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martedì 15 luglio 2014

Comunicato dell’UNSCP sul DDL delega di riforma della dirigenza pubblica approvato nel Consiglio dei Ministri del 10 luglio

All’indomani del Consiglio dei Ministri del 10 luglio, nel quale il Governo ha approvato una nuova versione del disegno di legge di riforma della dirigenza pubblica nel più ampio quadro di una riforma delle stesse amministrazioni pubbliche, è cominciata a circolare la relativa nuova bozza.
Sulla dirigenza degli enti locali e sui segretari comunali e provinciali le previsioni contenute in questa bozza costituiscono un così completo e totale sovvertimento di quanto il Governo stesso aveva dichiarato nelle scorse settimane, da farci dubitare che essa sia attendibile o che realmente corrisponda al disegno di legge approvato dal Governo.
In materia di segretari, infatti, si prevedrebbe l’abolizione completa della figura, con il conseguente collocamento dei segretari un una sezione a esaurimento di un nuovo ruolo unico dei dirigenti degli enti locali.
E questo nonostante nelle scorse settimane, dopo la lettera del Governo ai dipendenti pubblici nella quale al punto 13 era proposta l’abolizione della figura del segretario, era accaduto che: 1)centinaia di amministratori locali di comuni e provincie di ogni regione d’Italia e di ogni dimensione avevano chiesto al Governo di NON abolire il segretario ma piuttosto riformarlo, per renderlo una figura ancora più capace di svolgere una funzione di direzione complessiva e di garanzia per l’ente locale; 2) lo stesso Ministro Madia, in una lettera al Sole 24 Ore, aveva dichiarato pubblicamente che il Governo non aveva intenzione di abolire semplicemente la figura, ma di rivederla; 3) L’Anci aveva ufficialmente proposto a sua volta non l’abolizione ma la riforma della figura del segretario per dotare il sistema delle Autonomie di una dirigenza apicale moderna e in grado di assicurare la direzione complessiva degli enti; 4) nello stesso report pubblicato dal Ministro Madia sulla consultazione pubblica aperta con la lettera ai dipendenti si prendeva atto ufficialmente che l’abolizione del segretario aveva ricevuto una netta prevalenza di riscontri negativi, e che vi era stata una importante risposta anche degli enti direttamente interessati; 5) nell’Accordo Istituzionale “Italia Semplice”, sottoscritto il 5 giugno dal Governo con Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, si prevedeva in materia la realizzazione di “un mercato organico della dirigenza articolato territorialmente che implichi anche un intervento sulla disciplina dei segretari comunali e provinciali”; 6) e infine nel Consiglio dei Ministri del 13 Giugno il Governo stesso emetteva un comunicato stampa sul disegno di legge delega, nel quale, in materia di dirigenza delle regioni e degli enti locali si leggeva: “coordinamento con il processo di riordino istituzionale avviato con la legge n. 7 aprile 2014, n. 56; previsione del dirigente apicale dell’ente e obbligo per i Comuni con meno di 5000 abitanti di gestire la funzione di direzione apicale in via associata; istituzione del ruolo unico, con accesso mediante concorso o corso–concorso; inserimento, in sede di prima applicazione, di coloro che sono iscritti all’Albo dei segretari comunali e provinciali.”
 In questa nuova bozza, al contrario:
-          Non esiste più una previsione organica di funzione di direzione apicale;
-          Non esiste alcun ruolo specifico dei dirigenti apicali;
-          Il segretario è abolito e relegato in una sezione a esaurimento.
Sarebbe una proposta sconcertante, che interverrebbe su tratti storici ed essenziali dell’attuale assetto istituzionale degli enti locali, non per rinnovarli e riformarli ma con una semplice abolizione e senza che vi sia un disegno organico su quale nuovo assetto si intende proporre, per garantire la tenuta del sistema istituzionale stesso.
Nemmeno si comprende come si possano avanzare ipotesi così contraddittorie, cambiando – da una settimana all’altra -  repentinamente idee o prospettive sull’utilità o meno di una riforma del segretario o di una funzione di direzione complessiva, sulla logica di un assetto “di sistema” delle istituzioni delle Autonomie Locali e in esso dell’intera dirigenza locale.
Facciamo quindi fatica a ritenere che tale bozza costituisca qualcosa di più o di diverso da una delle tante minute che poi non trovano spazio nel disegno di legge effettivo.
Al Governo e alle Istituzioni ricordiamo che quella dei segretari è una categoria storica, che ha servito questo Paese dalla sua nascita, e però rinnovandosi sempre, riformandosi, tanto da essere la prima fra tutte le categorie della dirigenza pubblica a sperimentare un Albo Nazionale e lo spoils system, una categoria che oggi è composta da migliaia di dirigenti pubblici, giovani o meno giovani, che quotidianamente lavorano fianco a fianco con amministratori e dipendenti, per il Paese.
In tutte queste settimane l’Unione dei Segretari ha COSTANTEMENTE E IN OGNI SEDE cercato il dialogo con il Governo, ha offerto contributi dettati non da uno spirito corporativo, che non ci appartiene, ma dalla convinzione che attraverso una buona riforma dei segretari si potesse, anzi si dovesse fare una buona riforma per gli enti locali, anche accettando che questa riforma dovesse comportare – ancora una volta - dei sacrifici e la capacità di rinnovarsi e mettersi in gioco da parte degli stessi segretari.
Non cada il Governo nell’errore di ritenere che i segretari fossero un inutile e superfluo residuato, la cui abolizione non reca danni ma semmai libera energie nuove. Forse in un singolo ente, ma nelle migliaia che compongono il nostro Paese i segretari erano e sono invece una componente essenziale per il buon funzionamento del sistema delle Autonomie, un presidio di sistema al servizio del sistema stesso, la cui necessità è semmai in questi anni aumentata per l’aumentata complessità delle funzioni degli enti e per la impellenza che gli enti hanno di continuare a dare risposte ai bisogni nuovi e più ampi delle comunità e dei territori. L’abolizione del segretario non è la via per raggiungere più facilmente quei bisogni e garantirli, è semmai un ostacolo nuovo, un supporto in meno per le Autonomie, un indebolimento degli Enti Locali e della loro capacità di garantire il benessere dei cittadini.
E’ da questa convinzione che ripartiamo per continuare a chiedere al Governo e alle Istituzioni di rinnovare e riformare la figura per preservare e rinnovare la funzionalità dei comuni e delle province.


La Segreteria Nazionale UNSCP

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