A circa due anni dallo scoppio della pandemia, il nostro sistema si trova ad affrontare inedite sfide sia sul fronte dell’economia reale che della gestione dei conti pubblici. È necessario, quindi, proseguire non solo sulla strada che ha già consentito, anche grazie a una ritrovata credibilità internazionale, il recupero di una parte considerevole delle perdite di prodotto registrate nel 2020, ma anche delineare un percorso di graduale riconduzione delle dinamiche delle entrate e delle spese pubbliche all'interno di un quadro compatibile con la sostenibilità dell’elevato debito accumulato, “funzione e presupposto di uno sviluppo economico non soltanto più consistente, ma anche più durevole, equo ed inclusivo”.
In questo scenario, venute meno le spinte inerziali dovute al fisiologico “effetto rimbalzo”, bisognerà confermare il passo della ripresa economica fin qui conosciuto e guadagnare ritmi di crescita di lungo periodo stabilmente in linea con quelli registrati dai principali paesi europei prima della crisi.
Non si tratta “solo di rimuovere distorsioni che affondano le loro radici negli ultimi decenni (ed a cui sono riferibili molte delle riforme che il Governo ha programmato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ma di rendere possibile un salto di qualità nelle prestazioni e nelle capacità realizzative delle amministrazioni pubbliche, ciò all’unisono con un impegno collettivo che è richiesto all’intero Paese: dunque, certamente a famiglie ed imprese, ma, innanzitutto alle sue primarie istituzioni”.
È quanto si legge nell’incipit nel documento relativo alla “Programmazione dei controlli e delle analisi della Corte dei conti per l’anno 2022”, approvato dalle Sezioni Riunite in sede di controllo con Delibera n. 21/SSRRCO/INPR/21, che delinea i fronti di intervento verso cui la magistratura contabile sarà chiamata ad esercitare le sue funzioni per il 2022: controllo sulle misure adottate per il lavoro pubblico, fiscalità, digitalizzazione, transazione ecologica, effettiva operatività delle pubbliche amministrazioni centrali e territoriali, previdenza, occupazione, sanità e contrasto pandemico. Il tutto, nella cornice predominante del PNRR che comporterà per l’Istituto la messa in campo di risorse e sforzi aggiuntivi ai fini della tutela e del monitoraggio sulla finanza pubblica.
“In tale prospettiva - prosegue il documento - è più che mai necessario che le funzioni di controllo della Corte dei conti, oltre ad essere esercitate secondo canoni uniformi, sia a livello centrale che territoriale, assolvano all’impegnativo compito di rappresentare uno stimolo e un supporto per un sollecito passaggio dalla fase di definizione di quel complesso quadro di riforme ed investimenti infrastrutturali rappresentato dal PNRR, alla fase della loro concreta, efficiente e rapida realizzazione”.
La crescita del prodotto registrata nell’anno che si sta chiudendo, rimarcano le Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte, porta a ritenere che già nel primo trimestre del prossimo anno l’economia italiana dovrebbe tornare sui livelli di reddito pre-crisi. Si tratterà, immediatamente dopo, di recuperare la mancata crescita indotta dalla pandemia e di realizzare successivamente quell’accelerazione strutturale organicamente disegnata e programmata con la Nadef 2021 e il PNRR.
Qui il link alla Delibera n. 21/SSRRCO/INPR/21.
Fonte: Corte dei conti.
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