Questo Governo nasce con l'obiettivo di introdurre delle dirompenti riforme che da tempo dovrebbero essere adottate in Italia e che certamente renderebbero il nostro Paese maggiormente competitivo. Lo ha fatto in materia di lavoro e legge elettorale, in materia di scuola e lo intende fare anche in materia di riordino della PA con la recente legge delega 124/2015.
Se vi è un ambito del sistema Italia che richiede una riforma coraggiosa questo è certamente quello della pubblica amministrazione. Si tratta di un pezzo rilevante delle nostre istituzioni, il front office per certi versi, da cui dipende il successo dell'intervento pubblico in molti settori: lavoro, sviluppo, sanità, scuola, ambiente, territorio, et.
Inizia così l'articolo di Francesco Verbaro dal titolo La Legge 124/2015: perché non è una riforma pubblicato sul sito della fondazione PromoPa.
Per approfondimenti sulla L. 124/2015 si veda l'apposita sezione del blog dedicata alla legge e quella riguardante i lavori preparatori.
Sulla riforma della dirigenza pubblica si vadano su questo blog i precedenti post:
- Dirigenza locale: riflessioni a margine della legge delega;
- Istituti di ispirazione anglosassone nella nuova riforma della pubblica amministrazione: le commissioni per la dirigenza;
- Interventi al Seminario a porte chiuse sulla Legge Madia organizzato da federalismi, Osservatorio sui processi di governo e FormAP;
- Il vertice amministrativo degli enti locali nella riforma della PA: il dirigente apicale e il direttore generale;
- La riforma della dirigenza pubblica con particolare riguardo alla dirigenza locale: riflessioni a margine della legge delega 124/2015;
- Quale dirigenza per gli enti locali;
- Un articolo pubblicato dal quotidiano Italia Oggi sul dirigente apicale previsto dalla Legge 124/2015;
- Nota di lettura di ANCI Veneto sulla legge di riorganizzazione della PA (L. 124/2015);
- Nota di lettura del servizio studi del Senato sulla legge di riorganizzazione della PA (L. 124/2015)
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