Con la determinazione n.12 del 28 ottobre 2015, l’Autorità nazionale anticorruzione, ha reso noto l’aggiornamento 2015 al primo Piano nazionale anticorruzione, varato nel 2013 e ha annunciato che, “nel corso del 2016, dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina del processo di approvazione del PNA prevista dalla citata L. 124/2015, sarà necessario adottare un nuovo PNA”.
Il documento, atteso da diverso tempo, rispettando la scadenza annunciata dal presidente Cantone, viene alla luce dopo un primo periodo di sperimentazione delle “politiche di prevenzione” che hanno visto una produzione consistente di linee guida, orientamenti, determinazioni e pronunce giurisprudenziali, in diversi ambiti “sensibili”: il whistleblowing (la tutela del dipendente che segnala gli illeciti); gli affidamenti nel Terzo settore (servizi sociali e alla persona); gli obblighi delle società partecipate (sia in tema di trasparenza che di prevenzione della corruzione); il regime degli appalti pubblici, ecc.
Inizia così l'articolo di Santo Fabiano dal titolo L’ANAC aggiorna il Piano nazionale anticorruzione e prevede maggiore autonomia nella definizione delle aree di rischio e delle misure di prevenzione pubblicato sul sito della fondazione PromoPa.
In argomento si vedano i precedenti post:
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