È ormai certo che nel nuovo decreto attuativo non ci sarà la maxi riforma del pubblico impiego. Palazzo Chigi e Funzione pubblica hanno deciso di rinunciare alla riscrittura completa del Testo unico sul lavoro statale alla quale per mesi hanno lavorato i tecnici di Palazzo Vidoni. Un provvedimento che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto sistemare tutte le regole che reggono il pubblico impiego, dalle assunzioni ai licenziamenti, dalla mobilità agli scatti di anzianità. La decisione sarebbe prettamente politica, in quanto con il cambio di Governo, ora guidato da Paolo Gentiloni, sarebbe venuta meno la spinta propulsiva data dal precedente esecutivo di Matteo Renzi. L'intenzione, dunque, è quella di approvare entro metà febbraio un decreto legislativo molto più contenuto rispetto alle attese e che ricalchi i soli punti contenuti all'interno dell'accordo sottoscritto da Governo e sindacati per il rinnovo del contratto. Il testo, dunque, si limiterà di fatto a sbloccare le parti relative alla contrattazione.
E' questo un passaggio dell'articolo dal titolo Riforma Pa, il Governo accelera sui contratti. Via le tre fasce della riforma Brunetta, più voce ai contratti nazionali pubblicato sul Messaggero di oggi.
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