Ultime ventiquattrore a dir poco emozionanti! La riforma della dirigenza approvata ieri dal Consiglio dei Ministri prende una "martellata in pieno volto" dalla Corte Costituzionale, chiamata a decidere sul ricorso promosso dalla Regione Veneto (ricorso che avevamo segnalato nel precedente post Il Consiglio di Stato sulla riforma Madia: pregiudiziale l'esito del giudizio di costituzionalità. Slitta la riforma della dirigenza pubblica?). Il Consiglio di Stato con il parere n. 1113/2016, espresso sul provvedimento di riforma della dirigenza sanitaria, aveva rilevato che "sull’intero impianto della legge n. 124 del 2015, anche con riferimento all’art. 11, comma 1, lett. p), pende questione di costituzionalità, sollevata in via principale dalla Regione Veneto con ricorso n. 94, depositato il 19.10.2015 avanti alla Corte costituzionale e pubblicato sulla G.U. 1a Serie Speciale – Corte Costituzionale n. 50 del 16.12.2015".
Il Consiglio di Stato aveva avvertito il Governo: "Sulla tenuta complessiva della riforma, anche per quanto attiene alla dirigenza sanitaria, influisce indubbiamente l’esito del giudizio di costituzionalità, di cui questa Commissione speciale non può non segnalare al Governo la pregiudizialità".
Ebbene, nonostante tale avvertimento, il Governo ha proseguito nella sua azione, che rischia di essere assolutamente inutile.
A fronte della sentenza n. 251/2016 della Corte Costituzionale, cosa farà il Presidente della Repubblica?
Il segretario nazionale della Federazione dei Dirigenti e Direttivi Pubblici (Fedir), Antonio Travia, fa appello al presidente Mattarella chiedendogli “di non rendersi complice di Renzi di ulteriori illegittimità e quindi di non firmare il decreto Madia sulla dirigenza” (Fonte: Il fatto quotidiano).
Quali sono i reali poteri del Presidente della Repubblica in sede di emanazione dei Decreti Legislativi? Può il Presidente opporsi all'emanazione di Decreti legislativi?
Per rispondere a questi interrogativi, non essendo particolarmente competente in materia, ho trovato un articolo in rete che mi sembra molto interessante (L’ “anomala” estensione del poteri presidenziali a fronte della “ritrosia” della Corte costituzionale nell’epoca del maggioritario) . L'articolo evidenzia come, per l’emanazione dei decreti legislativi, il Presidente della Repubblica sia in primo luogo chiamato ad operare un controllo sulla previa entrata in vigore della legge delega e sulla perdurante operatività della stessa. L'articolo ricorda il rifiuto di
emanazione del decreto legislativo sul federalismo municipale (febbraio 2011) sia per ragioni formali che sostanziali. La lettera del Presidente non mancava di sottolineare come l’approvazione
del suddetto decreto fosse avvenuta proprio in violazione del principio di leale
collaborazione fra Stato, Regioni ed Enti locali, e respingeva l'emanazione del provvedimento assolvendo così alla sua
funzione di “tutore del corretto funzionamento del meccanismo costituzionale”.
Ma a parte i poteri (che se si vuole ci sono eccome) occorre che il sindacato e le altre borganizzazioni facciano sentire la voce dei dirigenti interessati al PdR facendo pressione in ogni modo lecito
RispondiEliminaSCONFITTA SCONFITTA SCONFITTA
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