Il nuovo Testo unico del pubblico impiego, l'articolato di norme attuative della riforma Madia, non è stato ancora calendarizzato da nessuna delle quattro commissioni di Camera e Senato alle quali è stato assegnato il 28 febbraio per ricevere altrettanti pareri, che non saranno però vincolanti per il Governo. Il nuovo iter parlamentare del testo dovrebbe partire dal 14 marzo.
Ma anche se non sono previste proposte emendative allo schema di decreto legislativo, che ridisegna la geografia del lavoro nelle Pa, a partire dalle disposizioni sui licenziamenti disciplinari alle misure per la stabilizzazione del precariato storico, i tempi sono abbastanza stretti, in quanto i pareri devono essere resi entro il 29 aprile, termine entro il quale dovranno essere acquisiti anche i pareri del Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e l'intesa con la Conferenza Stato-Regioni.
In particolare, le commissioni Affari costituzionali del Senato, e Lavoro, Bilancio e per la Semplificazione della Camera dovranno esprimersi nell'ambito delle materie di propria competenza. Ogni commissione potrà rilasciare osservazioni e condizioni al Testo unico, un corpus normativo di 24 articoli, che potranno essere adottate o meno dal Governo.
Il dlgs ha ottenuto l'approvazione in esame preliminare del Cdm il 23 febbraio, cui è seguita la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato che ha comportato alcuni ritocchi di natura finanziaria. Solo dopo il 'placet' della Rgs è stato trasmesso dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia alle Camere, al Consiglio di Stato e alle Conferenze Unificate e Stato-Regioni.
Nelle prossime settimane si attende anche l'invio degli atti di indirizzo da parte della stessa Madia all'Aran, l'Agenzia che rappresenta il governo, per iniziare le trattative sui rinnovi contrattuali per il triennio 2016-2018 nei quattro comparti del pubblico impiego: Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e Ricerca, Sanità. La Madia infatti, nei giorni scorsi, si è detta infatti 'pronta a firmare il nuovo contrattò. Un passaggio molto importante per i 3,2 milioni di dipendenti pubblici che attendono un aumento salariale dopo quasi 8 anni di blocco. Aumento che, in base all'accordo quadro firmato il 30 novembre tra il ministro Madia e Cgil Cisl Uil a palazzo Vidoni, sarà di 85 euro in media al mese, e andrà a beneficio soprattutto delle fasce di reddito medio-basse che più hanno sofferto la crisi, secondo quanto ha precisato più volte la ministra.
Per rinnovare i contratti serviranno complessivamente 5 miliardi di euro, quindi nella prossima legge di bilancio saranno messe altrettante risorse rispetto a quelle già stanziate, come ha ricordato anche nei giorni scorsi la titolare di Palazzo Vidoni.
Fonte: Il Mattino.
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