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mercoledì 20 gennaio 2016

Gli emendamenti proposti da ANCI al DL n. 210 del 30 dicembre 2015 (cd Milleproroghe)

Una soluzione generale urgente alla questione del salario accessorio, su cui l’Associazione chiede a Parlamento e Governo la massima attenzione: una norma del tutto in linea con quanto già previsto dalla legge di stabilità, che preveda la possibilità di recuperare utilizzando i risparmi dei processi di razionalizzazione della spesa, nonché i proventi derivanti dalle sponsorizzazioni e la temporanea rinuncia volontaria, da parte dei Comuni interessati, alle facoltà assunzionali. E’ il senso di uno degli emendamenti proposti dall’Anci al DL n. 210/2015 Milleproroghe

Si tratta, sostiene l’Associazione, di una soluzione ragionevole e graduale, che pone le condizioni per il recupero ed evita riduzioni delle componenti salariali, dopo anni di blocchi.
Gli emendamenti dell’Anci riguardano inoltre altre questioni, a partire da quella delle nuove norme che regolano le gare per l’affidamento della distribuzione del gas: i Comuni ribadiscono che i termini vanno prorogati e la sanzioni annullate, visti i ritardi causati dall’attuale caos normativo e l’alto rischio di contenziosi.
Una correzione formale sul testo viene proposta invece per rendere effettiva la proroga dei contratti a tempo determinato nelle Città metropolitane e nelle Province anche per il 2016. Si chiede di eliminare le sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità e di risolvere gli effetti assai perversi per sanzioni emerse in seguito a interpretazioni difformi sulle mutevoli normative sul Psi, in un contesto auspicabile più generale di rivisitazione della normativa sulle sanzioni.
La proposte dell’Anci intervengono anche, tra l’altro, a risolvere le difficoltà riscontrate dai Comuni per governare le procedure di dissesto, trovare una soluzione al mancato ristoro del gettito Imu agricola 2015 nel solco di quanto riconosciuto per il 2014, assicurare il funzionamento degli uffici giudiziari, rimanendo aperta la questione molto importante del ristoro delle spese di giustizia 2012/2015, garantire l’assunzione di adeguato personale agli enti locali che si sono costituiti come soggetti aggregatori della domanda di beni, servizi e lavori.
L’Anci ritorna infine sulla sanatoria delle delibere Imu-Tasi del 2015, per quei Comuni che hanno approvato bilancio oltre il 31 luglio per varie ragioni - ritardi nell’insediamento degli organi dopo elezioni, complessità e lunghezza iter decisionale bilancio. Si tratta di una richiesta ragionevole alla luce della complessità del 2015 e delle scenario determinato dalla legge di stabilità 2016, e non impatta sui saldi di finanza pubblica.
Fonte: ANCI.
In argomento si vedano i precedenti post:

1 commento:

  1. Abbiamo un po’ tutti un’opinione piuttosto strana sulla felicità: “Non ho grandi pretese” diciamo, ”mi basta poco per essere felice: buona salute, il necessario per vivere, un amore ricambiato, una vita familiare serena, un lavoro che mi piaccia e, attorno, un po’ di gente che mi voglia bene. Tutto qui.” Accidenti dico io, e vi pare poco? Se la vita fosse veramente così, questa non sarebbe,- com’ è-, una
    “valle di lacrime”, ma il più meraviglioso dei paradisi terrestri. Sembrano cose da poco, lo so, desideri legittimi, ma sono invece moltissimo. Chiedere ad esempio, “buona salute”, “il necessario per vivere”, un amore ricambiato” e “ gente amica intorno” vuol dire cancellare in un soffio un’infinità di cose spiacevoli, ma purtroppo naturali, come le malattie, la morte, le delusioni, la paura della miseria, l’odio e l’invidia degli altri. Noi pensiamo di accontentarci di poco solo perché non chiediamo palazzi, miliardi, diamanti e montagne di pellicce di visone. Ma queste cose sì che sono poco rispetto alla salute, alla gioia di vivere, cioè ai doni fondamentali della vita che ciascuno di noi può godere, certo, ma solo a frammenti qua e là, per brevi periodi e soprattutto. in fretta, lungo la corsa vertiginosa del tempo verso il traguardo finale. E basta già la fatalità di questo “traguardo” a farci capire come sia tutt’altro che “poco” quello che vorremmo per essere felici.
    Vittorio Buttafava

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