Con il D.Lgs. n. 75/2017, la cd riforma del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, le stabilizzazioni vengono fortemente rilanciate, con l’obiettivo di azzerare o, per lo meno, ridurre drasticamente il numero dei dipendenti precari delle PA. Questa disposizione è a parere di molti la norma che produce gli effetti di maggiore rilievo rispetto a tutte le disposizioni del decreto. Il legislatore, a tal fine, amplia le capacità assunzionali delle singole amministrazioni, fissa un arco di tempo assai ampio per la maturazione dei requisiti di anzianità e consente di dare corso a queste procedure anche per i collaboratori coordinati e continuativi. Ostacoli ad una ampia applicazione del dettato legislativo sono dati dalla necessità che le amministrazioni abbiano negli ultimi 5 anni rispettato ininterrottamente i vincoli di finanza pubblica, nonché dalla esclusione (tranne che per la sanità e gli enti di ricerca) della possibilità di sommare periodi svolti come precario alle dipendenze di più amministrazioni e dalla esclusione dei somministrati.Inizia così l'articolo di Arturo Bianco dal titolo Le stabilizzazioni.
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