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mercoledì 15 giugno 2016

Svolta per i manager pubblici, potranno essere «retrocessi»

Taglio dello stipendio del 10% l’anno, retrocessione a funzionario semplice, trasferimento, licenziamento. Potrebbe cambiare di parecchio la vita dei dirigenti della pubblica amministrazione. La bozza del decreto che attua la riforma Madia approvata l’estate scorsa ridisegna dalle basi il vertice di quella complessa macchina chiamata burocrazia. La riforma già prevede che per le poltrone da dirigente si pescherà da un serbatoio, il «ruolo unico» nel quale si entrerà per concorso. Gli incarichi dureranno quattro anni e le scelte saranno fatte da un’apposita commissione. Ma il decreto spiega cosa succederà al dirigente che, con il nuovo meccanismo, non riuscirà a trovare un incarico. Gli verrà subito tagliato lo stipendio: prenderà solo il cosiddetto trattamento fondamentale, senza la parte variabile, i premi e gli incentivi. A spanne la metà della retribuzione piena.
Inizia così l'articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 14 giugno 2016 dal titolo Svolta per i manager pubblici, potranno essere «retrocessi».
In argomento vedi il precedente post dal titolo Riforma della dirigenza verso lo slittamento.
Sulla riforma della dirigenza pubblica si vadano su questo blog i precedenti post:

1 commento:

  1. Più conosco la spaventosa avarizia degli uomini e più comprendo la profonda saggezza dei banditi di un tempo che affrontavano le vittime intimando:” O la borsa o la vita”. Soltanto il terrore della morte, infatti, può vincere l’indomabile ripugnanza a metter mano al portafoglio.

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