Come Anci chiediamo un altro mese per chiarire cosa i Comuni devono fare per aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali”. Lo ha detto il sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci alla Finanza locale, Guido Castelli, intervenuto a Economia24, approfondimento economico e finanziario di RaiNews24. “Si tratta di una rottamazione fatta in maniera un po’ frettolosa – ha notato Castelli – giacché allo stato attuale il provvedimento non divide chi non paga per effettive difficoltà da chi invece ci marcia. Un mese sarebbe il tempo necessario per rivedere tanti aspetti trascurati”.
In studio si è poi si è parlato della manovra aggiuntiva richiesta dall’Europa con eventuali provvedimenti a carico degli enti locali. Per Castelli questo “sarebbe paradossale se non tragicomico. In cinque anni i Comuni hanno contribuito al risanamento della finanza pubblica per 13,5 miliardi mentre nello stesso periodo il debito delle amministrazioni centrali è cresciuto di 100 miliardi”. “La pubblica amministrazione territoriale, a volte additata come fonte di spesa – ha spiegato Castelli – è stata in realtà un pezzo fondamentale che ha contribuito a riallestire i conti dello Stato in maniera decente. Laddove lo Stato centrale ha aumentato di 100 miliardi la spesa, gli enti locali l’hanno diminuita di due miliardi”. Per Castelli quindi si è proceduto “ad una compressione eccessiva di una spesa ‘buona’ che i Comuni potrebbero mettere in campo per una manutenzione razionale delle città e per la loro sicurezza”.
Secondo il delegato Anci serve poi “rilanciare la crescita” ma per farlo occorre “mettere a punto una finanza locale meno improvvisata e scoordinata. Un esempio su tutti è quello del gettito Imu che per 4,5 miliardi va ad impinguare l’erario statale e non quello comunale. Anche sul personale – ha aggiunto– la diminuzione della spesa tocca il 15% a cui si aggiunge il limite di reclutamento fermo al 25%”.
Il sindaco di Ascoli ha anche parlato del sisma che ha colpito il Centro Italia esprimendo “preoccupazione per il fatto che queste calamità vanno ad aggiungersi ad uno scenario fatto da cinque anni di sofferenza per i bilanci comunali”. Per questo per prima cosa “bisognerà aver cura di ricostruire e mantenere vivo innanzitutto il tessuto produttivo delle zone colpite, ridando smalto ad una vera politica di investimenti. Le Marche ad esempio – ha osservato ancora il delegato Anci – è poi una regione che per il suo manifatturiero si distingue come capacità di generare reddito e Pil sia a livello nazionale che europeo. Occorre quindi articolare un processo che individui delle zone speciali per la fiscalità che favoriscano una tassazione agevolata per le attività che si localizzano in queste zone o che lì decidono di investire”. Anche un intervento di “forte intervento di sburocratizzazione va preso in considerazione” ha rimarcato e concluso Castelli “dato che ad oggi per una concessione edilizia occorrono 254 giorni, frutto della vertiginosa serie di codicilli”.
Fonte: ANCI.
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