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martedì 26 aprile 2016

Diritto del vice segretario a percepire i diritti di rogito dopo il DL 90/2014 (Corte dei Conti, Sez. Marche, del. n. 90/2016)

Un sindaco ha chiesto un parere in merito alla possibilità di erogare i diritti di rogito al vice segretario che opera in sostituzione del segretario titolare.

I magistrati contabili delle Marche, con la deliberazione 90/2016, pubblicata sul sito della sezione regionale di controllo il 22 aprile, hanno evidenziato che la materia dei diritti di rogito dei segretari comunali e provinciali è stata modificata dal d.l. 90/2014.
Per effetto del mutato quadro normativo, i segretari comunali il cui trattamento economico è equiparato a quello spettante ai dirigenti (segretari di fascia A e B) non hanno diritto a percepire i diritti di rogito riscossi per la stipula di atti in forma pubblico-amministrativa.
Tale diritto, invece, resta confermato per i segretari comunali con trattamento economico non equiparato alla dirigenza (segretari di fascia C), sebbene nel nuovo limite di 1/5 dello stipendio in godimento, più basso rispetto al precedente limite di 1/3 stabilito dall’abrogato articolo 41, comma 4, della legge 312/80.
Le modifiche introdotte dal d.l. 90/2014 non hanno inciso sugli emolumenti spettanti ai vice segretari comunali, disciplinati dalla contrattazione collettiva (articolo 11 del CCNL del 9 maggio 2006 – biennio economico 2004-2005).
Pertanto, non è possibile ipotizzare alcun effetto abrogativo implicito delle norme contrattuali in favore del personale che è destinatario, in base all’ordinamento interno di ciascun ente, dell’incarico di vice segretario.
Inoltre, come evidenziato dai magistrati contabili, il regime differenziato esistente tra segretari di fascia A e B, da un lato, e segretari di fascia C, dall’altro è finalizzato alla tutela della condizione economica dei segretari appartenenti alla fascia retributiva più bassa.
Esigenze di tutela che, a maggior ragione, devono essere adeguatamente valorizzata per il personale del comparto che gode di un trattamento economico a sua volta inferiore a quello del segretario di fascia C.
Per la disciplina dei diritti di rogito dei Segretari comunali dopo il DL. 90/2014, si veda il post La Corte Costituzionale interpreta correttamente la norma sui diritti di rogito: spettano ai Segretari in servizio negli enti privi di dirigenza (Corte Cost. 75/2016) e tutti i documenti ivi richiamati.

2 commenti:

  1. Uguaglianza: che bella parola. Da secoli la ripetono i filantropi, i rivoluzionari, gli animi santi: È davvero una bella parola; peccato che nella realtà non significhi niente.
    Tanto per cominciare la natura stessa è contro l’uguaglianza. Tra miliardi di facce, al mondo, non ce ne sono due uguali. Non sono uguali nemmeno le gemelle Kessler. Anche padre e figlio, per quanto somigliantissimi, hanno tutto diverso, le orecchie e il fegato, le tonsille e le impronte dei pollici. Di dentro, poi, siamo ancora più disuguali, che fuori, Mille teste, un milione di pensieri diversi. Prendete dieci persone che abbiano assistito allo stesso spettacolo: vi faranno dieci racconti differenti. La medesima storia d’amore, raccontata dai due protagonisti, è completamente differente. Ma guardatevi attorno: anche la vita è contro l’uguaglianza. Chi può dire che siano uguali, per il mondo, un miliardario e uno straccione, un padrone ed un cameriere, un celebre attore ed uno spazzino, una regia e una sguattera? È inevitabile, d’altra parte che sia così. Perché uno possegga una villa è necessario che gliela costruiscano. In un mondo tutto popolato di muratori non ci sarebbe lavoro; e in un mondo abitato solo da ricchi nessuno costruirebbe ville.
    Non ditemi poi, per favore, che l’uguaglianza è nei diritti e nei doveri, negli obblighi verso lo Stato, nel corso delle carriere, nel trattamento che la società ci riserva. La frase” La legge è uguale per tutti” farebbe sghignazzare un moribondo; e quest’altra” le tasse sono uguali per tutti” potrebbe oscurare il sole. Una raccomandazione, un’amicizia, un garbato ricatto, una telefonata opportuna, un’ora d’amore, un regalo vistoso bastano a buttare all’aria qualsiasi proposito di uguaglianza nei voti di un concorso, nell’assegnazione di un incarico, nel conferimento di un titolo, nella concessione di un appalto, nell’invio (o no) al fronte durante una guerra.
    Davanti alla morte, davanti a Dio, questo sì, siamo uguali. Ma qui comincia un altro discorso. Un discorso troppo difficile per me.
    Vittorio Buttafava ha scritto queste considerazioni nel 1979 ma possono essere scritte, senza togliere una virgola, oggi.

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    1. dovresti precisare come vedi la disuguaglianza tra un vice segretario non dirigente (che a volte svolge funzioni di segretario) e il segretario titolare

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