Ci risiamo. Il testo del maxiemendamento alla legge di bilancio per il 2020, su cui il governo ha posto la fiducia, consta di 958 commi per 313 pagine. C’è di tutto: alberghi, farmacie, medici, poligrafici, concessioni, spese veterinarie, carburanti, elettrodotti, certificati energetici, piste ciclabili, vigili del fuoco, tariffe Inail, rete ferroviarie, investimenti statali e locali, la sicurezza nella città di Matera, lavori nella Villa Alari Visconti di Saliceto a Cernusco sul Naviglio, e così via. Molte norme sono scritte per sottrarre attività pubbliche ad altre norme, creando percorsi straordinari. Tutte le norme sono scritte con la tecnica del rinvio a decine di altre leggi, ciò che rende ancora più oscuro il loro dettato. Perché questa corsa di fine anno, nella quale tutti cercano di inserire qualcosa nella legge di bilancio, che diventa così una disposizione «omnibus», mentre dovrebbe soltanto indicare entrate e spese, gli stanziamenti, ordinati per missioni e programmi, che autorizzano le amministrazioni a prelevare e a spendere? La ragione è semplice. Vengono sfruttati i tempi stretti (va approvata entro la fine dell’anno, per non andare all’esercizio provvisorio), la «permeabilità» del Parlamento, persino il clima pre-festivo.
Inizia così l'articolo di Sabino Cassese dal titolo Una legge confusa.
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