Una delle abitudini che ha contribuito non poco ad impedire di trasformare in vantaggio competitivo ogni tentativo di riformare la Pubblica Amministrazione è la tendenza del funzionario a banalizzare le novità ed a trattare in modo adempimentale i nuovi strumenti di volta in volta introdotti nell’ordinamento. Non sembrano avere migliore fortuna gli adempimenti in materia di anticorruzione previsti dalla legge 190/2012 e quelli in materia di trasparenza previsti dal d.lgs n. 33/2013. La nomina del Responsabile in questi due vitali ambiti della P.A. da parte degli organi d’indirizzo politico sta avvenendo con le stesse modalità e, soprattutto, con la medesima indifferenza con la quale sono stati nominati in precedenza i Responsabili in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro e in materia di rispetto del divieto di fumo. Né più né meno di etichette, rese ancora più asfittiche dall’assenza di indennità aggiuntive per l’assunzione di dette responsabilità.
Inizia così l'articolo di Massimo Greco pubblicato sulla rivista on line Diritto dei Servizi Pubblici dal titolo Il Responsabile anticorruzione e l’inconsapevolezza dell’essere.
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