successivo licenziamento dopo un periodo definito;
  • la valutazione dei risultati e la responsabilità dei dirigenti;
  • la dirigenza delle regioni e degli enti locali. 
Riordino della conferenza dei servizi
Saranno ridefiniti i casi di convocazione obbligatoria della conferenza di servizi, con riduzione delle relative ipotesi;ridotti i termini di conclusione del procedimento e ridefiniti i meccanismi decisionali;semplificati i lavori della conferenza di servizi, anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e differenziate le modalità di svolgimento dei lavori della stessa, in base alla complessità dei procedimenti.
Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di anticorruzione, pubblicità e trasparenza
Il Governo adotterà decreti legislativi integrativi della disciplina relativa alla inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico e alla trasparenza delle pubbliche amministrazioni.

DL 91/2014: allenta la presa il controllo esterno della Corte dei Conti sugli Enti locali

Nel precedente post DL 91/2014 (cd competitività): il Senato approva il parere sui presupposti di costituzionalità, avevamo segnalato la previsione contenuta nell'art. l'art. 33 del DL. 91/2014 rubricato Semplificazione e razionalizzazione dei controlli della Corte dei conti.
Si segnala ora un breve articolo apparso su Leggioggi a firma di Michele Nico dal titolo DL 91/2014: allenta la presa il controllo esterno della Corte dei Conti sugli Enti locali.

Revisione della Parte II della Costituzione: il dossier del Servizio Studi del Senato

Abbiamo dato notizia in un precedente post che il Senato è tornato a riunirsi ieri lunedì 14 luglio per avviare la discussione dei disegni di legge sulla revisione della Parte II della Costituzione (ddl cost. n. 1429 e connessi).

lunedì 14 luglio 2014

In Conferenza Unificata Comuni, Province e Regioni: NO all'abolizione dei diritti di rogito

Parere positivo espresso da Comuni, Province e Regioni in Conferenza Unificata del 10 luglio sul testo del Decreto Legge sulla Pubblica Amministrazione (parere in merito al Disegno di legge di conversione del Dl 90/14).

Le proposte emendative sono contenute in un documento che la Conferenza delle Regioni ha approvato lo stesso 10 luglio e che è stato consegnato al Governo (in occasione dell’espressione del parere in Conferenza Unificata).

Tra gli emendamenti anche il seguente in merito all'art. 10 che abolisce i diritti di rogito:
"Art. 10 (Abrogazione dei diritti di rogito del segretario comunale e provinciale e abrogazione della ripartizione del provento annuale dei diritti di segreteria) 
Si propone la soppressione dell’intero articolo. 
Motivazione 
La partecipazione al contratto d’appalto, in qualità di ufficiale rogante, del segretario comunale – al quale sono anche affidate le competenze di autorità anticorruzione – garantisce il controllo sulle relative procedure di affidamento e sui requisiti delle ditte appaltatrici da parte di un soggetto altamente specializzato nel diritto degli enti locali. L’alternativa del ricorso ai notai comporta costi maggiori per la notevole differenza tra gli importi previsti dalle tabelle dei diritti di segreteria e quelli indicati nella tariffa professionale dei notai, senza garanzie, di pari valore ed efficacia, sui controlli dei procedimenti a monte". 
Il testo del documento con gli emendamenti è pubblicato al seguente link.

Su questo parere favorevole ha espresso la propria soddisfazione Angelo Rughetti, Sottosegretario di Stato per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, commentando i lavori della Conferenza Unificata.
In argomento si vedano anche:


Ultima bozza del DDL di riforma della PA: gli interrogativi di un Segretario comunale

Quarantaquattro punti per una nuova pubblica amministrazione: così nella lettera agli statali, firmata dal premier Matteo Renzi e dal ministro Marianna Madia, il governo riassumeva le linee guida della riforma della P.a.

Le linee guida erano tre:

1. Il cambiamento comincia dalle persone.
2. Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell'Amministrazione.
3. Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi.

Nell'ambito degli interventi di cui al punto 1 (il cambiamento comincia dalle persone) era prevista al punto n. 13 espressamente l'abolizione della figura del segretario comunale.
In realtà, la proposta era oggetto di "interpretazione autentica" con la lettera pubblicata il 9 maggio 2014 sul quotidiano il Sole 24ore della Madia di risposta ai segretari comunali.
A questa proposta, nel corso della consultazione pubblica, sono state inviate numerose mail che hanno dimostrato la contrarietà alla stessa, tanto da far scrivere in un articolo pubblicato sul sito "L'Huffington post" in data 11 giugno che in materia di Segretari il governo non sarebbe intervenuto.
Su questo blog abbiamo avuto modo di riportare svariate  ed autorevoli posizioni di contrarietà alla proposta di abolizione, le principali possono essere lette nei seguenti post:



A fronte di tali posizioni sembrava che il governo avesse abbandonato l'idea dell'abolizione, tanto che subito dopo il Consiglio dei Ministri del 13 giugno circolavano bozze che sembravano andare in tale direzione, anche se il testo ufficiale ad oggi ancora non esiste.
Un campanello d'allarme poteva ritenersi la dichiarazione della Di Girolamo del 4 luglio riportata anche questa in un precedente post: ''Se qualcuno pensa di rimescolare le carte e cancellare la figura del segretario comunale attraverso il disegno di legge sulla riforma della PA e' bene che sappia, fin da subito, che il Nuovo Centrodestra non permetterà che sia abolito con un tratto di penna una figura che per noi è presidio di legalità e che costituisce un grande supporto per gli enti locali''.
Ed ecco una nuova bozza del DDL di riforma della PA, che sarebbe stato approvato il 13 giugno, che torna a cancellare la figura di garanzia del Segretario comunale.
Si tratta quindi di un rimescolamento delle carte? Ma una proposta di riforma approvata il 13 giugno nel Consiglio dei Ministri non dovrebbe rimanere tale? Avete mai assistito nei comuni ad un rimescolamento delle carte dopo l'approvazione di una delibera?
Considerata anche la chiara posizione del Nuovo Centrodestra alleato di governo del PD e di alcuni esponenti del PD (Saggese, AstorreAntonino Moscatt e Valentina Paris, ecc.), aspettiamo l'ufficialità del testo per avere risposte, o meglio, per avere un'unica risposta alla solita domandaMa Matteo ce l'ha con me?

DL 90/2014 e regole per il calcolo delle spese di personale: un parere della Corte dei Conti dell'Emilia Romagna

Sulla rivista on line "Diritto dei servizi pubblici", il parere massimato Corte dei conti, sez. regionale di controllo per la Regione Emilia-Romagna, n. 170 del 7/7/2014, secondo il quale a seguito dell'abrogazione disposta dall'art. 3, c.5, d.l. n. 90/14, dell'art. 76, c. 7, d.l. n.112/08, non sussiste più l'obbligo per l'ente locale socio di consolidare nella propria spesa di personale la quota relativa al personale delle società partecipate.
Gli enti locali assoggettati alla disciplina del patto di stabilità devono computare anche la quota relativa al personale occupato presso organismi partecipati, variamente denominati, ai fini del rispetto del contenimento del trend della spesa in serie storica (art. 1, comma 557 e 557 bis, l.n. 296/2006). Viceversa, a seguito dell'abrogazione disposta dall'articolo 3, comma 5, d.l. n. 90/2014 (in corso di conversione) dell'articolo 76, c. 7, d.l. n. 112/2008 e s.m.i., è venuto meno per l'ente locale socio l'obbligo di consolidare nella propria spesa di personale la quota relativa al personale delle società partecipate, aziende speciali ed istituzioni. I predetti organismi (ivi comprese le ex IPAB, trasformate in ambito regionale in ASP-aziende dei servizi alla persona) se operano in settori c.d. sensibili devono rispettare il principio della coerenza tra il livello del costo per il personale e la quantità dei servizi erogati; se operano in settori diversi da quelli considerati sensibili sono tenuti a rispettare il principio della riduzione del costo per il personale, da conseguire attraverso il contenimento degli oneri contrattuali e delle assunzioni di personale.

Convegno "Appalti pubblici e corruzione" oggi in diretta webtv della Camera dalle ore 14

Oggi, lunedì 14 luglio, alle ore 14, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio si svolgerà il Convegno "Appalti pubblici e corruzione - Dalla legittimità formale alla legalità sostanziale". Coordineranno i lavori Donatella Ferranti, Presidente Commissione Giustizia Camera, Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici Camera, Raffaella Mariani, deputata della stessa Commissione. Sono previsti, tra gli altri, interventi dei Ministri della Semplificazione e PA, Marianna Madiae della Giustizia, Andrea Orlando, del Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, del Presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. L'evento sarà trasmesso in diretta sulla webtv della Camera.
Di seguito la presentazione.
L'Italia spende più del 15% del suo PIL negli appalti pubblici (dati Commissione europea), quindi una buona ed efficace normativa in materia di appalti ha una valore non soltanto tecnico giuridico ma politico sociale in quanto è in grado di assumere un significato determinante in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando che impone di trovare fonti di finanziamento per sostenere la domanda interna con investimenti pubblici.

Ogni giorno lo stesso bene o servizio viene acquistato a prezzi diversi, e la somma di questi sprechi (che rappresenta uno stima minima in quanto non comprende né gli sprechi di quantità ma solo di prezzi né gli sprechi nei lavori pubblici) ammonta a circa il 2% di PIL.
La disciplina vigente, contenuta nel codice appalti e regolamento di attuazione, oltre che in numerose sparse disposizioni, ha recepito le direttive comunitarie del 2004 e ha complessivamente superato il vaglio di conformità al diritto comunitario (sia pure dopo svariate procedure di infrazione).
Il corpus normativo supera i 600 articoli calcolando solo codice e regolamento. A tale corpus vanno sommate, oltre che sparse disposizioni, tutte le regole in funzione di prevenzione di infiltrazioni criminali (codice delle leggi antimafia).
Il controllo sugli appalti pubblici è diluito tra numerose autorità, amministrative e giurisdizionali.
Eppure, a parte l'esorbitante contenzioso sulle procedure di affidamento (davanti al giudice amministrativo), la fase di esecuzione del contratto resta troppo spesso un fatto privato tra stazione appaltante ed esecutore, un fatto “opaco”.
E, nonostante le numerose autorità di controllo, cronicamente gli appalti sono occasione di commissione di gravi illeciti penali. 
Il recepimento delle tre nuove direttive comunitarie – 23, 24 e 25 del 2014, rispettivamente relative a concessioni di lavori e servizi, appalti nei settori ordinari, appalti nei settori speciali – può essere occasione di analisi critica e di ripensamento del sistema.
Il diritto comunitario infatti lascia alle stazioni appaltanti ampi margini di discrezionalità, laddove il codice appalti, erede della legge Merloni concepita ai tempi di Tangentopoli, ha tentato di azzerarli.
Per converso, i grandi appalti italiani sono stati aggiudicati sulla scorta di norme eccezionali e derogatorie, in nome delle emergenze e dei grandi eventi. E, laddove emergenze e grandi eventi hanno lasciato spazio ad eccessive discrezionalità e trattative private, gli affidamenti degli appalti sono stati troppo spesso occasione di corruttele e associazioni criminali,e i costi degli appalti sono enormemente lievitati, a carico inevitabilmente dei cittadini.
Come dovrà avvenire il recepimento delle nuove direttive? Riuscirà la nuova codificazione a garantire semplificazione, trasparenza, controlli efficaci, flessibilità?
Come verranno coniugati economicità, efficienza, competenza e sviluppo sostenibile?
In che modo il dl P.A. in corso di conversione ha anticipato il recepimento delle direttive comunitarie? Il rafforzamento del sistema preventivo di contrasto alla corruzione coinvolge anche il sistema penale? E quali potrebbero essere gli strumenti per attuare un modello integrato di contrasto alla corruzione?

Linee guida per elezioni di secondo grado dei Consigli delle Città Metropolitane, Presidenti Province e Consigli Provinciali

Il Ministero dell’Interno ha emanato la circolare n. 32 del 01.07.2014 contenente le linee guida per lo svolgimento delle elezioni di secondo grado dei Consigli delle Città Metropolitane e dei Presidenti e dei Consigli delle Province non costituite in Città Metropolitane, come stabilito dalla Legge n. 56 del 7 aprile 2014.

Uffici di supporto agli organi di direzione politica nel DL 90/2014 - Nota interpretativa ANCI – UPI

A fronte delle novità introdotte dall’art. 11, comma 4, del decreto legge 90/2014, che ha modificato l’art. 90 del D.Lgs. 267/2000, ANCI ed UPI hanno condiviso una nota interpretativa che chiarisce le modalità applicative delle nuove disposizioni.
In argomento vedi anche il precedente post Il personale nel DL 90/2014.

Revisione della Parte II della Costituzione.

Il Senato torna a riunirsi lunedì 14 luglio alle ore 11 per avviare la discussione dei disegni di legge sulla revisione della Parte II della Costituzione (ddl cost. n. 1429 e connessi). L'esame proseguirà fino a giovedì 17 luglio. Il termine per la presentazione degli emendamenti in Assemblea scade alle ore 13 di martedì 15 luglio. La Commissione Affari costituzionali ha concluso, nella seduta pomeridiana di giovedì 10 luglio, l'esame delle proposte, conferendo ai relatori, senatrice Finocchiaro e sen. Calderoli, il mandato a riferire oralmente all'Assemblea per l'approvazione, con le modifiche accolte nel corso dell'esame.

(12 Luglio 2014)