In relazione al regime transitorio del d.lgs. 18 aprile 2016 n. 50 delineato, in particolare, dagli articoli 216, comma 1 e 220, anche a seguito di numerose richieste di chiarimenti avanzate da Stazioni appaltanti, era stato adottato, congiuntamente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un Comunicato il 22 aprile 2016 che precisava che il codice doveva ritenersi entrato in vigore il 19 aprile e, quindi, applicabile ai bandi pubblicati a partire da quella data.
Numerose stazioni appaltanti hanno, però, successivamente evidenziato come il Codice fosse stato pubblicato, nella versione on line della Gazzetta Ufficiale (n. 91) del 19 aprile 2016, dopo le 22.00 e, quindi, solo da quel momento reso pubblicamente conoscibile.
Nell’esprimersi su tali ulteriori richieste di parere, l’Autorità, sentita anche l’Avvocatura generale dello Stato, ha considerato che tale accertata evenienza imponga, in base al principio generale di cui all’art. 11 delle preleggi al codice civile ed all’esigenza di tutela della buona fede delle stazioni appaltanti, una diversa soluzione equitativa con riferimento ai soli bandi o avvisi pubblicati nella giornata del 19 aprile.
Per essi, in particolare, continua ad operare il pregresso regime giuridico, mentre le disposizioni del d.lgs. 50/2016 riguarderanno i bandi e gli avvisi pubblicati a decorrere dal 20 aprile 2016.
LA COLAZIONE DEL MATTINO
RispondiEliminaLui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S’è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S’è alzato
S’è messo
Sulla testa il cappello
S’è messo
L’impermeabile
Perché pioveva
E se n’è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.
Jacques Prévert
Beatrice fu una ragazza qualsiasi che morì a Firenze quasi settecento anni fa, rimpianta da pochi e sconosciuta quasi a tutti. Ma per Dante che l’amava fu una donna di Paradiso, simbolo eterno di perfezione. Se Dante l’avesse sposata, il suo nome nella Divina Commedia non comparirebbe nemmeno, come è accaduto a Gemma Donati, moglie legittima del poeta e madre dei suoi tre figli.
RispondiEliminaUna situazione analoga si ripete per il Petrarca, che immortalò Laura, andata in moglie ad un altro e diventata madre di nove figli, e ignorò totalmente la donna, rimasta tutt’ora misteriosa, che lo rese due volte padre.
Questo dimostra che perfino due uomini così grandi e sensibili non seppero sfuggire alla comune e meschina regola di idolatrare le cose (e le donne) che non si ottengono e svalutare quelle che si hanno.
Vittorio Buttafava