Come scritto in un precedente post, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, tra gli undici Decreti attuativi della riforma Madia, in esame preliminare, un decreto legislativo recante norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza dei servizi, in attuazione dell’articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124. Avevamo segnalato una bozza del provvedimento.
Finalmente sul sito del Governo è pubblicato ufficialmente il testo.
Qui il link ai seguenti documenti:
Tra poco arriverà, per gli uomini della mia generazione, l’ora di fare le consegne, di affidare il mondo nelle mani dei figli. Che cosa lasceremo loro? Che cosa abbiamo fatto perché possano godere un po’ di anni sereni? Troppo poco, lo so, quasi niente, ma temo che non fosse possibile fare di più. C’è stata, alla fine dell’Ottocento e nei primi anni del secolo, quella che è stata chiamata “ la bella epoca”; i giovani di quel tempo si diceva che appartenessero alla “ generazione felice”, prediletta dal destino. Invece si scatenò la prima guerra mondiale e “ i giovani felici” morirono come topi, sotto il sole e la neve, in quei luridi budelli di sassi e di fango che erano le trincee. Dalla prima guerra mondiale uscì la mia generazione. Dopo un’esperienza così spaventosa, si diceva, il mondo era diventato saggio; mai più, per nessun motivo, gli uomini avrebbero fatto un’altra guerra. Per anni, ricordo, tutti ripetevano a noi ragazzi queste cose; la guerra pareva, solo a parlarne, una cosa oscena e assurda. Invece tornò e , sebbene tutti giurassero che sarebbe durata al massimo un mese, tirò avanti per sei anni: Si abbatterà anche sui nostri figli, improvvisa, la catastrofe? E qualcuno dirà anche a loro, per spingerli vigliaccamente al macello, che in un mese e con quattro bombe sarà tutto finito?
RispondiEliminaGli uomini della mia generazione si rivolgono perplessi questa domanda e non possono trovare una risposta. Intanto sentono che la vita si allontana dolcemente da loro e li mette da parte, sul ciglio dell’interminabile strada del destino. E’ venuta l’ora dei figli, adesso tocca a loro. E noi che li abbiamo cresciuti con affetto esclusivo e struggente, restiamo a guardarli impotenti mentre affrontano, così teneri, una mischia forse più crudele di quella da cui siamo scampati per miracolo. Vittorio Buttafava