E' domenica e sapete che ogni tanto mi diletto a scrivere qualche "editoriale". Oggi l'occasione è troppo ghiotta e ho fatto le riflessioni che seguono.
Si è presentato agli italiani come il rottamatore. Il suo obiettivo dichiarato è rottamare tutto quello che a suo modo di vedere blocca il paese. Due i pilastri su cui si è fondata l'azione di governo: riforma costituzionale e riforma della pubblica amministrazione. Il caso vuole che nel giro di 10 giorni tutto il lavoro fatto dal Governo in questi ambiti sia soggetto a verifica: da parte degli italiani il 4 dicembre per quel che riguarda la riforma costituzionale e dalla Corte Costituzionale (non dal veto della Regione Veneto!) per quel che riguarda la riforma della pubblica amministrazione.
La Corte si è espressa il 25 novembre sferrando quello che in molti hanno definito metaforicamente "uno schiaffo in faccia" al Governo, facendo venir giù come birilli ben 6 decreti legislativi. Ora bisogna attendere una settimana per l'esito del referendum che sarà decisivo per il Premier. In molti si recheranno alle urne, poco avendone compreso della vera materia del quesito. Mia madre, persona colta ed attenta, mi ha chiamato ieri mattina per chiedermi "ma cos'è e cosa fa questo CNEL? Ieri lo hanno nominato tante volte in un confronto sul referendum. Pare che abolirlo sia la soluzione di tutti i mali". Immagino che molti si recheranno alle urne soltanto per esprimere un voto sul governo ed in primo luogo sul Presidente del Consiglio, che tra l'altro ha avuto senz'altro la responsabilità di personalizzare il referendum. E tra i molti che si recheranno alle urne con questo animo, in molti prima di votare inviteranno idealmente il Premier a "mostrare l'altra guancia".
Un esito negativo del referendum farebbe cascare veramente gran parte del lavoro fatto in questi quasi tre anni e consegnerebbe alla storia Renzi, non più come il Presidente Rottamatore, ma il Presidente Penelope.
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