Questo il testo della lettera che il collega Angelo Grasso ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Renzi.
"Molti di noi hanno perso la vita in costanza di servizio.
In questo momento di amarezza per la categoria, ho memoria di Isabella con la testa mozzata da un cervo, all’interno della sua auto sulla Salaria, Enrico vittima di una lastra di ghiaccio a Campagnano, Paolina, esanime, nella sua abitazione, vivendo drammatiche ore per la nostra Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione.
Qualcuno, per il troppo peso da sostenere, si è tolto la vita.
Io personalmente ho rischiato la pelle più volte nei tragitti impervi, togliendo diritti ai familiari e rimettendoci speranze e denari.
Ora qualcuno ci ha presentato il conto.
Nell’animo, tanti anni di storia vissuta nella cognizione di dare un contributo ai cittadini, alla società civile, alle Istituzioni.
Nella professione, una scelta di vita, consapevole dei limiti, delle difficoltà e delle umiliazioni, che in questi ultimi anni si sono acutizzate.
La prospettiva, nell’essenza della capacità di adattamento, è di non far disperdere il patrimonio di valori dell’identità professionale, che adesso, dall’appartenenza allo spirito corporativo, si sposta nella posizione dominante del contratto di lavoro.
In tale ottica del pessimismo della ragione, e del binomio tra abilità e utilità, in un mercato in cui prevalgono dinamiche di crescita dell’alta professionalità e un mutamento tecnologico esponenziale, abbiamo a lungo sognato, inebriati da ciò che ci sembrava ripugnante.
E oggi, ci si trova ancora al bivio, tra la solenne affermazione della dichiarazione di Filadelfia per la quale “il lavoro non è merce” che non riesce a tranquillizzarci, e la nostra professionalità “al servizio della Nazione”, nel ritmo serrato dei tempi che non consente ripensamenti ma azioni immediate e tempestive.
Rispetto al rendimento di un operaio, per dirla come i nostri amici spagnoli, che di Autonomie ne sanno più di noi, da “Interventor,”, il nostro datore di lavoro, ci chiede molto di più.
Il pregio sta nel rivendicare, l'applicazione di norme di effettiva tutela, nel principio, oggi tanto affermato quanto disatteso, che la retribuzione minima sia tale da garantire, una vita libera e dignitosa, al lavoratore, sia esso subordinato o autonomo.
L’investimento sul ricambio generazionale va tutelato nel rispetto dei principi costituzionali di responsabilità, autonomia organizzativa, buon andamento, imparzialità, disciplina e onore dell’azione amministrativa, costruito all’interno dei Comuni, con garanzie nell’accesso e nell’esercizio professionale.
L’occasione che ci è stata concessa, per rilanciare legalità, etica pubblica, anticorruzione, non deve andare perduta, perché rafforza l’indipendenza dai condizionamenti che hanno danneggiato irreversibilmente l’immagine della PA.
Le performance vanno sviluppate sull'esigenza reale di non avere tanti dirigenti, ma di più preparati, motivati nel merito, nelle competenze, nella trasparenza.
La nostra professionalità fiduciaria va individuata da soggetti molto qualificati, sulle reali esigenze di direzione complessiva dei singoli Comuni che hanno una loro identità da tutelare, siano essi piccoli o grandi, preoccupandoci di non farli sparire nell’oblìo.
Nell’opera di restyling” della Dirigenza, facendo tesoro dell’esperienza, con determinazione, occorre agevolare l’ingresso di nuove professionalità, coniugando il diritto con l'economia e, l'efficienza con la conoscenza, difendendo l’Albo con un Codice di Comportamento che sia funzionale all’esercizio della professione.
Tra i tanti stati d’animo, è stato detto che l’attività di minatore è meno usurante ed è stato scritto che l’abolizione dei Segretari Comunali e Provinciali è stata prospettata perché abbiamo troppi compiti di governo.
Ultimamente ho esercitato anche lo scaricatore di porto di plichi elettorali.
I miei collaboratori hanno apprezzato e ho conseguito successo.
Quante altre cose si possono fare in silenzio, nell’umiltà che ci contraddistingue e nelle capacità del nostro lavoro, da veri liberi professionisti pubblici.
Arsoli, 27 maggio 2014"
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