I comuni devono prevedere aumenti per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del proprio personale nella misura dello 0,36% del monte salari del 2015 per l’anno 2016, nella misura dello 1,09% per l’anno 2017 e nella misura dello 1,45% per l’anno 2018. E’ quanto prevede lo schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri attuativo delle disposizioni della legge n. 242/2016, cd di bilancio 2017. Si deve subito evidenziare che tali cifre sembrano inadeguate rispetto ai costi determinati dalla intesa Governo sindacati del 30 novembre. Nella determinazione degli oneri necessari per la gestione del personale occorre inoltre tenere conto del fatto che attualmente continuano ad essere applicabili le disposizioni del comma 236 della legge n. 208/2015 per la quantificazione del fondo, che quindi non può superare quello del 2015, e deve essere ridotto in misura proporzionale alla diminuzione del personale in servizio tenendo conto di quello assumibile. Con l’adozione della riforma del D.Lgs. n. 165/2001, il cui iter è in corso, è previsto che il fondo del 2016 debba diventare il tetto dei fondi dei prossimi anni, mentre viene superato il vincolo della riduzione per la diminuzione del personale.
Sono questi gli elementi di cui le amministrazioni devono tenere conto nella determinazione delle risorse necessarie per il finanziamento dei maggiori oneri derivanti dai rinnovi contrattuali nazionali e per la quantificazione del fondo per le risorse decentrate del 2017, scelta questa che è propedeutica alla definizione del contratto collettivo decentrato integrativo dell’anno 2017 ed allo stesso avvio delle relative trattativa.
Inizia così l'articolo di Arturo Bianco dal titolo La spesa del personale ed il fondo del 2017.
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