Finisce con una decisione salomonica il caso Anac scoppiato il 13 aprile. Ma nella sostanza i poteri di Raffaele Cantone vengono dimezzati. Quel giorno il consiglio dei ministri – a sua insaputa verrebbe da dire visto che molti dicasteri si erano girati dall’altra parte – aveva cancellato il principale strumento di azione al capo dell’Autorità anticorruzione: la sospensione diretta di un appalto sospetto. Ira di Renzi, ministri in fuga dalla scelta, telefonata di Paolo Gentiloni da Washington a Cantone per promettere un rimedio a breve. La vicenda aveva rappresentato uno degli incidenti che da settimane sta mettendo alla prova il rapporto tra il Pd e il suo stesso presidente del Consiglio.
Inizia così l'articolo L’Anticorruzione. Armistizio con l’Anac, ma sugli appalti viziati Cantone perde poteri. A decidere sulle sanzioni sarà la magistratura pubblicato sul quotidiano Repubblica in data maggio.
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