Come scritto in un precedente post, si è svolto ieri mercoledì 8 aprile 2015 alle ore 14,00, a Roma, nella Sala della Regina presso Palazzo Montecitorio, l'Associazione Nazionale Professionale dei segretari comunali e provinciali G.B.Vighenzi, l'Associazione Professionale dei segretari degli enti locali ed il Comitato per l’anticorruzione e la legalità dei segretari della Puglia hanno organizzato presso la Sala della Regina del Palazzo Montecitorio a Roma un incontro su "La tutela della legalità negli enti locali: il ruolo del Segretario Comunale".
Presente all'incontro la collega Daniela Urtesi che ha provveduto in tempi brevissimi a redigere un resoconto molto dettagliato per il blog dei Segretari del Lazio. Mancava però l'intervento finale del Prof. Saitta, che Daniela ha provveduto ad integrare oggi.
Il moderatore ha rivolto al Prof. SAITTA ANTONIO questa domanda: E’ UNA PROFESSIONE VECCHIA QUELLA DEL SEGRETARIO COMUNALE ?
Il Prof. Saitta ha premesso di non comprendere le motivazioni e l’utilità che stanno alla base della decisione di abolire la figura del segretario comunale. Ripercorre quindi la normativa che si è succeduta in questi ultimi anni in materia di controlli e si sofferma in particolare sulla riforma del titolo V della Costituzione che ha scardinato l’intero sistema dei controlli ed ha lasciato al cittadino la sola via del ricorso giudiziario. E la riforma che si sta delineando prosegue su questa strada. Osserva che in un sistema ideale in cui i controlli interni funzionano, la magistratura non avrebbe di che lavorare.
Prosegue poi evidenziando che dirigere un ente locale richiede delle competenze diverse da quelle richieste ad un manager privato e proprio in questo risiede la motivazione del fallimento della figura del direttore generale introdotta nei comuni. Il Segretario comunale si qualificava e si qualifica tutt’ora per la funzione di garanzia della legalità attraverso uno sviluppo di carriera professionale che inizia dai piccoli comuni. La loro è una specificità professionale unica, nei comuni piccoli, medi ma anche nei comuni medio-grandi il segretario è il vertice dell’intera struttura amministrativa che garantisce la legalità dell’agire quotidiano. Il paradosso di questa riforma è che anziché avvicinare la dirigenza alla specifica professionalità dei Segretari comunali si vuole annacquare la professionalità dei Segretari comunali dentro il calderone della dirigenza, disperdendone il valore. Conclude dicendo che molto dipenderà dai decreti attuativi, tutto si può riformare ma, si chiede, a quale logica risponde questa riforma ? Vogliamo una maggiore efficienza, trasparenza e legittimità dell’azione amministrativa? Questo si può realizzare facendo perdere specificità a una figura professionale che finora si è occupata proprio di questo?
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