In questo quadro, in mancanza di ripensamenti sostanziali, si può ragionevolmente pensare che la Pa uscirà indebolita dalla riforma, il che non conviene neanche a chi la ha ispirata, visto che la pubblica amministrazione, proprio nei prossimi anni avrà più che mai bisogno di dirigenti motivati e con competenze tecniche adeguate per garantire da un lato le condizioni per lo sviluppo e dall'altro il mantenimento di una soglia accettabile di welfare con minori risorse.
Questa considerazione porta a pensare al futuro di questo Paese, che dovrebbe auspicabilmente essere amministrato dai tanti bravissimi giovani con laurea magistrale, che scelgano di percorrere la carriera pubblica ... ammesso però che facciano tale scelta, stante le complessità per l'accesso alla dirigenza, la gavetta da fare, pur avendo vinto il concorso, prima di poter essere confermati dirigenti, la precarizzazione verso cui é avviata la professione e infine la probabile sfiducia verso uno Stato, che non garantisce almeno i diritti acquisiti dei propri dirigenti.
Sono queste le conclusioni cui giunge Gaetano Scognamiglio nell'articolo Sulla riforma dei dirigenti l'incognita delle commissioni nazionali pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA..
Nessun commento:
Posta un commento