Renzi lo aveva annunciato l’estate scorsa presentando assieme al ministro Madia i decreti attuativi della riforma della Pa: «Dopo sette anni di blocco è venuto il momento di sanare un’ingiustizia». Semaforo verde al rinnovo dei contratti di tutto il pubblico impiego, dunque, con l’unico vincolo di «premiare chi lavora».
Ad una settimana dal varo delle legge di Bilancio i tecnici stanno mettendo a punto le ultime cifre e l’ipotesi che circola, al momento, prevede di stanziare per i rinnovi di tutto il comparto pubblico, all’incirca 600 milioni di euro che si andrebbero ad aggiungere ai 300 già coperti dalla precedente legge di bilancio. In totale sul piatto il governo metterebbe insomma 900 milioni, che sommati alla quota che spetta al sistema delle autonomie locali (Regioni e Comuni) porterebbe lo stanziamento complessivo a quota 1,5 miliardi. Insomma, non siamo ancora ai 7 miliardi in tre anni invocati nelle scorse settimane dai sindacati di settore, ma ci si comincia da avvicinare.
Inizia così l'articolo di Paolo Baroni pubblicato su La Stampa di oggi dal titolo Il governo offre 900 milioni per il contratto dei dipendenti pubblici. Ma con la quota di Regioni e Comuni si può arrivare a 1,5 miliardi nel triennio. Sindacati divisi.
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