Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in secondo esame preliminare, il decreto legislativo del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica.
Nello specifico il testo unico, che si applica alle società di capitali (S.p.a. o S.r.l.), prevede la drastica riduzione delle società partecipate, con particolare riferimento alle scatole vuote, alle società inattive, alle micro e a quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività. Sono introdotti interventi di moralizzazione sui compensi degli amministratori. Per il futuro sono individuati i criteri chiari sulla base dei quali sarà possibile costituire e gestire le società partecipate.
Sono stati recepiti gran parte dei suggerimenti avanzati dalla Conferenza unificata, dal Consiglio di Stato e dalle Commissioni parlamentari.
Il decreto sarà ora nuovamente trasmesso alle Camere con le osservazioni e le modificazioni apportate al precedente testo, secondo quanto previsto espressamente dalla legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione.
Fonte: Governo.it
In argomento si vedano i precedenti post:
- Lo schema di riforma delle società partecipate. Aspetti ordinamentali;
- I punti principali del parere 21 aprile 2016, n. 968 reso dalla Commissione speciale del Consiglio di Stato sulle società a partecipazione pubblica;
- Dossier del servizio studi di Camera e Senato sullo schema di Decreto di riforma della disciplina sulle partecipazioni pubbliche;
- Dossier del Servizio Bilancio di Camera e Senato con la verifica delle quantificazioni.
Esiste tra gli innamorati un dialogo segreto di cui essi soltanto intuiscono tutti i significati. La conoscenza reciproca, dopo mesi ed anni di intimità, è arrivata ad un punto tale che bastano una frase, una parola, un silenzio, per creare una corrente di comprensione o, al contrario, d’ostilità. Ecco perché gli altri, chiunque siano, non dovrebbero mai intervenire per giudicare o consigliare. Ignorando le battute di quel dialogo segreto possono, anche senza volerlo, anche con le migliori intenzioni, urtare un’impensabile suscettibilità o risvegliare un contrasto che s’era assopito. E’ come se ogni coppia d’innamorati avesse inventato un vocabolario esclusivo. Con quale diritto gli altri pretendono di conoscerlo? V.B.
RispondiEliminaSì, certo, si può amare più di una volta; anche due, tre, cinque volte. Ma non di più. Come tutte le cose, anche i sentimenti si logorano. Non che il cuore perda con il tempo la capacità di amare; caso mai, anzi ne acquista. Ma perde il coraggio, questo sì. Il primo amore è slancio, fiducia cieca, abbandono; la sua fine, qualunque ne sia la causa, è un brutale risveglio. Da questo momento il cuore diventa prudente. Dopo il secondo, il terzo, il quarto amore la prudenza si trasforma in paura, la diffidenza in angoscia. Il cuore potrebbe amare ancora, ma non osa più, ha imparato a non illudersi. E finalmente viene l’ora in cui dice basta; basta con le sofferenze inutili, le gelosie, con i dubbi: basta con le lunghe attese, le domande, gli incontri frettolosi, le lettere, i distacchi. E’ ancora gonfio d’amore, il cuore, ma come una cassaforte stracolma di cui si sia perduta la chiave.
RispondiEliminaVittorio Buttafava