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giovedì 25 febbraio 2016

Riforma PA: Madia, al lavoro su provvedimenti su dirigenti pubblici

Il governo sta preparando un secondo pacchetto di provvedimenti nell'ambito della riforma della pubblica amministrazione. Lo ha anticipato il ministro Marianna Madia intervenendo alla Conferenza delle Regioni. Dopo gli undici decreti già approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri, che dovrebbero essere pubblicati in Gazzetta ufficiale nel giro di un paio di mesi, le nuove misure allo studio riguardano i lavoratori pubblici e in particolare la
dirigenza. 

"Le riforme rinviate nei decenni scorsi nel nostro Paese - ha sottolineato Madia parlando ai governatori - ci hanno portato ad affrontare la più grave crisi economica del dopoguerra a mani nude. Questo governo ha legato la sua esistenza ad un'azione riformatrice ben sapendo che il grado di riformismo di un Paese non si misura sulla quantità di leggi approvate, ma nei reali cambiamenti che si introducono nella vita dei cittadini".
L'obiettivo, ha poi spiegato, "è quello di consegnare alle persone una pubblica amministrazione che nel suo insieme sappia fornire risposte con certezza di regole e di tempi: al cittadino o all'imprenditore interessa poco se una risposta alla propria richiesta non arriva o arriva in ritardo per colpa di una o di un'altra amministrazione; di fatto per le persone è la Repubblica nel suo insieme che non è in grado di dare quelle risposte. Il rischio è che le strategie di politica economica siano vanificate se un'amministrazione blocca una decisione". Il ministro ha quindi riconosciuto l'apporto importante fornito dalle Regioni a tante parti della riforma e ha annunciato che dopo questo primo pacchetto di decreti si sta lavorando ad una seconda tranche sui lavoratori pubblici, e in particolare sulla dirigenza, per i quali si può immaginare un maggior coinvolgimento preliminare di Regioni ed enti locali. Madia ha infine chiesto a tutti coloro che hanno interesse a che l'amministrazione non sia percepita come ostacolo il concorso per "l'implementazione delle norme al fine di consegnare ai cittadini un Paese semplice, dove sia semplice vivere, lavorare e produrre. Ma anche un Paese più competitivo, più equo perché sono i più deboli ad essere ostacolati dalle complicazioni, e più umano".
Fonte: AGI.
Sulla riforma della dirigenza pubblica si vadano su questo blog i precedenti post:


Sull'abolizione del Segretario comunale e la nuova figura di Dirigente apicale si vedano i precedenti post:

4 commenti:

  1. Un uomo non si giudica dalla sfortuna, ma nella fortuna. Di fronte ad una sventura, sotto lo schianto di un dolore, qualunque persona appare fragile e mite, meritevole di pietà; anche un mostro ispira compassione il giorno in cui gli muore, che so, la madre o un figlio. Ma è nei momenti di trionfo, quando le ambizioni si scatenano e la vanità resta solleticata, che affiorano le qualità vere di un uomo. E’ allora che si scopre se è davvero generoso, comprensivo, disposto a riconoscere che la fortuna e la ricchezza non sono la prova della sua superiorità, ma soltanto un dono che la vita gli ha offerto perché ne faccia partecipi gli altri.

    La buona sorte ha un fascino prepotente; è difficile resisterle. Vittorio Buttafava

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  2. Un giorno, tra miliardi di anni. Suoneranno ( sembra) le trombe del Giudizio Universale. Talvolta ci penso e mi immagino confuso in una moltitudine che coprirà non solo la terra, ma l’Universo; una moltitudine di poveri corpi infreddoliti, appena usciti alla luce, con gli occhi sbarrati per la paura e la meraviglia . Vicino a me ci saranno degli sconosciuti, svegliati anche loro di soprassalto dopo un interminabile riposo. Ci guarderemo con indifferenza; non conterà nulla aver dormito gomito a gomito, nel grembo della terra, per una catena di secoli. Ma subito cercherò con gli occhi le persone che mi sono state care in quel barlume di tempo che sembrerà la mia vita. Anche gli altri cercheranno , in una confusione gigantesca, senza speranza. Non ci ritroveremo. E ciascuno di noi , solo, comincerà a vivere la sua eternità.
    Ma allora, forse, le passioni, gli affetti di oggi non conteranno più niente; gli amori che adesso ci scuotono saranno non più che fantasmi della memoria. Eppure ( così almeno ci rassicurano )saremo felici egualmente, immersi in una gioia immutabile, anche se ora, a pensarci, uomo tra gli uomini, non riesco ad immaginare una felicità che non sia impastata di tenerezza, di amore, di nostalgia, di dolore. Vittorio Buttafava
    Er giorno der giudizzio

    Quattro angioloni co le tromme in bocca
    Se metteranno uno pe cantone
    A ssonà: poi co ttanto de vocione
    Cominceranno a dì: "Fora a chi ttocca"

    Allora vierà su una filastrocca
    De schertri da la terra a ppecorone,
    Pe ripijà ffigura de perzone
    Come purcini attorno de la biocca.

    E sta biocca sarà Dio benedetto,
    Che ne farà du' parte, bianca, e nera:
    Una pe annà in cantina, una sur tetto.

    All'urtimo uscirà 'na sonajera
    D'angioli, e, come si ss'annassi a letto,
    Smorzeranno li lumi, e bona sera. »

    Trilussa

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  3. Diciamo: “ Acqua passata non macina più”. Sembra un proverbio banalissimo. Invece è straordinariamente acuto e prezioso. Che cos’è l’”acqua passata”‘. Sono i ricordi fastidiosi, gli amori sbagliati, gli errori, le brutte figure, le stolte cattiverie, le amarezze. E vi sembra poco saggio un proverbio che invita in quattro parole a buttare via tutta questa merce ingombrante? Abbiamo tutti, dentro, fiumi di “acqua passata”. E noi, invece di renderci conto che ormai “ non macina più”, e che quindi non vale la pena di trattenerla, continuiamo a restarvi immersi fino al collo, perdendo tempo, serenità e coraggio. Non è stolto percorrerla guardando all’indietro, alle infinite cose che “non macinano più”, quando c’è così poco spazio davanti, così poca acqua nuova da “ macinare”?

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  4. Toglietevi dalla testa, se foste così ingenui da coltivarla, l’illusione di essere indispensabili. Lo so, è spiacevole ammetterlo, ma il mondo può benissimo vivere senza di noi. Quando muore qualche personaggio importante i giornali scrivono: “ Ha lasciato un vuoto incolmabile”. Storie. Non esistono vuoti incolmabili; poche settimane bastano per riempire il baratro più spaventoso. E’ soltanto la nostra vanità a farci credere di non poter essere sostituiti, di possedere noi soli il segreto per mandare avanti una certa cosa: il lavoro, l’azienda, la famiglia. Invece siamo tutti soltanto invisibili rotelline d’un enorme ingranaggio. Ogni tanto-migliaia e migliaia al giorno- una rotellina si spezza; l’ingranaggio ha un impercettibile sussulto. Ma è niente, appena un brivido. Ci sono lì, pronte, altre migliaia di rotelline nuove.
    Vittorio Buttafava


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