L'Assemblea del Senato ha approvato definitivamente il DDL n. 1577-B, recante Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
Nella seduta di ieri il relatore ha riferito sulle principali integrazioni apportate alla Camera, ricordando in particolare l'accelerazione dei procedimenti relativi a insediamenti produttivi e opere pubbliche e la delega sul processo contabile. Dopo la discussione generale e le repliche, sono stati approvati, senza modifiche, i primi undici articoli.
Nella seduta di oggi sono stati approvati, senza modifiche, i restanti articoli. L'articolo 12, aggiunto dalla Camera dei deputati, detta disposizioni relative a incarichi direttivi presso l'Avvocatura dello Stato. All'articolo 13, che detta principi di delega per semplificare le attività degli enti pubblici di ricerca, sono stati accolti un ordine del giorno del sen. Bocchino (Misto) sulla definizione del ruolo di ricercatore e un ordine del giorno della sen. Fucksia (M5S) riguardante l'indipendenza della ricerca. L'articolo 14 riguarda la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche, mentre l'articolo 15, introdotto dalla Camera, riguarda il procedimento disciplinare del personale militare. Sugli articoli da 16 a 19, contenenti criteri per le deleghe in materia di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, partecipazioni societarie, servizi pubblici locali di interesse economico generale, M5S ha posto l'accento su una maggiore trasparenza dei criteri di nomina degli organi di amministrazione e controllo delle società a partecipazione pubblica. In tema di servizi locali, SEL e M5S hanno evidenziato la necessità di rispettare il referendum popolare contro la privatizzazione dell'acqua. Sull'articolo 20, introdotto dalla Camera, che concede una delega per il riordino e la ridefinizione della disciplina processuale del contenzioso davanti alla Corte dei conti, è stato accolto un ordine del giorno del sen. Crimi (M5S) riguardante la responsabilità contabile degli amministratori e dipendenti di società pubbliche. La Camera non ha modificato l'articolo 21, che delega il Governo ad abrogare o modificare disposizioni legislative che prevedono provvedimenti non legislativi di attuazione, e gli articoli 22 e 23, recanti la clausola di salvaguardia per le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano e la clausola di invarianza finanziaria.
Nelle dichiarazioni di voto finale hanno annunciato voto contrario i sen. Bruni (CR), Giovanni Mauro (GAL), Volpi (LN), Loredana De Petris (SEL), Crimi (M5S), Mazzoni (AL), Paola Pelino (FI-PdL). Hanno annunciato voto favorevole i sen. Federica Chiavaroli (AP) e Cociancich (PD), che ha auspicato una maggiore collaborazione tra pubblico e privato. Oltre a denunciare l'ampiezza e il numero delle deleghe concesse, le opposizioni hanno criticato, in particolare, i poteri sostitutivi del Presidente del Consiglio sugli insediamenti produttivi e le opere pubbliche; le modalità di conferimento degli incarichi dirigenziali che rafforzano la presa della politica sull'amministrazione; la riduzione della partecipazione ai processi decisionali e l'estensione del silenzio assenso alle soprintendenze per la tutela del paesaggio; la soppressione del segretario comunale, figura garante della legalità amministrativa; lo smembramento del Corpo forestale dello Stato, che indebolisce la tutela dell'ambiente e del territorio; la delega in bianco sulle società partecipate; l'intervento centralistico sui servizi pubblici locali e la minor tutela dell'interesse pubblico. Secondo FI il Governo spaccia per riforma una mera riorganizzazione amministrativa, che non fissa peraltro standard di efficienza, qualità e costo dei servizi.
Fonte: Senato.it
In argomento si veda anche il successivo post Al «dirigente apicale» dei Comuni serve una sezione ad hoc nel ruolo unico.
Nessun commento:
Posta un commento