Una riunione che ha avuto un esito positivo per quanto riguarda la programmazione dei corsi, ma ambiguo sul versante del reclutamento di nuovi segretari
ROMA – L’Unione nazionale dei segretari comunali e provinciali, insieme alle altre organizzazioni sindacali di categoria, ha incontrato ieri i rappresentanti dell’Albo nazionale. Una riunione che ha avuto un esito positivo per quanto riguarda la programmazione dei corsi, ma ambiguo sul versante del reclutamento di nuovi segretari. Il Consiglio direttivo dell’Albo ha infatti confermato di aver deliberato l’avvio sia dei corsi Spes che dei Sefa, che dovrebbero partire in estate. A livello di formazione sul territorio si organizzeranno 3 corsi in circa 18 Prefetture su management e personale, anticorruzione e Codice dei contratti.
L’Unione ha chiesto esplicitamente, supportata poi anche dalle altre sigle, che i contenuti didattici di tutta la formazione (non solo territoriale ma anche Spes, Sefa e COA6) siano oggetto di concertazione, proposta accettata dalla controparte. Per il segretario nazionale dell’Unscp, Alfredo Ricciardi, “l’Unione, assieme alle altre organizzazioni, ha preso atto positivamente dell’annunciato sblocco dei corsi di specializzazione e della ripresa dell’attività di formazione anche del territorio. Non senza ribadire il rammarico per i due anni trascorsi dagli ultimi corsi di specializzazione e dalle ultime attività di formazione”.
Dall’altro lato, ambiguo è stato l’esito del discorso sul reclutamento di nuovi segretari, nel contesto di una categoria che sconta da tempo una notevole carenza di organico. Durante la riunione è stato riferito che il Consiglio direttivo ha sì deciso un nuovo reclutamento per l’iscrizione all’Albo di altri 170 segretari, ma che si tratterebbe di un normale corso concorso, quasi come se la proposta del concorso secco, pure menzionata dal comunicato del Ministero di alcuni giorni fa, possa essere presa in considerazione solo per ulteriori reclutamenti ancora da stabilire.
“Da un lato apprezziamo molto che il ministero dell’Interno e le Autonomie locali come Anci e Upi abbiano avvertito la necessità di provvedere con urgenza a un nuovo ulteriore reclutamento di 170 segretari- ha commentato Ricciardi- reputiamo però fortemente contraddittorio il fatto che la proposta che l’Unione, assieme a Cgil, Cisl e Uil, ha inoltrato a suo tempo al ministero di snellimento della procedura concorsuale nel mantenimento dei più assoluti criteri di rigore nella selezione non venga prevista per il primo concorso utile. La nostra proposta mira ad immettere i segretari in servizio in un tempo più rapido rispetto all’attuale corso concorso, che in genere impiega circa due anni e mezzo dall’avvio della procedura di reclutamento”.
Una posizione che l’Unscp reputa “incomprensibile, perché l’urgenza è ora e ipotizzare di sveltire il concorso per un futuro usando il sistema attuale per il prossimo concorso fa bandire non risponde all’urgenza sfiorando e forse superando i limiti del paradosso”. Su questo, “tutte le organizzazioni sindacali hanno fatto muro assieme all’Unione ribadendo con forza la richiesta di immediata modifica normativa per consentire che già il reclutamento dei nuovi ulteriori 170 segretari avvenga con il concorso secco: occorre dare nuovi segretari ai piccoli Comuni, che ne hanno bisogno, entro un tempo ragionevole, ovvero al massimo un anno. La situazione altrimenti diventerebbe ingestibile”, ha concluso Ricciardi. Ultimo punto di rilievo trattato nell’incontro è l’ipotesi di riorganizzazione del ministero, all’interno della quale sarebbe previsto che la gestione dell’Albo rientri come funzione specifica della Direzione Centrale per le Autonomie, nell’ambito del dipartimento Affari Interni e Territoriali. Per l’Unione è prematuro valutare questa prospettiva come positiva o negativa, ma si è comunque ribadito che la figura del segretario, come scritto dalla Corte costituzionale, è da sempre oggetto di tensioni fra opposti riferimenti, cioè in questo caso ministero e Autonomie, e quello che conta è che l’assetto istituzionale sia bilanciato e condiviso, poiché ogni sbilanciamento o mancanza di condivisione fra le istituzioni di riferimento rischia di generare reazioni contraddittorie e nuove tensioni.
Fonte: Agenzia DIRE.
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