A Torino, presso la Citta Metropolitana, Venerdì 20 e Sabato 21 Maggio, l'Associazione Machiavelli e l'Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali hanno organizzato un percorso formativo gratuito rivolto a tutti i Segretari Comunali.
La due giorni si è aperta con i saluti istituzionali del Vicesindaco Metropolitano Avv. Alberto Avetta che si è dilungato sulla figura del Segretario Comunale che, da Sindaco, ha detto di apprezzare molto.
I relatori, Giuseppe Canossi, Dirigente Ufficio Organizzazione e Disciplina del Lavoro dell’Unione di Comuni Terre di Castelli, Gaetano Viciconte, Avvocato esperto di contrattualistica pubblica e Daniela Ghiandoni, Responsabile servizio finanziario Comune di Ancona, sono stati molto apprezzati dalla numerosa platea (gli iscritti sono stati oltre 180).
Giuseppe Canossi, dopo una breve panoramica sulla legge Madia, si è soffermato sulle tematiche del personale approfondendo alcune pronunce giurisprudenziali e la difficile materia della spesa del personale.
Gaetano Viciconte, soffermandosi anche sulle implicazioni penali che la gestione delle procedure di gara può comportare, ha illustrato le novità più significative del d.lgs. 50/2016.
Particolarmente interessante la relazione di Daniela Ghiandoni. La Responsabile del servizio finanziario di Ancona infatti ha saputo illustrare temi particolarmente complessi con concetti chiari e ricchi di spunti operativi.
I colleghi, venerdì nel tardo pomeriggio, hanno molto gradito l’intervento di Alfredo Ricciardi. Il Segretario Nazionale dell’UNSCP ha subito dato una notizia molto attesa da tutta la categoria: il giudice del lavoro di Milano, dopo aver fissato l’udienza a soli due mesi dal deposito e con una sola udienza ha stabilito che nei comuni senza dirigenti i diritti di rogito spettano ai Segretari Comunali. Alfredo Ricciardi ha quindi svolto una relazione sulle tematiche di maggiore attualità per la categoria: decreto delegato (non ci sono novità rilevanti), diritti di rogito, corsi d’aggiornamento e i di progressione in carriera (ha ribadito che ci sarà un nuovo corso SEFA). Interessante, soprattutto per i COA V presenti, è stata la trattazione del tema della prossima presa in servizio dei nuovi colleghi e della difficile situazione creatasi dopo il recente decreto del prefetto Cimmino (possibili ricorsi e ritardi nell'iscrizione in ruolo).
Ad allietare le giornate hanno contribuito la mostra di Mario Berrino (pittore e ideatore del famoso muretto di Alassio – muretto dove si trovano esposte ceramiche di personaggi famosi fra cui Ernest Hemingway) e il gruppo storico Corte del Conte Rosso e Savoia Carignano appartenente all'Albo della Città Metropolitana di Torino.
(Resoconto a cura di Luca Costantini)
Soltanto adesso ho saputo che un celebre medico è morto qualche anno fa. Lo conoscevo di fama e di persona: un tipo gioviale, sicuro di sé. Aveva creato una clinica per malati di nervi e guadagnava un sacco di soldi. Dritto, solenne, in mezzo ai suoi clienti, così squallidi e perseguitati dalla paura, sembrava un capitano indomabile su una nave in tempesta. Spesso, per liberarsi dall’angoscia, i malati gli confidavano i motivi per cui erano finiti lì, in clinica, con i nervi a pezzi e un gran peso, fisso sul cuore: chi aveva perduto una persona cara o subìto un incidente o distrutto un amore o divorato un patrimonio. Il medico ascoltava e sorrideva. Diamine, pareva dicesse (e talvolta, anzi, lo diceva), ammalarsi per così poco? La vita è fatta di bene e di male; dunque bisogna rassegnarsi, non prenderla troppo sul tragico. Sì le disgrazie e le delusioni d’amore e i fallimenti sono cose brutte, ma bisogna essere uomini, no? Su, non era il caso di lasciarsi andare a quel modo. Il celebre medico pensava (e diceva) queste cose e gli ammalati, poveretti, sentivano vergogna della loro fragilità.
RispondiEliminaMa adesso il medico non c’è più e la sua clinica è chiusa. È morto di crepacuore. Aveva un unico figlio e l’ha perduto. E lui, così pronto a ragionare sui dolori degli altri, così persuasivo, così sereno in mezzo agli affanni dei malati, è crollato di schianto. Eppure gli era stato tanto facile insegnare un po’ di forza, che diamine, un po’ di rassegnazione.
Vittorio Buttafava