Se davvero i decreti attuativi della legge Madia onoreranno l’impegno assunto con i sindacati per «promuovere il riequilibrio, a favore della contrattazione», tra le fonti di disciplina del lavoro pubblico, allora è certo che i temi della valutazione e produttività dei dipendenti torneranno ad occupare le agende dei tavoli Aran.
Per le nuove regole il contratto nazionale potrà derogare alle discipline di legge, salvo che queste non decidano di “autoproteggersi” dall’intervento dell’autonomia collettiva; inoltre la contrattazione del pubblico impiego (nazionale e integrativa) potrà svolgersi su tutte le materie del rapporto di lavoro, comprese quelle che hanno impatto sull’ organizzazione e sulle politiche finanziarie degli enti, come appunto valutazione e salario accessorio.
Inizia così l'intervento di A. Mainardi, Ordinario di Diritto del Lavoro Università di Bologna, pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore, dal titolo Pubblico impiego. Saldare il legame tra merito, competenze e produttività. Diventa centrale il ruolo dei contratti e la definizione chiara degli obiettivi da parte dei vertici.
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