All’indomani del Consiglio dei
Ministri del 10 luglio, nel quale il Governo ha approvato una nuova versione
del disegno di legge di riforma della dirigenza pubblica nel più ampio quadro
di una riforma delle stesse amministrazioni pubbliche, è cominciata a circolare
la relativa nuova bozza.
Sulla dirigenza degli enti locali
e sui segretari comunali e provinciali le previsioni contenute in questa bozza
costituiscono un così completo e totale sovvertimento di quanto il Governo
stesso aveva dichiarato nelle scorse settimane, da farci dubitare che essa sia
attendibile o che realmente corrisponda al disegno di legge approvato dal
Governo.
In materia di segretari, infatti,
si prevedrebbe l’abolizione completa della figura, con il conseguente
collocamento dei segretari un una sezione a esaurimento di un nuovo ruolo unico
dei dirigenti degli enti locali.
E questo nonostante nelle scorse
settimane, dopo la lettera del Governo ai dipendenti pubblici nella quale al
punto 13 era proposta l’abolizione della figura del segretario, era accaduto
che: 1)centinaia di amministratori locali di comuni e provincie di ogni regione
d’Italia e di ogni dimensione avevano chiesto al Governo di NON abolire il
segretario ma piuttosto riformarlo, per renderlo una figura ancora più capace
di svolgere una funzione di direzione complessiva e di garanzia per l’ente
locale; 2) lo stesso Ministro Madia, in una lettera al Sole 24 Ore, aveva
dichiarato pubblicamente che il Governo non aveva intenzione di abolire
semplicemente la figura, ma di rivederla; 3) L’Anci aveva ufficialmente
proposto a sua volta non l’abolizione ma la riforma della figura del segretario
per dotare il sistema delle Autonomie di una dirigenza apicale moderna e in
grado di assicurare la direzione complessiva degli enti; 4) nello stesso report
pubblicato dal Ministro Madia sulla consultazione pubblica aperta con la
lettera ai dipendenti si prendeva atto ufficialmente che l’abolizione del
segretario aveva ricevuto una netta prevalenza di riscontri negativi, e che vi
era stata una importante risposta anche degli enti direttamente interessati; 5)
nell’Accordo Istituzionale “Italia Semplice”, sottoscritto il 5 giugno dal
Governo con Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, si prevedeva in materia la
realizzazione di “un mercato organico
della dirigenza articolato territorialmente che implichi anche un intervento sulla disciplina
dei segretari comunali e provinciali”; 6) e infine nel Consiglio dei
Ministri del 13 Giugno il Governo stesso emetteva un comunicato stampa sul
disegno di legge delega, nel quale, in materia di dirigenza delle regioni e
degli enti locali si leggeva: “coordinamento
con il processo di riordino istituzionale avviato con la legge n. 7 aprile
2014, n. 56; previsione del dirigente
apicale dell’ente e obbligo per i Comuni con meno di 5000 abitanti di
gestire la funzione di direzione apicale in via associata; istituzione del ruolo unico, con accesso mediante concorso o
corso–concorso; inserimento, in sede di
prima applicazione, di coloro che sono iscritti all’Albo dei segretari comunali
e provinciali.”
-
Non esiste più una previsione organica di
funzione di direzione apicale;
-
Non esiste alcun ruolo specifico dei dirigenti
apicali;
-
Il segretario è abolito e relegato in una
sezione a esaurimento.
Sarebbe una proposta
sconcertante, che interverrebbe su tratti storici ed essenziali dell’attuale
assetto istituzionale degli enti locali, non per rinnovarli e riformarli ma con
una semplice abolizione e senza che vi sia un disegno organico su quale nuovo
assetto si intende proporre, per garantire la tenuta del sistema istituzionale
stesso.
Nemmeno si comprende come si
possano avanzare ipotesi così contraddittorie, cambiando – da una settimana
all’altra - repentinamente idee o
prospettive sull’utilità o meno di una riforma del segretario o di una funzione
di direzione complessiva, sulla logica di un assetto “di sistema” delle
istituzioni delle Autonomie Locali e in esso dell’intera dirigenza locale.
Facciamo quindi fatica a ritenere
che tale bozza costituisca qualcosa di più o di diverso da una delle tante
minute che poi non trovano spazio nel disegno di legge effettivo.
Al Governo e alle Istituzioni
ricordiamo che quella dei segretari è una categoria storica, che ha servito
questo Paese dalla sua nascita, e però rinnovandosi sempre, riformandosi, tanto
da essere la prima fra tutte le categorie della dirigenza pubblica a
sperimentare un Albo Nazionale e lo spoils system, una categoria che oggi è
composta da migliaia di dirigenti pubblici, giovani o meno giovani, che
quotidianamente lavorano fianco a fianco con amministratori e dipendenti, per
il Paese.
In tutte queste settimane
l’Unione dei Segretari ha COSTANTEMENTE E IN OGNI SEDE cercato il dialogo con
il Governo, ha offerto contributi dettati non da uno spirito corporativo, che
non ci appartiene, ma dalla convinzione che attraverso una buona riforma dei
segretari si potesse, anzi si dovesse fare una buona riforma per gli enti
locali, anche accettando che questa riforma dovesse comportare – ancora una
volta - dei sacrifici e la capacità di rinnovarsi e mettersi in gioco da parte
degli stessi segretari.
Non cada il Governo nell’errore
di ritenere che i segretari fossero un inutile e superfluo residuato, la cui
abolizione non reca danni ma semmai libera energie nuove. Forse in un singolo
ente, ma nelle migliaia che compongono il nostro Paese i segretari erano e sono
invece una componente essenziale per il buon funzionamento del sistema delle
Autonomie, un presidio di sistema al servizio del sistema stesso, la cui necessità
è semmai in questi anni aumentata per l’aumentata complessità delle funzioni
degli enti e per la impellenza che gli enti hanno di continuare a dare risposte
ai bisogni nuovi e più ampi delle comunità e dei territori. L’abolizione del
segretario non è la via per raggiungere più facilmente quei bisogni e
garantirli, è semmai un ostacolo nuovo, un supporto in meno per le Autonomie,
un indebolimento degli Enti Locali e della loro capacità di garantire il
benessere dei cittadini.
E’ da questa convinzione che ripartiamo
per continuare a chiedere al Governo e alle Istituzioni di rinnovare e
riformare la figura per preservare e rinnovare la funzionalità dei comuni e
delle province.
La Segreteria
Nazionale UNSCP
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