Nella seduta del 23 gennaio 2014 è proseguita nella 1ª Commissione permanente del Senato della Repubblica, in sede referente, la discussione generale sul DDL Delrio “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (Atto Senato 1212), approvato dalla Camera dei deputati.
Si ricorda che il DDL, nel testo approvato dalla Camera dei Deputati riguardante i Segretari delle Unioni dei Comuni, ha provocato stupore e forte contrarietà dell'Unione Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali, che ha proclamato lo stato di agitazione sindacale.
Dal resoconto della seduta del 23 gennaio 2014 è possibile desumere l'intenzione della maggioranza e del Governo di apportare alcune modifiche al DDL rispetto al testo approvato dalla Camera dei Deputati, anche in materia di Unioni dei Comuni. Il termine per la presentazione degli emendamenti scade il 29 gennaio alle ore 13,00.
Di seguito si riportano gli interventi, tratti dal resoconto di seduta, che fanno giungere a tale conclusione:
Il senatore PAGLIARI (PD) rileva che la necessità di ridisegnare l'attuale sistema di governo delle autonomie locali è determinata dall'esigenza di aumentarne efficienza e competitività.
Il disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati non presenta, a suo avviso, profili di incostituzionalità, in quanto la Carta costituzionale non prescrive per gli organi rappresentativi degli enti locali il vincolo dell'elezione diretta. Inoltre, esso provvede a una nuova definizione del sistema di area vasta, con l'istituzione delle Città metropolitane, peraltro già prevista dal 1990, e l'introduzione di criteri di flessibilità, grazie ai quali è possibile che le Province con popolazione superiore a un milione di abitanti si aggreghino per una gestione integrata del territorio.
Tuttavia, al testo approvato dalla Camera sarebbe opportuno apportare alcune modifiche. Innanzitutto, tra gli organi della Città metropolitana, dovrebbe essere prevista anche la Giunta, che dovrebbe affiancare il sindaco nello svolgimento delle funzioni di amministrazione attiva. Inoltre, non dovrebbe essere rimessa alla determinazione delle Città metropolitane la scelta tra l'elezione diretta o indiretta dei consigli metropolitani e del sindaco.
Infine, rileva la necessità di definire i criteri per l'individuazione delle cosiddette zone omogenee, nonché l'opportunità di individuare con maggiore precisione, all'articolo 7, le competenze fondamentali delle Province e di apportare alcune modifiche alla disciplina delle unioni e fusioni di Comuni.
Interviene in replica il relatore PIZZETTI (PD), il quale ricorda, in primo luogo, che l'approvazione di un disegno di legge costituzionale richiederebbe un tempo molto ampio. Sottolinea che, in ogni caso, il testo approvato dalla Camera dei deputati può essere ulteriormente affinato con l'accoglimento di alcune delle indicazioni emerse nel dibattito. Tuttavia, ormai non appare più rinviabile una riforma destinata a semplificare l'architettura istituzionale e a rendere più efficiente e moderna l'amministrazione locale, soprattutto mediante forme di concertazione nella gestione dei servizi.
Il ministro DELRIO, intervenendo in replica, ricorda che il testo originario è stato modificato alla Camera anche con il contributo dei Gruppi parlamentari dell'opposizione. Osserva quindi che in esso non sono ravvisabili, a suo avviso, profili di illegittimità costituzionale, soprattutto considerando che non per tutti gli organi politici e di governo, previsti dalla Costituzione, è richiesta l'elezione diretta. Il provvedimento non sembra neanche contrastare la Carta europea delle autonomie, che non esclude la possibilità di prevedere enti di secondo livello, pur valorizzando il rapporto diretto dei Comuni con i cittadini.
L'istituzione delle Città metropolitane offre la possibilità di semplificare l'attuale sistema di competenze: esse eserciteranno funzioni amministrative e di coordinamento, mentre le Regioni avranno compiti di pianificazione territoriale, oltre al potere legislativo. Inoltre, la possibilità di istituire ulteriori Città metropolitane risponde alla necessità che gli enti di coordinamento di secondo livello siano organizzati con la più ampia flessibilità, al fine di interpretare correttamente le specifiche esigenze del territorio.
Precisa che le osservazioni della Corte dei conti sull'entità contenuta dei risparmi attesi riguardano il breve periodo: la soppressione di organi politici e degli uffici di supporto, nonché la riduzione di funzioni comporteranno, nel medio periodo, una sensibile riduzione dei costi di funzionamento generale, soprattutto se le nuove disposizioni saranno correttamente attuate in sede locale.
Infine, dopo aver ricordato l'introduzione di misure dirette a semplificare e incentivare le unioni di Comuni, con l'accorpamento della gestione dei servizi per i cittadini, che possono rendere più efficiente l'amministrazione pubblica, si dichiara disponibile ad accogliere ulteriori indicazioni per migliorare il testo approvato dalla Camera dei deputati.
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