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mercoledì 2 marzo 2016

Partecipazione politica e riequilibrio di genere nelle assemblee elettive e negli organi di governo: legislazione e giurisprudenza costituzionale nell’ordinamento italiano

Pubblicato sulla rivista on line dell'AIC - Associazione Italiana Costituzionalisti - un saggio di Anna Falcone  dal titolo Partecipazione politica e riequilibrio di genere nelle assemblee elettive e negli organi di governo: legislazione e giurisprudenza costituzionale nell’ordinamento italiano.
Il saggio affronta analiticamente, nella sua evoluzione legislativa e interpretazione giurisprudenziale, il problema dell’affermazione della parità di genere nell’accesso alle cariche elettive pubbliche e di governo, inquadrato come parametro e indice di democraticità formale e sostanziale del sistema democratico. 
A partire dal superamento del “dogma” dell’uguaglianza formale nella rappresentanza politica, che ha ingessato per molti anni la giurisprudenza della Corte costituzionale, e passando dalla costituzionalizzazione dei negli artt. 51 e 117, 7° comma Cost. dei principi di “pari opportunità” e di “parità” nell’accesso alle cariche elettive pubbliche, vengono disaminate le diverse misure che adottate nella legislazione elettorale nazionale e delle Regioni, mettendo in evidenza l’elevato grado di elasticità nel rispetto dei principi costituzionali in materia e la loro diversa incidenza in relazione ai risultati raggiunti in termini di rappresentanza nelle assemblee elettive. Si affronta, quindi, il problema dell’inclusione di genere nella partecipazione politica e la recente declinazione del principio di equilibrata rappresentanza dei sessi nella legislazione più recente: dalle novità introdotte dalla legge n. 215/2012 e dalla “legge Delrio” per la rappresentanza di genere nelle amministrazioni locali e nelle giunte, alla legge sul finanziamento ai partiti e movimenti politici, alle misure previste nella nuova disciplina per l’elezione del Parlamento europeo. Una particolare attenzione è dedicata alla nuova legge elettorale per la Camera dei deputati, che colma, seppur con grave ritardo, una lacuna nell’attuazione dei principi costituzionali in materia, divenuta ormai ingiustificabile, e alle modifiche previste dalla riforma costituzionale in corso agli artt. 55 e 122 Cost., quest’ultimo anticipato nei contenuti dalla recente novella alla legge n. 165/2004, che stabilisce a livello nazionale principi comuni volti a promuovere l’equilibrata rappresentanza fra donne e uomini nei Consigli regionali.
Per approfondimenti sul tema si veda il successivo articolo Solo 1 sindaco su 7 è donna in Italia. Niente quote rosa nei Comuni ed i post ivi richiamati.

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