La bozza di decreto attuativo della L. 124/2015, in discussione nel C.d.M. del 15 gennaio, introduce il regime della crisi d'impresa. Previste già 2000 partecipate in meno nel primo anno.
Drastica sforbiciata, con chiusura, liquidazione o fusione, per le società partecipate in rosso o inattive, ma anche per quelle che per tre anni consecutivi abbiano registrato un fatturato medio sotto il milione di euro. È questa una delle norme-chiave del decreto attuativo della riforma Madia dedicato specificamente alla rivoluzione delle aziende pubbliche locali e nazionali, che sarà discusso il 15 gennaio prossimo dal Consiglio dei Ministri.
A una serie di norme rivolte a disciplinare per la prima volta anche la crisi di impresa nelle partecipate, i cui indicatori fondamentali di rischio saranno definiti in un provvedimento ministeriale ad hoc, si aggiunge una drastica riduzione di poltrone e stipendi.
Questo l'inizio dell'articolo Riforma Madia, rivoluzione in vista per le partecipate pubblicato sulla Gazzetta degli enti locali.
Qui il link al testo della bozza di decreto sulle partecipate
C’è una dote che ammiro più i tutte, proprio perché non riesco a possederla: ed è la capacità di soffrire da soli. Sono rare, lo so, ma esistono persone che sanno nascondere dietro un sorriso fatiche tremende e dolori sconfinati, che non affliggono gli altri con i loro guai, che non fanno pesare un mal di testa o la mancanza di quattrini o i bisticci con la moglie. Persone che non chiedono comprensione, ma la offrono; che non mendicano pietà, ma la regalano generosamente. Sono persone forti, e quindi altruiste. L’egoismo, infatti, è dei deboli, come si vede nei malati, nei bambini, nei vecchi. Vittorio Buttafava
RispondiEliminaLa mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però tolgono il tempo per vivere.
RispondiEliminaNon è Vittorio Buttafava ma una persona che sta sulla stessa linea é
José Mujica- Presidente dell’Uruguay