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mercoledì 15 marzo 2017

Linee Guida Anac sulla Trasparenza: Obblighi di pubblicazione per i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e di incarichi dirigenziali

Il Consiglio dell’ANAC ha approvato nella seduta dell’8 marzo 2017, dopo la consultazione pubblica, le Linee guida sull’applicazione dell’art. 14 del d.lgs. 33/2013 Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali, come modificato dall’art. 13 del d.lgs. 97/2016.

Alla luce delle modifiche introdotte dal d.lgs. 97/2016, le Linee guida forniscono indicazioni e chiarimenti sull’attuazione delle misure di trasparenza contenute nell’art. 14, oggi riferite ad un novero di soggetti più ampio rispetto al testo previgente. 
Le Linee guida entrano in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla G.U. e sostituiscono integralmente la delibera numero 144 del 7 ottobre 2014.
Linee guida.
Sul punto si riporta quanto contenuto nell'articolo di Arturo Bianco dal titolo  Trasparenza: l’applicazione per i dirigenti e gli amministratori
"La sospensione dell’obbligo di pubblicazione delle informazioni relative ai dirigenti è stata disposta dalla sezione prima quater del Tar del Lazio, con la ordinanza 1030 del 2 marzo 2017. Il provvedimento ha preso posizione negativa sulla nota con cui il Garante per la privacy aveva espresso parere favorevole alla pubblicazione dei dati reddituali e patrimoniali dei dirigenti pubblici in applicazione delle previsioni dettate dall’articolo 14, comma 1 bis, del D.Lgs.  n. 33/2013, disposizione che ricordiamo essere stata introdotta dal D.Lgs. n. 97/2014. Alla base del provvedimento di urgenza la “esigenza di salvaguardare la res adhuc integra”, cioè una questione non ancora compromessa, nelle more dell’adozione del provvedimento di merito. Essa ricorda inoltre “la consistenza delle questioni di costituzionalità e di compatibilità con le norme di diritto comunitario sollevate in ricorso; l’irreparabilità del danno paventato dai ricorrenti”.

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