“Dal 2007 ed il 2014, periodo caratterizzato da norme sul contenimento del turn-over e della spesa di personale, i dipendenti in servizio nei Comuni sono passati da 479.233 a 416.964 persone, con una riduzione del 13,0%, cioè poco più di 62 mila unità in meno. Questa riduzione, che ha riguardato anche le unità di personale per mille abitanti passate da 8,04 del 2007 a 6,89 del 2014, è molto grave: i Comuni non sono meri apparati burocratici, ma Enti che erogano servizi, e sono punto di riferimento per cittadini, imprese, associazioni”. Lo ha sottolineato Umberto di Primio, vicepresidente ANCI con delega alla Pubblica amministrazione, al personale e alle relazioni sindacali nel suo intervento alla presentazione del V Rapporto Anci-Ifel sul personale dei Comuni italiani, illustrato in una conferenza stampa in via dei Prefetti insieme a Guido Castelli, presidente Ifel e delegato per la Finanza locale, il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra, ed il vice segretario generale Stefania Dota.
“Una delle conseguenze immediate di questa riduzione è stato l’invecchiamento della popolazione lavorativa: nei Comuni questo dato - ha puntualizzato il delegato Anci - è sconfortante: meno dell’11% dei dipendenti, e solo l’1% dei dirigenti ha un’età inferiore ai 40 anni, mentre tra i dipendenti il 31,6% ha più di 50 anni”. Uno scenario che “diventa vergognoso se ci sofferma sui dirigenti, visto che il 76,6% ha più di 50 anni”, ha ribadito il sindaco di Chieti.
Dopo aver indicato la conseguenza di questa situazione che “impatta inevitabilmente sulla possibilità di determinare un vero cambiamento della macchina amministrativa”, il vice presidente Anci ha puntato il dito sul blocco del turnover al 25% deciso dal governo con la legge di Stabilità. “Se Anci negli ultimi anni ha avuto attenzione dal governo, sul tema del personale dobbiamo registrare un atteggiamento sbagliato che rischia di aggravare la situazione. Quando l’effetto delle ultime norme si sarà dispiegato – ha affermato Di Primio – si arriverà ad una riduzione di dipendenti anche di 80 mila unità. Il blocco del turnover è negativo non per i Comuni ma per tutto il Paese, per questo va superata assolutamente la sua logica”.
Una sola nota lieta emerge dal rapporto a parere del delegato Anci al personale: le sempre maggiori chances accordate dai Comuni alle donne. “Ben il 50% dei dirigenti donna ha meno di 29 anni, mentre l’incidenza percentuale del personale femminile in servizio è in costante aumento passando – ha ricordato il sindaco di Chieti - dal 51% del 2007 al 53% del 2014”. Infine, il vice presidente Anci ha fatto cenno alla questione retributiva che sconta in modo massiccio gli effetti del blocco dei rinnovi contrattuali e delle misure di contenimento dei livelli retributivi contenute nel decreto legge n. 78/2010. Da questo punto di vista il delegato Anci ha evidenziato la riduzione complessiva dell’1,7% delle retribuzioni. “Tale variazione – ha argomentato - si attesta rispettivamente a quota -4% per il personale non dirigente e a -1,3% per quello dirigente; percentuali che per la loro quasi totalità sono dovute ad una contrazione della componente accessoria del salario”.
Come uscire da questo impasse? Di Primio indica una sola possibilità: l’avvio di una nuova stagione di rinnovi contrattuali. “Questo passaggio è inevitabile tanto più nella prospettiva della Riforma Madia e dei suoi decreti attuativi. Come Anci ci batteremo perché il governo riconosca il ruolo degli enti locali prendendo piena coscienza dell’azione che svolgiamo sui singoli territori”, ha concluso Di Primio.
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Fonte: ANCI
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