Lo sappiamo: uno dei principali strumenti di contrasto della corruzione è certamente la trasparenza amministrativa.
Ma come si comportano i Comuni rispetto alle disposizioni previste dalla legge anticorruzione?
Siamo andati a verificare come viene attuata la normativa negli enti locali più importanti del Paese, i grandi comuni, poiché questi, come tutti gli enti pubblici, non solo devono approvare un loro personalissimo Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, ma lo devono anche aggiornare costantemente (consultando la società civile... magari).
Il Responsabile della Prevenzione (RPC) deve pubblicare, oltretutto, una Relazione entro il 15 gennaio sul sito istituzionale dell’ente riguardo le misure intraprese nell'anno precedente, i risultati ottenuti e quelli mancati. Ed è qui che entra in gioco anche la trasparenza.
Senza pretesa di esaustività, lo studio di Civico 97 è il primo strumento italiano che riesce a darci una fotografia dello stato delle cose. In attesa del secondo report, che presumibilmente pubblicheremo a fine mese, vogliamo ricordare brevemente alcuni dei risultati dell'indagine dello scorso anno.
Abbiamo monitorato le Relazioni di 119 Comuni, individuando cinque elementi chiave. Abbiamo inoltre ripetuto il monitoraggio a distanza di due settimane dopo la scadenza del termine, per rilevare anche i “ritardatari” e non perdere l'occasione di raccogliere le preziose informazioni contenute nelle Relazioni annuali.
Inizia così l'articolo pubblicato sul sito riparteilfuturo.it dal titolo L’anticorruzione nei Comuni è solo un adempimento formale? di presentazione del Rapporto “L’anticorruzione nei comuni italiani” elaborato dalle associazioni: Transparency International Italia, Riparte il futuro, Civico97.
Qui il link al rapporto integrale.
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