No War - Palazzo Savelli sede del Comune di Rocca Priora (Roma)

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sabato 25 ottobre 2014

ANSA: tra emendamenti del PD al DDL di riorganizzazione della PA "recupero" della figura del Segretario Comunale

Come scritto in un precedente post, scadeva ieri il termine per la presentazione degli emendamenti al DDL AS n. 1577 di riorganizzazione P.A..

In un servizio dell'ANSA si annuncia che sono quasi 1.000 gli emendamenti presentati, tra questi, anche quelli presentati dal PD che prevedono il salvataggio dei segretari comunali, "rimpiazzando la loro abolizione con una più morbida rivisitazione delle competenze e dell'inquadramento".

Legge di Stabilità 2015: il governo presenta alla Camera il DDL (C.2679)

In un precedente post avevamo segnalato che sul sito eticapa.it era pubblicato il testo del disegno di legge di stabilità così come è entrato in Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2014. 

Il Governo ha ora presentato alla Camera il DDL Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) (C.2679).
Si vedano in particolare gli articoli 21 (pubblico impiego), 37 (riduzione obiettivi patto di stabilità per gli enti locali) e 43 (società partecipate dagli enti locali).

venerdì 24 ottobre 2014

Oggi a "L'intervista" si parla con il Ministro Madia dei Segretari comunali (SkyTG24 ore 11,30 e 16,30)

Con un tweet ieri Maria Latella, giornalista che scrive per Il Messaggero e conduce 'L'Intervista' su Skytg24, ha preannunciato che nella trasmissione odierna de "L'intervista", in onda su SkyTG24 (ore 11,30 e 16,30), si parlerà, tra l'altro, dei Segretari comunali.

Ospite della trasmissione Marianna Madia, Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione del governo Renzi.
Vedi anche il successivo post L'intervista di Maria Latella a Marianna Madia in onda oggi su SkyTG24.

giovedì 23 ottobre 2014

Proposta della Conferenza delle Regioni: Albo unico dei dirigenti con sezione dei Segretari comunali e provinciali

La Conferenza delle Regioni del 16 ottobre ha approvato il seguente documento riguardante il Disegno di legge recante riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche, che è stato consegnato in sede di Conferenza Unificata, riporta anche una serie di emendamenti e quindi la richiesta di modifica del testo legislativo.

DISEGNO DI LEGGE RECANTE RIORGANIZZAZIONE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (A.S. 1577)
Punto 1) O.d.g – Conferenza Unificata
Il disegno di legge in esame contiene prevalentemente deleghe al Governo per l’emanazione di decreti legislativi finalizzati ad innovare la pubblica amministrazione attraverso la riorganizzazione dell’amministrazione statale, la riforma della dirigenza, la definizione del perimetro pubblico, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e la semplificazione delle norme e delle procedure amministrative. Le disposizioni che, al contrario, non contengono specifiche deleghe, ma hanno segnatamente l’obiettivo di accelerare lo svolgimento delle procedure amministrative e di limitare il ricorso a “ravvedimenti” da parte delle amministrazioni procedenti, intervengono sulla disciplina relativa al silenzio-assenso e all’autotutela amministrativa.
Complessivamente, gli oggetti trattati sembrano riconducibili ad ambiti di competenza legislativa statale, esclusiva (si vedano in particolare gli artt. 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9) o concorrente (si vedano in particolare gli artt. 6, 10, 13, 14, 15). Non di meno le disposizioni previste, che hanno in larga parte come destinatarie le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001, incidono sull’organizzazione e le modalità di svolgimento delle relative attività.
Gli interventi normativi proposti sul lavoro pubblico richiedono una attenta analisi non solo sotto il profilo strettamente giuridico ma, e soprattutto, al fine di valutarne gli effetti concreti di miglioramento della funzionalità e dell’efficienza della pubblica amministrazione.
La predisposizione di un organico progetto di riforma della dirigenza pubblica e più in generale del lavoro pubblico, è stata condivisa dalle Regioni nella fase di elaborazione dell’Accordo Italia semplice nei suoi obiettivi generali legati alla necessità di realizzare il “sistema della pubblica amministrazione”, in grado di abbattere gli steccati esistenti fra i singoli “compartimenti” e figli di una visione rigida e spezzata dell’agire pubblico.
Una riforma basata su principi generali, chiari ed omogenei per tutta la PA, e regolata in modo armonico dalla legislazione statale, dalla contrattazione collettiva e, per gli ambiti di competenza, dalla normativa regionale, integrata dai rispettivi strumenti di regolamentazione organizzativa propri dei livelli di autonomia costituzionalmente riconosciuti, risulterebbe un approccio nuovo, certamente semplificato e facilmente condivisibile nei diversi ambiti in cui dovrà essere attuata.
Tuttavia, il disegno di legge - che contiene aspetti di significativa violazione delle competenze costituzionalmente riconosciute alle Regioni - non corrisponde ai condivisi obiettivi fissati dal Protocollo “Italia semplice”. Aspetti che, se sottovalutati o non adeguatamente trattati, rischiano da un lato di inficiare nella loro fattibilità gli obiettivi di riforma e dall’altro di ingenerare ulteriore confusione e incertezza nel sistema pubblico con un conseguente aumento della burocratizzazione e del formalismo a scapito dell’efficienza e dell’efficacia.
Per queste ragioni, le Regioni non possono condividere il progetto di riforma che necessita di modifiche sostanziali nei principali punti relativi alla dirigenza ed in particolare agli aspetti del reclutamento, del conferimento degli incarichi, del ruolo unico della dirigenza e del sistema informativo a questo connesso.
In particolare, rilevando l’assoluta necessità di proseguire nel confronto tecnico e politico sul disegno di legge, anche in relazione al dibattitto che sta maturando in seno alla Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica, le Regioni ritengono essenziale, che già in questa fase, sia modificato il testo del disegno di legge nei seguenti punti:
1. Previsione di una norma che, ferma restando la condivisione di fasi unificate e condivise per le procedure concorsuali, garantisca la specifica autonomia delle Regioni nei casi di specifiche e urgenti esigenze nel reclutamento e nel conferimento degli incarichi dirigenziali;
2. Inserimento di una specifica clausola di esclusione per il conferimento degli incarichi di posizione apicale (direttori generali) in quanto chiamati in via principale all’attuazione degli indirizzi degli organi politici;
3. Forte semplificazione del ruolo della Commissione nazionale, non prevedendo il suo intervento nelle procedure di affidamento/valutazione degli incarichi. La Commissione potrà certamente agire come sede di elaborazione e condivisione dei principi generali per l’affidamento degli incarichi dirigenziali per tutti gli enti della Repubblica, anche procedendo al monitoraggio e alla creazione di una banca dati nazionale, ma non dovrà esprimere pareri vincolanti né concedere autorizzazioni. In questo modo non solo si vanificherebbe completamente l’autonomia degli enti regionali ma soprattutto si perderebbe in funzionalità.
Nel documento sono previsti una serie di emendamenti al DDL 1577 di riorganizzazione della PA, tra i quali anche quello interamente sostitutivo dell'art. 10 sulla dirigenza pubblica.
Questo è quanto prevede il testo dell'art. 10 proposto dalla Conferenza delle Regioni, con specifico riferimento ai Segretari comunali.
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi in materia di dirigenza pubblica e di valutazione dei rendimenti dei pubblici uffici, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi generali:
a) istituzione del sistema della dirigenza pubblica attraverso la predisposizione di un albo unico articolato in sezioni con riferimento rispettivamente alla dirigenza statale, alla dirigenza regionale, alla dirigenza degli enti locali ed ai segretari comunali e provinciali, i cui criteri di predisposizione e gestione sono definiti dal Dipartimento della funzione pubblica previa intesa in Conferenza Unificata; gestione operativa dell'albo unico da parte del Dipartimento della funzione pubblica.


DDL 1577 di riorganizzazione della PA: scade oggi il termine per la presentazione degli emendamenti

In un precedente post avevamo dato notizia che nella seduta del 2 ottobre la Presidente della 1ª Commissione del Senato, Anna Finocchiaro, aveva comunicato le decisioni assunte nell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, nella quale si è concordato di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti al disegno di legge n. 1577 (riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche) alle ore 12 di venerdì 17 ottobre.

Il predetto termine è stato poi spostato, per cui il nuovo termine per la presentazione degli emendamenti al DDL 1577 (riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche) era fissato alle ore 12 di martedì 21 ottobre.
E' stato disposto l'ulteriore spostamento del termine per la presentazione degli emendamenti che è ora fissato alle ore 12,00 di oggi 24 ottobre.

In una nota ANAC chiarimenti sulla decorrenza dell'obbligo di verifica dei requisiti mediante il sistema AVCPass

Con il Comunicato del 22 ottobre 2014 il Presidente dell’Anac si esprime in merito alla decorrenza giuridica del sistema AVCPass. In particolare precisa che la verifica dei requisiti attraverso il sistema AVCPass è da ritenersi obbligatoria per le procedure di affidamento il cui CIG è stato richiesto a partire dal 1° luglio 2014.
Di seguito il testo del comunicato:
L’art. 9, comma 15-ter, d.l. 30 dicembre 2013 n. 150, convertito con modifiche dalla legge 27 febbraio 2014 n. 15, ha ulteriormente prorogato al 1° luglio 2014 il termine di cui all’art. 6-bis, comma 1, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
Ritenuto che, come descritto nell’art. 2, comma 3, della deliberazione n. 111 del 20 dicembre 2012, la procedura per l’utilizzo del sistema AVCPass ha inizio, dopo la registrazione al sistema SIMOG, con l’acquisizione del CIG da parte della stazione appaltante/ente aggiudicatore e la contestuale indicazione del soggetto abilitato alla verifica dei requisiti, si precisa che la verifica dei requisiti attraverso il sistema AVCPass è da ritenersi obbligatoria per le procedure di affidamento il cui CIG è stato richiesto a partire dal 1° luglio 2014.

Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower)

L’Autorità Nazionale Anticorruzione è competente a ricevere (ai sensi dell’art. 1, comma 51 della legge 6 novembre 2012, n. 190 e dell’art. 19, comma 5 della legge 11 agosto 2014, 114) segnalazioni di illeciti di cui il pubblico dipendente sia venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro.
Si intende dare immediatamente attuazione a queste disposizioni normative, aprendo un canale privilegiato a favore di chi, nelle situazioni di cui si è detto, scelga di rivolgersi all’Autorità e non alle vie interne stabilite dalla Pubblica Amministrazione di appartenenza.
E’ perciò istituito un protocollo riservato dell’Autorità, in grado di garantire la necessaria tutela del pubblico dipendente: saranno assicurati la riservatezza sull’identità del segnalante e lo svolgimento di un’attività di vigilanza, al fine di contribuire all’accertamento delle circostanze di fatto e all’individuazione degli autori della condotta illecita.
Quest’attività consentirà inoltre all’Autorità di valutare la congruenza dei sistemi stabiliti da ciascuna Pubblica Amministrazione a fronte delle denunce del dipendente con le direttive stabilite nel Piano Nazionale Anticorruzione (punto 3.1.11) ed evitare, in coordinamento con il Dipartimento per la funzione pubblica, il radicarsi di pratiche discriminatorie nell’ambito di eventuali procedimenti disciplinari.
Seguirà a breve una delibera dell’Autorità per regolare in modo specifico la procedura.
Fonte: ANAC

mercoledì 22 ottobre 2014

A Genova il 24 ottobre convegno sul tema "La Direzione apicale degli EE. LL., una figura professionale da salvaguardare: Il Segretario Comunale"

Il collega Ettore Monzù ci ha comunicato che il giorno Venerdì 24 Ottobre 2014 si terrà a Genova un convegno organizzato dall'Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali - Sezione Regionale della Liguria - in collaborazione con ANCI LIGURIA dal titolo "La Direzione apicale degli EE.LL., una figura professionale da salvaguardare: Il Segretario Comunale".

Il Convegno si terrà presso la Sala del Consiglio della Provincia di Genova sita in Piazzale Mazzini n. 2, dalle ore 09.00.

E' prevista la partecipazione di esponenti del mondo accademico, di magistrati, di rappresentanti delle autonomie e di Segretari comunali.
Qui il programma completo del convegno, che prevede:

INTERVENTI:
Ore 09.00
Apertura dei lavori del Moderatore del Convegno Ettore Monzù.
Ore 09.05
Saluto del nuovo Prefetto di Genova, Dott.ssa Fiamma Spena.
Ore 09.15
Saluto del Sindaco di Genova e Presidente ANCI Prof. Marco Doria.
Ore 09.25
Saluto del Vicario Nazionale del Sindacato U.N.S.C.P., Maurizio Moscara.
Ore 09.35
Intervento del Segretario Generale ANCI della Liguria, Pierluigi Vinai.
Ore 10.05
Intervento del Prof. Avv. Daniele Granara.
Ore 10.35
Intervento del Prof. Avv. Giovanni Gerbi.
Ore 11.05
Intervento della Dott.ssa Angela Pria, Magistrato presso la sezione regionale di controllo per la Liguria della Corte dei Conti.
Ore 11.35
Coffee break.
Ore 12.00
Intervento del Dott. Antonio Scudieri, già Magistrato della Corte dei Conti.
Ore 12.30
Intervento del Presidente ANCI dei Piccoli 

Comuni della Liguria, Michele Malfatti.
Ore 12.45
Intervento del Sindaco di Rapallo Dott. Carlo Bagnasco.
Ore 13.00
Intervento del Sindaco di Camogli Dott. Francesco Olivari.
Ore 13.15
DIBATTITO
con l'intervento del Segretario Generale Piero Araldo e del Segretario Comunale COA3 Dott.ssa Cristina Bloise.
Ore 14.15
Conclusione dei lavori.

Segretari comunali sempre più nelle nebbie

Nelle more dell’esame da parte del Parlamento della proposta governativa di delega per la riforma della pubblica ammnistrazione, provvedimento che mette in discussione la stessa sopravvivenza dei segretari comunali e provinciali, vi sono numerose novità che toccano direttamente questa categoria. Esse discendono dalla applicazione di nuove disposizioni, in particolare dettate dal d.l. n. 90/2014, con riferimento ai diritti di rogito, e da riflessioni sulla applicazione di altre disposizioni, con specifico riferimento alla legge di stabilità del 2014 in materia di abrogazione del divieto della c.d. reformatio in peius del trattamento economico, e delle norme del contratto collettivo nazionale di lavoro, con specifico riferimento alle modalità di calcolo della popolazione nel caso di comuni in convenzione.
Inizia così l'articolo di Arturo Bianco dal titolo Segretari comunali sempre più nelle nebbie, su La Settimana degli enti locali, pubblicato dall'Associazione Vighenzi sul proprio sito.

Centrali uniche di committenza - Note Anci e scheda di sintesi per i Comuni

In un precedente post avevamo dato notizia della proroga, contenuta nella legge di conversione del DL 90/2014, in tema di Centrale unica di committenza.

L'art 9, comma 2 del DL 66/2014, convertito con L. 89/2014, prevede per il funzionamento del sistema delle centrali uniche di committenza l'approvazione di due DPCM:uno per definire, per i soggetti diversi da Consip da una centrale di committenza per ciascuna regione, i requisiti per l'iscrizione tra cui il carattere di stabilita' dell'attività' di centralizzazione, nonché i valori di spesa ritenuti significativi per le acquisizioni di beni e di servizi con riferimento ad ambiti, anche territoriali, da ritenersi ottimali ai fini dell'aggregazione e della centralizzazione della domanda;
l'altro per istituire un Tavolo tecnico dei soggetti aggregatori, coordinato dal Ministero dell'economia e delle finanze, e per stabilire i compiti, le attività e le modalità operative del Tavolo stesso.
In merito alle centrali uniche di committenza e ai soggetti aggregatori, l’Anci ha predisposto due note di lettura dei due Dpcm.
Il testo dei due Dpcm sarà pubblicato non appena trasmesso ufficialmente all’Anci nella versione definitiva.
L’Anci, inoltre, ha predisposto inoltre una scheda di sintesi di ciò che potranno fare i Comuni – differenziati in base alle dimensioni demografiche – per le acquisizioni di beni e servizi dal 1 gennaio 2015 e per la realizzazione di lavori dal 1 luglio 2015, a seguito dell’entrata in vigore dell’art. 33 comma 3bis del D.Lgs n. 163/2006 (codice dei contratti pubblici) e s.m.i. che recita:
“3-bis. I Comuni non capoluogo di provincia procedono all'acquisizione di lavori, beni e servizi nell'ambito delle unioni dei comuni di cui all'articolo 32 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici anche delle province, ovvero ricorrendo ad un soggetto aggregatore o alle province, ai sensi della legge 7 aprile 2014, n. 56. In alternativa, gli stessi Comuni possono acquisire beni e servizi attraverso gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip S.p.A. o da altro soggetto aggregatore di riferimento. L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture non rilascia il codice identificativo gara (Cig) ai comuni non capoluogo di provincia che procedano all’acquisizione di lavori, beni e servizi in violazione degli adempimenti previsti dal presente comma. Per i Comuni istituiti a seguito di fusione l’obbligo di cui al primo periodo decorre dal terzo anno successivo a quello di istituzione”.
Qui i link ai seguenti documenti:

DL “Sblocca Italia”: gli emendamenti Anci presentati a Montecitorio

Abbiamo dato notizia in un precedente post che è iniziato questa settimana l'esame del disegno di legge di conversione del decreto legge 133/2014 nell'aula della Camera dei Deputati.
Pubblichiamo le proposte di emendamenti Anci al disegno di legge di conversione del DL cosiddetto “Sblocca Italia”, presentate all'Aula della Camera dei deputati.
Qui il link alle proposte di emendamento ANCI con le relative motivazioni.

Le autonomie nella prospettiva delle riforme

Pubblicato sulla rivista Le Istituzioni del federalismo un articolo del prof. Luciano Vandelli dal titolo Le autonomie nella prospettiva delle riforme.
Questo il sommario.
1. Una premessa sul metodo. – 2. Il ruolo della cultura giuridica. – 3. La riforma del Titolo V: un’occasione mancata. – 4. Le carenze dell’esperienza regionale. – 5. L’autonomia finanziaria. – 6. Le autonomie e le ipotesi di bicameralismo imperfetto. – 7. La contestazione delle competenze concorrenti. – 8. La travagliata questione delle Province. – 9. L’associazionismo e il ridisegno della mappa comunale. – 10. Una riforma organica.
In argomento si vedano anche:

martedì 21 ottobre 2014

Iniziato l'esame del decreto “Sblocca Italia” nell'aula della Camera dei Deputati

La Commissione ha ora concluso i propri lavori ed è iniziato nell'aula della Camera dei Deputati l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (C. 2629-A).

Qui il link al testo del DDL di conversione del decreto-legge all'esame dell'aula comprendente le modificazioni apportate dalla Commissione.
Sul sito della Camera dei Deputati pubblicati anche i seguenti approfondimenti: 
  • Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive D.L. 133/2014 - A.C. 2629 Sintesi degli emendamenti approvati dalla VIII Commissione Ambiente (Dossier n. 220/2);
  • Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive - D.L. 133/2014 - A.C. 2629 - Elementi per la valutazione degli aspetti di legittimità costituzionale (Dossier n. 91 Elementi per la valutazione degli aspetti di legittimità costituzionale).
In argomento si vedano anche i precedenti post:

Un articolo di Vittorio Italia sui segretari comunali

L'Associazione Vighenzi pubblica un articolo di Vittorio Italia che esprime le proprie valutazioni in merito al ruolo del Segretario comunale partendo dal "Manifesto" pubblicato dall'Associazione contro la prevista abolizione della figura dirigenziale dove viene ribadita la necessità del rafforzamento della sua posizione giuridica.

Dopo aver espresso in modo analitico il proprio punto di vista, Vittorio Italia conclude così il proprio articolo:
Il rafforzamento della posizione giuridica del Segretario si esprime attraverso il ripristino di funzioni "forti e significative". Egli deve avere funzioni che siano più significative della tenuta del verbale (che in ogni collegio amministrativo può essere effettuata dal componente più giovane), e tale funzione "forte" non può essere altro che il controllo di legittimità.
In numerosi saggi e opere monografiche ho sempre espresso opinioni positive nei confronti dei Segretari, e ho quindi titolo per affermare che soltanto in questo modo il Segretario comunale non potrà essere spostato e chiuso in un cassetto, come un inutile soprammobile.
Qui il link all'articolo integrale di Vittorio Italia Il controllo di legittimità può salvare il segretario comunale.
Sul manifesto dell'Associazione Vighenzi si veda anche il precedente post Manifesto per i segretari comunali: un comunicato dell'Associazione Vighenzi sulle adesioni.

Gli incarichi al di fuori della dotazione organica

Gli enti locali possono conferire incarichi dirigenziali al di fuori della dotazione organica solamente a persone che siano in possesso della laurea magistrale o specialistico o del vecchio ordinamento, che abbiano acquisito una specifica esperienza ed a condizione che si dimostri l’inesistenza di quelle professionalità nell’ambito dell’ente. Sono queste le indicazioni contenute nel parere della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia n. 159 del 7 ottobre.
L’importanza del parere è data dalla completezza delle argomentazioni che vengono fornite, nonché dalla delimitazione dell’ambito di applicazione e dalla fissazione delle condizioni che consentono il ricorso a questo istituto.
E' questo l'inizio della nota di commento di Arturo Bianco alla deliberazione della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia n. 159 del 7 ottobre in tema di incarichi al di fuori della dotazione organica.

lunedì 20 ottobre 2014

Nasce il portale “Allerta anticorruzione – ALAC” di Transparency International Italia: innovazione e partecipazione per stanare i corrotti

La collega Daniela Urtesi segnala la nascita del portale “Allerta anticorruzione – ALAC” di Transparency International Italia: innovazione e partecipazione per stanare i corrotti.
Transparency International Italia, sede italiana della più importante ONG per la lotta alla corruzione e la promozione della trasparenza, ha presentato a Milano il 14/10/2014 l’innovativo servizio “Allerta Anticorruzione – ALAC”, un portale web per raccogliere in modo totalmente anonimo e protetto le segnalazioni dei cittadini testimoni o vittime di casi di corruzione in Italia.
Obiettivo di “Allerta Corruzione – ALAC” è quello di assistere chi decide di segnalare episodi di corruzione, guidandolo nel percorso più sicuro e più appropriato.
La sicurezza dei segnalanti sarà garantita dal software GlobaLeaks, una piattaforma open source in grado di garantire, grazie anche all’utilizzo del browser TOR, il totale anonimato di chi accede ed interagisce con il portale.
Considerato che l’Italia è il Paese UE con la più bassa propensione a segnalare (solo il 56% degli italiani si dichiara disposto a segnalare, contro una media europea del 71%) proprio per via della “paura di ritorsioni”, il servizio “Allerta Anticorruzione – ALAC” di Transparency International Italia potrà contribuire a rompere questo muro di omertà, aiutando i cittadini italiani a portare alla luce illeciti altrimenti difficili da scoprire.
In argomento si vedano anche i precedenti post:

Delibera ANAC n. 144/2014: “Obblighi di pubblicazione concernenti gli organi di indirizzo politico nelle pubbliche amministrazioni”

L'ANAC, ha preso atto che dopo l’emanazione della delibera n. 65 del 2013 numerose amministrazioni hanno formulato osservazioni e posto all'Autorità ulteriori quesiti relativi all'applicazione dell’art.14 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33

Inoltre, l’entrata in vigore del nuovo testo dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 33 del 2013, così come modificato dall’articolo 24-bis del d.l. n. 90 del 2014, convertito con la legge n. 114 del 2014, ha chiarito definitivamente l’ambito soggettivo di applicazione delle disposizioni dell’intero decreto.
Tutto ciò ha reso necessario pronunciarsi nuovamente sulla materia degli obblighi di pubblicazione che ricadono sui componenti degli organi di indirizzo politico, anche al fine di dare una motivazione più accurata e di risolvere alcune questioni applicative relative a specifiche amministrazioni pubbliche, mediante una nuova delibera interamente sostitutiva della delibera n. 65 del 2013, al fine di evitare ulteriori dubbi interpretativi e applicativi.

Umberto Ambrosoli: Il segretario comunale baluardo di legalità (intervento nel Consiglio Regionale della Lombardia)


L'intervento di Umberto Ambrosoli durante la seduta di Consiglio Regionale della Lombardia che ha approvato la mozione n. 302 Interventi a difesa della figura del Segretario comunale, presentata come primo firmatario dallo stesso AMBROSOLI Umberto (PATTO CIVICO) e dai Consiglieri MICHELI Paolo Giovanni (PATTO CIVICO), BUSI Michele (PATTO CIVICO), CASTELLANO Lucia (PATTO CIVICO), BRUNI Roberto (PATTO CIVICO).


Con la mozione approvata il Consiglio Regionale della Lombardia impegna il Presidente e la giunta Regionale "affinché ponga in essere tutti gli interventi di sua competenza per intervenire concretamente a difesa della figura del segretario comunale, che non solo non va abolita ma va, al contrario, rafforzata per rendere ancora più efficace la sua funzione di soggetto che opera per la legalità e per il buon funzionamento dei Comuni, in una revisione complessiva del disegno autonomistico".
In argomento si veda anche il precedente post Tutelare e rafforzare la figura dei segretari comunali: lo chiede una mozione approvata a maggioranza dal Consiglio Regionale della Lombardia.

Il testo del DDL di legge di stabilità entrato nel CDM del 15 ottobre 2014

Sul sito eticapa.it pubblicato il testo del disegno di legge di stabilità così come è entrato in Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2014. Secondo le previsioni degli autori della rivista on line non dovrebbero prodursi grandi scostamenti da quanto contenuto.
Si vedano in particolare gli articoli 21 (pubblico impiego), 37 (riduzione obiettivi patto di stabilità per gli enti locali) e 43 (società partecipate dagli enti locali).

domenica 19 ottobre 2014

Sollevata la questione di legittimità costituzionale delle norme sull’elezione di secondo grado degli organi delle Province (TAR Friuli Venezia Giulia Ord. n. 465/2014)

Durante l'esame del DDL Delrio, successivamente approvato con L. 56/2014, avevamo in più occasioni sottolineato le forti critiche dei costituzionalisti, critiche avanzate anche nelle audizioni svolte in Commissione Affari Costituzionali (1, 2 e 3).

Particolari dubbi di compatibilità costituzionale, tra gli altri aspetti, aveva sollevato la previsione dell'elezione in forma indiretta degli organi provinciali (in proposito si veda anche il precedente post DDL Delrio e problematiche di copertura costituzionale).
Dopo l'approvazione, la Legge Delrio (L. 56/2014) è stata impugnata innanzi alla Corte costituzionale in via diretta da tre regioni, Veneto, Puglia e Campania (nel precedente post Legge Delrio: i ricorsi delle regioni innanzi alla Corte Costituzionale è possibile leggere i ricorsi integrali).
Adesso è il Tribunale TAR Friuli Venezia Giulia, con ordinanza n. 495 del 15 ottobre ha sollevato la questione di legittimità costituzionale degli artt. 1, 2, 3, 4, 5, 12, 16, 33 e 35 della L. Reg. n. 2 del 2014, attuativa della Legge Delrio, ed in genere delle norme che prevedono l’elezione indiretta degli organi della Provincia.
Questi in breve i dubbi di costituzionalità riportati nella citata ordinanza:
Questa Repubblica è dunque democratica, dove cioè il potere proviene dalla volontà popolare, che deve espandersi in tutti i suoi elementi costitutivi, Stato, Regioni, Comuni e anche Province.
Non pare compatibile con il dettato costituzionale una legge regionale che demanda l’elezione della Provincia, elemento costitutivo dello Stato, ad una elezione di secondo grado, prescindendo dall’espressione della volontà popolare e sostituendola con quella di pochi “grandi elettori” espressione, per giunta, di interessi diversi e non omogenei ad essa, come sono quelli dei Sindaci e consiglieri dei Comuni.
Si ha perciò un organismo che non sembra di carattere originario e che non è autonomo, venendo costituito con la volontà altrui, di enti da esso diversi e portatori di interessi distinti.
Rafforza, ad avviso del Collegio, detta conclusione, il fatto che la giurisprudenza di questa Corte, fin da tempi risalenti (cfr. Corte costit. n. 107/76; 876 del 26.7.1988; 26.7.1988) occupandosi “a contrariis” del problema qui in esame, cioè della legittimità di leggi regionali di Regioni a statuto speciale che prevedono la costituzione di organismi dipendenti dagli enti locali, eletti a suffragio universale diretto, ne ha negato la costituzionalità, rilevando che tale modalità di elezione è propria degli organismi previsti dall’art. 114 Cost., cioè dalle Regioni, Province e Comuni, essendo propria degli enti autonomi, cioè di quelli la cui autonomia è costituzionalmente garantita.
Uno di tali enti, in cui è obbligatorio il suffragio universale diretto, è la Provincia, onde sembra che non si possa decampare da detta regola costituzionale, prevedendone l’elezione in secondo grado, dato che, come notato, essi fanno parte della Repubblica democratica, come prescrive il combinato disposto degli artt. 1 e 114.