Si rilancia l’idea di ancorare la retribuzione legata al risultato agli obiettivi individuali da scrivere nel contratto. I dirigenti che non avviano in tempo utile le azioni disciplinari oppure non garantiscono la «significativa differenziazione» nei giudizi e nei premi assegnati al personale delle loro strutture devono pagare pegno. Anche i nuovi correttivi al testo unico del pubblico impiego e alla riforma Brunetta del 2009 ritentano la carta della responsabilità dirigenziale per provare a far entrare davvero merito e selezione negli uffici pubblici.
Inizia così l'articolo pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore dal titolo Pubblico impiego. Sulla valutazione si riparte dai dirigenti. Figure direttive punibili se non avviano azioni disciplinari o non differenziano i giudizi.
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