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venerdì 27 maggio 2016

Riforma Pa. Assegno «alimentare» per l’assenteista sospeso. Ecco le condizioni del Senato sul decreto licenziamenti

Ai dipendenti pubblici pescati a timbrare per poi allontanarsi dall’ufficio va assicurato un «assegno alimentare» dopo la sospensione da lavoro e stipendio, che secondo il decreto attuativo della riforma Madia sul procedimento disciplinare deve arrivare entro 48 ore dai fatti. È una delle condizioni poste dal parere formulato dalla commissione Affari costituzionali del Senato sul decreto anti-furbetti, inserito nel primo gruppo di provvedimenti attuativi della delega sulla Pa dopo il caso Sanremo. I senatori chiedono anche di rivedere il meccanismo del calendario accelerato per le contestazioni, che secondo il rilancio effettuato dal decreto Madia deve portare alla decisione finale entro 30 giorni: i correttivi chiesti da Palazzo Madama hanno il duplice obiettivo di «assicurare il diritto costituzionale di difesa» e di «rendere esplicito il giorno di decorrenza del termine di trenta giorni», per evitare che il taglio dei tempi finisca paradossalmente per creare una procedura incerta e a rischio contenziosi.
Inizia così l'articolo di Gianni Trovati dal titolo Riforma Pa. Assegno «alimentare» per l’assenteista sospeso. Ecco le condizioni del Senato sul decreto licenziamenti pubblicato sul Sole 24 Ore – 26 maggio 2016.
Il testo è stato oggetto di esame in Conferenza Unificata ed ora presentato in Parlamento per i prescritti pareri (Atto n. 292).
In argomento si vedano i precedenti post:

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