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domenica 14 giugno 2015

Riforma Madia, i correttivi necessari per i dirigenti apicali

Le audizioni alla Camera hanno riaperto il dibattito sulla riforma della pubblica amministrazione. Da un lato, nel documento presentato dalla Corte dei conti si sottolinea la necessità di contemperare la flessibilità organizzativa con l'autonomia della dirigenza dalla politica, imperniando le modalità di affidamento degli incarichi sulle competenze specifiche necessarie per ciascun ruolo; inoltre, si esprimono forti perplessità sul ricorso agli incarichi esterni; infine, si invita il Parlamento a correggere il regime della responsabilità amministrativo contabile.

Dall'altro lato l'Anci nel documento del 3 giugno, presentato unitamente all'Upi, reclama una maggiore autonomia degli enti in fase di nomina dei dirigenti; inoltre, entrambe le associazioni pongono nuovamente il tema dei Comuni di maggiori dimensioni demografiche e delle Province (ovvero delle future Aree vaste). È del tutto evidente che nel prosieguo dell'iter parlamentare si dovranno apportare alcuni correttivi al disegno di legge, con riferimento anche alla nuova figura del dirigente apicale, al fine di bilanciare le diverse esigenze e di accelerare i tempi di approvazione.
Inizia così l'articolo di Pasquale Monea e Marco Mordenti pubblicato dal quotidiano del Sole24Ore Enti Locali & PA dal titolo Riforma Madia, i correttivi necessari per i dirigenti apicali.
In argomento si vedano anche i precedenti post:

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