No War - Palazzo Savelli sede del Comune di Rocca Priora (Roma)

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domenica 20 marzo 2016

La burocrazia è la linfa della corruzione dilagante. È la legge in meno che può aiutarci a combattere il malaffare

In un sistema con 40 mila leggi e 80 mila regolamenti viviamo nell’insicurezza, e il diritto genera l’arbitrio, non giustizia. L’apparato è lento e oscuro e coltiva un potere dispotico e indomabile, che è la prima fonte di malaffare nel Paese. A Milano il vicepresidente della Regione, Mario Mantovani, è stato arrestato per tangenti mentre era atteso alla Giornata della Trasparenza. A Palermo Roberto Helg, paladino della lotta al racket, ha ricevuto una condanna per estorsione aggravata. A Bari il pm Donato Ceglie, icona della lotta alle ecomafie, è stato sospeso dal Csm per i suoi rapporti con i clan. A Napoli giravano bustarelle nei concorsi per entrare alla Guardia di finanza. Mentre a Roma l’inchiesta su Mafia Capitale non ha cambiato d’una virgola il copione: tangenti sugli appalti dell’Anas, sui condoni urbanistici rilasciati dal Comune, perfino sulle sentenze delle Commissioni tributarie, che dovrebbero punire la corruzione fiscale. Smantelliamo tutto, verrebbe da esclamare.
E' l'inizio dell'articolo di 
Michele Ainis dal titolo 

1 commento:

  1. La cura è solo una,le persone corrette e oneste devono lavorare e fare carriera ,invece i corrotti,i servi,i leccalecca invece dovrebbero essere espulsi dalla p.a.
    Si deve occupare un posto pubblico per merito e titoli ,non per clientela politica,sindacale o personale.

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