Il governo sta preparando un secondo pacchetto di provvedimenti nell'ambito della riforma della pubblica amministrazione. Lo ha anticipato il ministro Marianna Madia intervenendo alla Conferenza delle Regioni. Dopo gli undici decreti già approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri, che dovrebbero essere pubblicati in Gazzetta ufficiale nel giro di un paio di mesi, le nuove misure allo studio riguardano i lavoratori pubblici e in particolare la
dirigenza.
"Le riforme rinviate nei decenni scorsi nel nostro Paese - ha sottolineato Madia parlando ai governatori - ci hanno portato ad affrontare la più grave crisi economica del dopoguerra a mani nude. Questo governo ha legato la sua esistenza ad un'azione riformatrice ben sapendo che il grado di riformismo di un Paese non si misura sulla quantità di leggi approvate, ma nei reali cambiamenti che si introducono nella vita dei cittadini".
L'obiettivo, ha poi spiegato, "è quello di consegnare alle persone una pubblica amministrazione che nel suo insieme sappia fornire risposte con certezza di regole e di tempi: al cittadino o all'imprenditore interessa poco se una risposta alla propria richiesta non arriva o arriva in ritardo per colpa di una o di un'altra amministrazione; di fatto per le persone è la Repubblica nel suo insieme che non è in grado di dare quelle risposte. Il rischio è che le strategie di politica economica siano vanificate se un'amministrazione blocca una decisione". Il ministro ha quindi riconosciuto l'apporto importante fornito dalle Regioni a tante parti della riforma e ha annunciato che dopo questo primo pacchetto di decreti si sta lavorando ad una seconda tranche sui lavoratori pubblici, e in particolare sulla dirigenza, per i quali si può immaginare un maggior coinvolgimento preliminare di Regioni ed enti locali. Madia ha infine chiesto a tutti coloro che hanno interesse a che l'amministrazione non sia percepita come ostacolo il concorso per "l'implementazione delle norme al fine di consegnare ai cittadini un Paese semplice, dove sia semplice vivere, lavorare e produrre. Ma anche un Paese più competitivo, più equo perché sono i più deboli ad essere ostacolati dalle complicazioni, e più umano".
Fonte: AGI.
Sulla riforma della dirigenza pubblica si vadano su questo blog i precedenti post:
- Il documento approvato dal Consiglio Nazionale dell'ANCI del 21 gennaio sulla riforma della dirigenza pubblica;
- Dirigenza pubblica a rischio caos;
- Il Ministro Madia al question time del Senato sul ruolo unico dei dirigenti;
- Istituti di ispirazione anglosassone nella nuova riforma della pubblica amministrazione: le commissioni per la dirigenza;
- Il Prof. D'Alessio in audizione sul DDL di riorganizzazione della PA: gli aspetti critici della riforma della dirigenza;
- La riforma della dirigenza pubblica con particolare riguardo alla dirigenza locale: riflessioni a margine della legge delega 124/2015;
- Quale dirigenza per gli enti locali;
- Rinnovo degli incarichi dirigenziali senza procedura solo se motivati e a seguito di valutazione positiva;
- Riforma Pa, per i dirigenti pubblici decadenza solo dopo «valutazione negativa»;
- Riforma Madia: per i dirigenti risoluzione del rapporto solo in caso di valutazione negativa;
- Madia: «Solo la valutazione negativa farà decadere dal ruolo unico»;
- Dalla riforma Madia rischio esuberi per i dirigenti locali.
- Interventi al Seminario a porte chiuse sulla Legge Madia organizzato da federalismi, Osservatorio sui processi di governo e FormAP;
- La riforma della dirigenza pubblica con particolare riguardo alla dirigenza locale: riflessioni a margine della legge delega 124/2015;
- Quale dirigenza per gli enti locali;
- Nota di lettura di ANCI Veneto sulla legge di riorganizzazione della PA (L. 124/2015);
- Nota di lettura del servizio studi del Senato sulla legge di riorganizzazione della PA (L. 124/2015);
- Riforma Pa, pioggia di critiche in Parlamento sulle regole per la dirigenza.
Sull'abolizione del Segretario comunale e la nuova figura di Dirigente apicale si vedano i precedenti post:
- Il vertice amministrativo degli enti locali nella riforma della PA: il dirigente apicale e il direttore generale;
- Un articolo pubblicato dal quotidiano Italia Oggi sul dirigente apicale previsto dalla Legge 124/2015;
- Il resoconto del Consiglio Nazionale dell'UNSCP del 30 ottobre 2015 a cura di Daniela Urtesi;
- Commento e lettura della Segreteria Nazionale UNSCP al DDL 1577 approvato dal Senato;
- Tutti contrari all'abolizione dei Segretari comunali: ma il Governo se ne è accorto? ;
- L'abolizione dei Segretari comunali: un attacco al cuore della Repubblica;
- Nella delega Madia spunta il ponte triennale per i segretari;
- Segretario generale, direttore generale e dirigente apicale;
- Segretario comunale: quali funzioni conserva?
- Al «dirigente apicale» dei Comuni serve una sezione ad hoc nel ruolo unico;
- L'ordine del giorno accolto dal Governo: Dirigenti apicali in possesso di requisiti professionali specifici;
- Altro ordine del giorno accolto dal Governo sul possesso di requisiti professionali specifici per i Dirigenti apicali;
- Segretari Comunali: Torna il dirigente generale per i comuni oltre 100mila abitanti;
- ANCI ed UPI sulla riforma della PA: dirigente apicale negli enti di maggiori dimensioni scelto anche fuori dal ruolo.
- Se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno? Riflessioni di un segretario artigiano sull'emendamento Saggese.
Un uomo non si giudica dalla sfortuna, ma nella fortuna. Di fronte ad una sventura, sotto lo schianto di un dolore, qualunque persona appare fragile e mite, meritevole di pietà; anche un mostro ispira compassione il giorno in cui gli muore, che so, la madre o un figlio. Ma è nei momenti di trionfo, quando le ambizioni si scatenano e la vanità resta solleticata, che affiorano le qualità vere di un uomo. E’ allora che si scopre se è davvero generoso, comprensivo, disposto a riconoscere che la fortuna e la ricchezza non sono la prova della sua superiorità, ma soltanto un dono che la vita gli ha offerto perché ne faccia partecipi gli altri.
RispondiEliminaLa buona sorte ha un fascino prepotente; è difficile resisterle. Vittorio Buttafava
Un giorno, tra miliardi di anni. Suoneranno ( sembra) le trombe del Giudizio Universale. Talvolta ci penso e mi immagino confuso in una moltitudine che coprirà non solo la terra, ma l’Universo; una moltitudine di poveri corpi infreddoliti, appena usciti alla luce, con gli occhi sbarrati per la paura e la meraviglia . Vicino a me ci saranno degli sconosciuti, svegliati anche loro di soprassalto dopo un interminabile riposo. Ci guarderemo con indifferenza; non conterà nulla aver dormito gomito a gomito, nel grembo della terra, per una catena di secoli. Ma subito cercherò con gli occhi le persone che mi sono state care in quel barlume di tempo che sembrerà la mia vita. Anche gli altri cercheranno , in una confusione gigantesca, senza speranza. Non ci ritroveremo. E ciascuno di noi , solo, comincerà a vivere la sua eternità.
RispondiEliminaMa allora, forse, le passioni, gli affetti di oggi non conteranno più niente; gli amori che adesso ci scuotono saranno non più che fantasmi della memoria. Eppure ( così almeno ci rassicurano )saremo felici egualmente, immersi in una gioia immutabile, anche se ora, a pensarci, uomo tra gli uomini, non riesco ad immaginare una felicità che non sia impastata di tenerezza, di amore, di nostalgia, di dolore. Vittorio Buttafava
Er giorno der giudizzio
Quattro angioloni co le tromme in bocca
Se metteranno uno pe cantone
A ssonà: poi co ttanto de vocione
Cominceranno a dì: "Fora a chi ttocca"
Allora vierà su una filastrocca
De schertri da la terra a ppecorone,
Pe ripijà ffigura de perzone
Come purcini attorno de la biocca.
E sta biocca sarà Dio benedetto,
Che ne farà du' parte, bianca, e nera:
Una pe annà in cantina, una sur tetto.
All'urtimo uscirà 'na sonajera
D'angioli, e, come si ss'annassi a letto,
Smorzeranno li lumi, e bona sera. »
Trilussa
Diciamo: “ Acqua passata non macina più”. Sembra un proverbio banalissimo. Invece è straordinariamente acuto e prezioso. Che cos’è l’”acqua passata”‘. Sono i ricordi fastidiosi, gli amori sbagliati, gli errori, le brutte figure, le stolte cattiverie, le amarezze. E vi sembra poco saggio un proverbio che invita in quattro parole a buttare via tutta questa merce ingombrante? Abbiamo tutti, dentro, fiumi di “acqua passata”. E noi, invece di renderci conto che ormai “ non macina più”, e che quindi non vale la pena di trattenerla, continuiamo a restarvi immersi fino al collo, perdendo tempo, serenità e coraggio. Non è stolto percorrerla guardando all’indietro, alle infinite cose che “non macinano più”, quando c’è così poco spazio davanti, così poca acqua nuova da “ macinare”?
RispondiEliminaToglietevi dalla testa, se foste così ingenui da coltivarla, l’illusione di essere indispensabili. Lo so, è spiacevole ammetterlo, ma il mondo può benissimo vivere senza di noi. Quando muore qualche personaggio importante i giornali scrivono: “ Ha lasciato un vuoto incolmabile”. Storie. Non esistono vuoti incolmabili; poche settimane bastano per riempire il baratro più spaventoso. E’ soltanto la nostra vanità a farci credere di non poter essere sostituiti, di possedere noi soli il segreto per mandare avanti una certa cosa: il lavoro, l’azienda, la famiglia. Invece siamo tutti soltanto invisibili rotelline d’un enorme ingranaggio. Ogni tanto-migliaia e migliaia al giorno- una rotellina si spezza; l’ingranaggio ha un impercettibile sussulto. Ma è niente, appena un brivido. Ci sono lì, pronte, altre migliaia di rotelline nuove.
RispondiEliminaVittorio Buttafava