Il pamphlet La Casta ha rafforzato quel filone giornalistico di inchiesta sulla PA, che ormai pervade tutti i media.
Giustissimo che la stampa faccia da cane da guardia contro le disfunzioni della PA, per denunciarle e così anche sollecitare possibili rimedi.
Purtroppo, però, dalla giusta azione di controllo, spesso, troppo spesso, il clamore facile delle inchieste, fa scadere nell’ “inchiestismo scandalistico”, volto necessariamente a cercare l’uomo che morde il cane. E a suggerire rimedi “tanto al chilo” ai quali, purtroppo, spesso la politica finisce per credere davvero: l’esempio più eclatante è la sciagurata campagna contro le province, che ha prodotto la più disastrosa delle riforme mai viste.
Nell’alveo di questo tipo di inchieste giornalistiche, spesso inclini a cogliere pochi casi singoli per poi elevarli a paradigma generale rientra certamente quella della rubrica Dataroom di Milena Gabanelli, dedicata ai responsabili della prevenzione della corruzione ed ai segretari comunali.
Un’inchiesta che riporta certamente notizie sulle quali è necessaria ed opportuna la massima attenzione, ma intrisa di errori e superficialità.
Inizia così l'articolo di Luigi Oliveri dal titolo Segretari comunali e responsabili anticorruzione: i mali del giornalismo di inchiesta sulla PA, alla caccia dello scandalo a qualsiasi costo.
Nessun commento:
Posta un commento