Si ripubblica per l'attualità del tema il presente articolo pubblicato su questo blog nell'aprile 2015.
Come molti colleghi in questi giorni ero in comune per ricevere le liste elettorali. Una collega mi ha inviato un messaggio per dirmi che non aveva ben capito il senso degli interrogativi contenuti nel post L'intervento del Ministro Madia in Senato: non saranno più i Sindaci a nominare i Segretari/Dirigenti apicali! Poichè trattasi di collega attenta, la sua osservazione mi impone un chiarimento che, non potendolo aver fatto in precedenza per ragioni di tempo, provvedo a fare ora.
Come molti colleghi in questi giorni ero in comune per ricevere le liste elettorali. Una collega mi ha inviato un messaggio per dirmi che non aveva ben capito il senso degli interrogativi contenuti nel post L'intervento del Ministro Madia in Senato: non saranno più i Sindaci a nominare i Segretari/Dirigenti apicali! Poichè trattasi di collega attenta, la sua osservazione mi impone un chiarimento che, non potendolo aver fatto in precedenza per ragioni di tempo, provvedo a fare ora.
Immaginiamo che un Governo in una nazione qualsiasi andasse in Parlamento e per difendere un proprio provvedimento di abolizione dei cardiologi affermasse: "Stiamo abolendo i cardiologi, ma non stiamo abolendo le funzioni che oggi svolgono i cardiologi, che anzi vogliamo potenziare, e che saranno svolte da un medico della Nazione scelto da una Commissione Tecnica. Salvaguardiamo anche i livelli occupazionali perchè gli attuali cardiologi potranno essere chiamati a fare i pediatri, gli ortopedici e così via". Ad una simile affermazione qualunque cardiologo che svolge con passione il proprio lavoro, più che pensare alla propria posizione (che il governo comunque afferma di voler tutelare), sono convinto che penserebbe ai propri pazienti. Un'esclamazione "poveri pazienti" credo che non riuscirebbe a trattenerla.
Con l'immagine di questa storia parallela, torniamo al caso dell'abolizione dei Segretari ed all'intervento della Madia in Parlamento.
Il Ministro nel suo intervento ha omesso di raccontare che dopo il periodo transitorio, per come è scritta la norma oggi, qualunque dirigente pubblico può essere chiamato a svolgere le funzioni di Segretario/dirigente apicale (nella nostra storia qualunque medico può essere chiamato a fare il cardiologo).
La Madia è stata poco esatta anche nel ricostruire le modalità di nomina, che non sono quelle che ha raccontato in Parlamento. Il testo del DDL approvato, infatti, prevede un sistema che potrà portare ad una maggiore indipendenza del dirigente apicale (cosa che ho già scritto nel post del 11/04/2015 dal titolo Se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno? Riflessioni di un segretario artigiano sull'emendamento Saggese - punto 4 emendamento), ma non che la nomina sia di un soggetto non politico. Le norme debbono essere interpretate per come sono scritte, non per come le racconta il Ministro in Parlamento!
Qualcuno è in grado di spiegare oggi perchè, rimanendo tali le funzioni del Segretario come afferma il Ministro, c'è ancora l'intenzione di abolire i Segretari comunali? Lo Stato ha speso e sta continuando a spendere milioni di Euro per selezionare e formare degli "specialisti" con corsi-concorsi iniziali, corsi SPES e SEFA di avanzamento di carriera e corsi di aggiornamento continui. La riforma per come scritta oggi, passata la fase transitoria triennale, renderà possibile sostituire questi "specialisti" con altri soggetti, dirigenti pubblici che potrebbero anche non essere entrati mai in comune (nella nostra storia parallela i medici generici vengono chiamati a fare i cardiologi).
L'ho scritto in altre occasioni, la riforma non può non prevedere, a mio avviso, la creazione di una sezione speciale o un profilo professionale di Segretario/dirigente apicale, che qualifichi chi può svolgere tale funzione: gli attuali Segretari ed eventualmente, dopo i primi tre anni, pochi altri dirigenti in possesso di competenze ed esperienze qualificate, di natura analoga, dopo un rigoroso percorso formativo e selettivo. Solo ciò potrebbe significare riforma e non abolizione della figura; solo questo significherebbe, caro Ministro Madia, salvaguardia vera della funzione. Far svolgere una funzione ad un soggetto non competente avrebbe lo stesso effetto di togliere la funzione stessa.
La norma approvata dal Senato, sicuramente migliore di quella proposta dal Governo, deve essere considerata un punto di partenza, per una riforma seria e razionale. La Camera dei Deputati dovrà correggerla.
Immaginare che qualunque dirigente pubblico, a prescindere da come sia nominato, possa svolgere il ruolo di Segretario/dirigente apicale mi fa gridare allo scandalo!
Ecco la mia esclamazione "AIUTO, poveri comuni" è derivata proprio da questa situazione che oggi più di ieri assume i connotati della follia (come, nella nostra storia parallela, ha fatto esclamare al cardiologo "poveri pazienti").
Le autonomie locali sono il cuore della Repubblica: non lasciamo che si occupino del cuore i medici generici!
Caro Collega Scarsella, vorrei in premessa elogiare la tua capacità espositiva e la lucidità con cui manifesti le argomentazioni che, è il caso di dire, stanno “a cuore” alla categoria e ho molto apprezzato il tuo intervento all’Assemblea Nazionale (a mio avviso tra i più acuti).
RispondiEliminaMi piacerebbe che condividere con te e con gli altri Colleghi che seguono l’utilissimo blog alcune considerazioni relative al tuo commento del domenica 3 maggio 2015 “L'abolizione dei Segretari comunali: un attacco al cuore della Repubblica”.
A scanso di equivoci, dichiaro sin da subito di essere perfettamente d’accordo sulla necessità, come da te sostenuto, che la riforma preveda la creazione di una sezione speciale o un profilo professionale di Segretario/dirigente apicale, che qualifichi chi può svolgere tale funzione sulla base di un percorso formativo e di carriera già posseduto o da acquisire in futuro.
Tuttavia, come abbiamo potuto verificare in questo anno di passione, i nostri desiderata molto spesso non corrispondono con le decisioni parlamentari adottate, per cui siamo costretti a ragionare anche su diversi scenari.
Nella metafora tu sostieni, con riferimento alla prospettiva che ci attenderebbe se sul DDL nulla dovesse cambiare alla Camera, che dopo il triennio-ponte qualsiasi “medico”, anche generico, potrebbe essere chiamato a fare il “cardiologo”, cioè qualsiasi Dirigente pubblico (o della Repubblica), potrebbe essere chiamato a svolgere i compiti di Dirigente Apicale in un Ente Locale…Da un punto di vista teorico, nulla quaestio…
Tuttavia, consentimi di osservare un tuo arretramento pessimistico rispetto a quanto sostenuto nell’intervento in Assemblea ( e che mi vedeva d’accordo, in quanto corrispondente esattamente al mio pensiero), laddove, se non sbaglio affermavi, in sostanza, che anche dopo i 3 anni, i Sindaci non potevano che individuare ex Segretari per la Direzione Apicale, sulla base di quanto previsto dall’art. 9 lett f).
Quindi, sezione speciale o meno, se un Comune deve individuare un Dirigente Apicale, chi dovrebbe possedere i requisiti necessari se non chi in precedenza ha svolto incarichi simili?
Tornando alla metafora, possiamo immaginare un Ospedale Pubblico che deve garantire il servizio Cardiologia e che nell’Avviso non preveda che per tale incarico sia obbligatorio essere cardiologi, ma medici, anche generici; ma che, tuttavia, sia obbligato a selezionare una rosa di medici che abbiano diretto in passato un reparto di cardiologia, che abbiano frequentato dei corsi di specializzazione in cardiologia etc.
E’ possibile immaginare un provvedimento selettivo che, pur in presenza di candidature da parte di cardiologi, possa contemplare, ad es. un pediatra, un ginecologo, un anestesista, etc senza che lo stesso sia viziato e quindi impugnabilissimo dal cardiologo?
Insomma, pur ribadendo che sarà doveroso continuare a battersi fino alla fine per la creazione di una sezione speciale o un profilo professionale di Segretario/dirigente apicale, come previsto per i Dirigenti dello Stato,(“previsione, nell'ambito del ruolo, di sezioni per le professionalità speciali”, art. 9 comma 1 lett b) n.1), penso che, ove la norma dovesse rimanere così com’è e i Decreti attuativi non dovessero dettagliare i requisiti per gli incarichi, il Giudice Amministrativo potrà sempre essere chiamato ad intervenire sui singoli casi per delineare la portata applicativa della stessa, evitando il profilo di Dirigente Apicale sia ricoperto da soggetti non idonei. E, come sappiamo, una volta formatasi una giurisprudenza in materia, la stessa Commissione non potrà che uniformarsi…
Spero di non essere troppo ottimista in proposito….
Nunzio Fornaro
Caro Nunzio,
RispondiEliminaTi ringrazio per le condivisibili osservazioni. Il mio, però, non è un "arretramento pessimistico" (che per carattere non mi appartiene), ma se l'obiettivo è quello che condividiamo, in questa fase dobbiamo cercare di rendere chiaro questo: solo i Segretari e pochissimi altri potranno essere dirigenti apicali.
Non mi fido delle interpretazioni della giurisprudenza, che lascerei come estrema ratio. Siamo ancora nella fase per cui queste cose dobbiamo cercare si farle inserire nella norma. Sarebbe un elemento che riempirebbe un pò di più il nostro bicchiere.
Proviamoci.
sono d'accordo...
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