La garanzia dell’invarianza di gettito nel 2015 per le risorse legate alla fiscalità locale, considerato lo slittamento della local tax al 2016; una soluzione finanziaria sostenibile per l’avvio delle Città metropolitane e delle nuove province; un quadro normativo e finanziario in grado di riconoscere meglio le specificità dei piccoli Comuni; la garanzia che venga eliminata la riserva del 10 per cento allo Stato dei proventi delle dismissioni immobiliari dei Comuni. Sono questi i nodi irrisolti nella trattativa con il governo sulla legge di Stabilità che il presidente dell’Anci, Piero Fassino, ha indicato nella sua relazione introduttiva al consiglio nazionale dell’Anci in corso di svolgimento a Roma presso l’auletta dei gruppi parlamentari.
Fassino ha riepilogato i punti positivi ottenuti nel lungo negoziato portato avanti con il governo: “la possibilità di utilizzare i proventi degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti; l’abolizione del vincolo di effettuare il taglio mediante la riduzione della spesa corrente comunale; la copertura graduale del fondo crediti di dubbia esigibilità da iscrivere annualmente in bilancio; l’allungamento fino a 30 anni dei tempi di ammortamento del fondo crediti di dubbia esigibilità; l’esclusione dal patto di Stabilità dei Comuni istituiti da fusioni per 5 anni ed il ripristino del patto verticale incentivato, che permetterà di disporre di altri spazi finanziari per spese di investimento”. A questi risultati importati “vanno aggiunti – ha proseguito Fassino – anche l’ampliamento del limite di indebitamento e la rinegoziazione dei mutui estesa anche a quelli rinegoziati, lo stanziamento di 125 milioni nel 2016 e poi di 100 milioni per altri 4 anni per l’accollo degli interessi di mutui stipulati nel 2015 ed, infine, la proroga dell’anticipazione di tesoreria a 5 dodicesimi”.
Dopo aver riepilogato i passaggi della trattativa portata avanti dall’Anci per attutire l’impatto una manovra finanziaria che “rimane comunque onerosa”, Fassino si è soffermato in dettaglio sui tre fronti che – ha garantito - vedranno “l’associazione ancora impegnata nel negoziato anche dopo l’approvazione della legge di Stabilità”.
Innanzitutto, la necessità di garantire ai Comuni le stesse entrate del 2014, vista la decisione del governo di far partire la local tax nel 2016, diversamente da quanto annunciato in un primo momento. Per “i Comuni è essenziale che ci sia una copertura dei 625 milioni previsti dal fondo compensativo per fronteggiare il minor gettito derivante dalla Tasi”, ha ribadito il presidente dell’Anci. Due le strade al momento percorribili: il ripristino tout court del fondo, oppure la strada suggerita dall’associazione di stornare dal gettito degli immobili di categoria D che resterà in capo allo Stato, la somma necessaria a ‘perequare’ i Comuni che non raggiungono invarianza di gettito. “In questo momento il governo sta valutando quale soluzione tecnica adottare, la cosa importante è che abbia riconosciuto la validità della nostra richiesta e si sia impegnato a farlo anche se probabilmente non accadrà con la legge di Stabilità”, ha spiegato Fassino.
Per quanto riguarda, invece, il taglio da 1 miliardo per l’avvio delle nuove province, il leader dei sindaci lo ha definito “oneroso’ e ha auspicato una soluzione finanziaria immediata. “Quasi il 75 per cento delle vecchie province sforerà i vincoli del patto di stabilità e, visto che non sono responsabili di tale situazione, – ha evidenziato Fassino - è necessario che vengano esentate dalle sanzioni”. Discorso analogo per le nascenti Città Metropolitane che “dovranno con risorse insufficienti, garantire funzioni ben più importanti di quelle delle vecchie province. Se non nella legge di Stabilità, una soluzione va trovata al più presto, perché il 1 gennaio è dietro l’angolo, ed anche sugli esuberi di personale delle vecchie province, il peso dell'avvio del nuovo sistema finirà per ricadere sulle spalle dei Comuni”, ha sottolineato il presidente Anci.
Infine, la questione dei piccoli Comuni. “Serve un quadro normativo e finanziario più snello”, ha affermato Fassino ricordando che la legge di Stabilità ha previsto degli incentivi solo per le fusioni di Comuni. “Come associazione stiamo lavorando ad un testo di legge con il ministero degli Affari regionali e cercheremo di ottenere in quell’ambito che l’intero tema dell’associazionismo comunale venga rivisto, estendendo gli incentivi fiscali anche alle unioni comunali”, ha concluso Fassino.
Fonte: Anci.
Nessun commento:
Posta un commento