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lunedì 5 dicembre 2016

Comunicato della Segretaria Nazionale dell'UNSCP: la sentenza della Consulta e il risultato referendario fermano l’abolizione del Segretario

Come è noto, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 251/2016 resa lo scorso venerdì 25 Novembre, ha dichiarato la parziale illegittimità costituzionale della Legge Delega Madia di Riforma della Pubblica Amministrazione. Con particolare riferimento alla riforma della dirigenza, la Corte ha dichiarato "l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, comma 1, lettere a), b), numero 2), c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), e comma 2, della legge 7 agosto 2015, n. 124 (Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), nella parte in cui prevede che i decreti legislativi attuativi siano adottati previa acquisizione del parere reso in sede di Conferenza unificata, anziché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni;".

In seguito a questa sentenza, il Governo, nel prenderne atto, non ha più trasmesso al Presidente della Repubblica, per la sua firma, il Decreto Delegato in materia di riforma della dirigenza che aveva approvato appena il giorno prima, nel Consiglio dei Ministri del 24, e lo ha quindi, di fatto, ritirato.
A questo si aggiunge che, a seguito del risultato referendario, il Presidente del Consiglio ha oggi manifestato l’intenzione di rassegnare le dimissioni insieme al Governo, cosa che potrebbe avvenire nelle stesse ore in cui viene redatto questo comunicato, ovvero successivamente ad una rapida approvazione della Legge di Bilancio.
In conseguenza del susseguirsi di questi eventi la previsione di abolizione del Segretario può ritenersi sostanzialmente superata nella sua attualità insieme all’intero pacchetto di riforma della Dirigenza Pubblica. 
E in ogni caso entrambi i temi appaiono certamente superati nei termini in cui erano stati prefigurati dalla Legge Delega. 
L’Unione, senza entrare nel merito delle vicende politiche e istituzionali che si sono determinate in questi giorni, non può non partecipare assieme a tutta la categoria la propria soddisfazione per tale superamento, poiché a monte non ha mai condiviso che una riforma dovesse partire dal dato, sia pure soltanto formale, dell’abolizione della figura.
Alle colleghe e ai colleghi diciamo che dobbiamo tutti tenere presente che oggi non abbiamo davanti una definitiva chiusura del tema della riforma della Dirigenza. Troppe sono le variabili dalle quali può dipendere, in un tempo che oggi possiamo ritenere forse non breve ma che comunque non è prevedibile, la riapertura da parte di un nuovo Governo del percorso ora interrotto e troppe sono le questioni che spingono eventualmente anche in un futuro più lontano perché si rimetta comunque mano, prima o poi, alla Dirigenza e nel suo ambito ai Segretari. 
Sentiamo tuttavia il sollievo che si sia arrestato un processo di riforma che presentava scenari ancora non chiari. Anche perché la mancanza di chiarezza del nuovo ordinamento che si voleva prefigurare derivava più di ogni altra cosa da un percorso di riforma caratterizzato dalla limitatissima, quasi assente, possibilità di interlocuzione. E’ questo, più di tutto, che speriamo nel futuro non si ripeta: i Segretari e l’Unione non sono contrari alle riforme, ma si aspettano che in futuro vi sia una normale, fisiologica e ragionevole apertura al dialogo! Perfino in quel clima di sostanziale o almeno apparente insofferenza del Governo a ogni volontà di confronto e di ascolto l’Unione ha sempre e in ogni momento, incessantemente, proposto contenuti, idee, concetti, norme, osservazioni, tutte tese ad una riforma che fosse un vantaggio per il sistema delle Autonomie ed una opportunità di crescita ed evoluzione per i Segretari.
E’ proprio grazie a questo spirito, a questa incessante e tenace volontà di incidere realmente su ciò che si veniva prefigurando, all’ascolto che abbiamo ricevuto dal Parlamento, che si era passati, ricordiamolo, dalle previsioni iniziali del disegno di legge del Governo, con l’abolizione dei Segretari e la loro confluenza in una sezione ad esaurimento, la NON sostituzione delle funzioni negli enti locali, la mera FACOLTA’ del dirigente apicale SOLO nei comuni più piccoli, l’esubero sostanziale di quasi tutti i 3.500 Segretari, ad un Decreto quale quello che era stato approvato giovedì 24 novembre che, sia pure mantenendo tante, troppe incognite, prevedeva la confluenza nel Ruolo a pieno titolo, nessuna sezione a esaurimento ma semmai una sezione specifica della Dirigenza Apicale, il Dirigente Apicale definito come nuova “figura obbligatoria in tutti gli enti locali”, da corredarsi con specifici requisiti professionali diversificati per dimensioni degli enti, oltre alla salvaguardia dei 3 anni della fase transitoria. Si era passati da non avere un futuro ad averlo, certamente con incognite e tratti in chiaroscuro, ma anche con un terreno professionale aperto per tutti i 3.500 Segretari e con la possibilità di continuare a lavorare per apportare ulteriori miglioramenti.
Abbiamo davanti a noi, ora, una pausa di riflessione: prendiamocela e lavoriamo con l’orgoglio del nostro lavoro e, oggi ancora, del nostro nome, Segretari Comunali e Provinciali!
Restando consapevoli che quando la pausa sarà finita dovremo affrontare le sfide che ancora lì davanti a noi restano intatte, e starà a noi saper approfittare di quanto è accaduto per arrivarci uniti, coesi, e consapevoli che, col nome che abbiamo, Segretari, siamo già noi ad esercitare la funzione di Dirigenti Apicali degli Enti Locali. E’ da questo dato che dobbiamo partire per una rinnovata centralità dei Segretari nel sistema delle Autonomie.
Infine: grazie a tutte le Segretarie e a tutti i Segretari che sono stati vicini all’Unione in questi anni difficili in cui, per il bene della categoria, abbiamo sopportato il peso della ricerca di un confronto con tutti gli interlocutori, anche con un Governo che partiva da posizioni drasticamente negative, ricerca che per altri era prova della nostra corresponsabilità quando era prova della nostra tenacia e del nostro senso di responsabilità verso la categoria. 
Grazie di cuore: contiamo su di voi per il futuro che ci aspetta! E speriamo di poter contare anche su molti altri, superando le incomprensioni e talvolta le divisioni che hanno reso più difficile affermare le ragioni di tutta la categoria.
Un abbraccio. La Segreteria Nazionale

2 commenti:

  1. Il nostro Premier ha invitato a Palazzo Chigi 5 giuristi di chiara fama ed ha loro detto: “Voi conoscete i mali che affliggono la nostra società e soprattutto la politica.
    Vorrei che mi preparaste un nuovo testo della Costituzione che possa porvi qualche rimedio.
    Tagliate dove pensate sia giusto tagliare.
    Abolite pure il Senato, ma abolitelo veramente.
    Mandate a casa tutti i dipendenti a cominciare dal commesso che guadagna 10.000 euro al mese, e trasformatelo in una galleria d’arte dove possano essere esposti tutti i quadri che giacciono negli scantinati delle attuali gallerie.
    Stabilite regole per una rapida approvazione delle leggi.
    Fissate un equo dignitoso compenso per chi ha una carica pubblica ed abolite gli emolumenti faraonici per chi ha una sola bocca per mangiare.
    Stabilite 40 anni di lavoro comunque prestato anche per la pensione ai parlamentari.
    Stabilite corridoi di preferenza per le cause di chi ruba i soldi pubblici.
    E vedete voi dove c’è del marcio da eliminare.
    Portatemi il documento ed io, senza togliere né aggiungere una virgola, lo sottoporrò al giudizio del popolo con un referendum senza l’approvazione del Parlamento ( che non ci sarebbe mai) perché LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO.

    MA MI SONO SVEGLIATO

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  2. Amede' ma l'articolo lo hai scritto tu? Se sì, BRAVO Zio Nand0

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