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domenica 14 giugno 2015

ANCI ed UPI sulla riforma della PA: dirigente apicale negli enti di maggiori dimensioni scelto anche fuori dal ruolo

Nel precedente post Anci in audizione sulla riforma PA: migliorare la normativa sul dirigente apicale, figura unica e legata al mandato amministrativo avevamo dato notizia dell'audizione dell'Associazione dei Comuni in Commissione Affari Costituzionali  della Camera sul DDL di riorganizzazione della PA.
Qui la parte relativa alla dirigenza pubblica

DIRIGENZA PUBBLICA
Rispetto alla riforma della dirigenza pubblica, le modifiche apportate al Senato hanno accolto la nostra richiesta principale relativa alla previsione di una figura apicale negli enti locali alla quale sia rimessa la responsabilità complessiva di garantire il raccordo tra la politica e l’amministrazione e l’attuazione dei principi costituzionali di legalità, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. L’attento lavoro effettuato al Senato ha inoltre attenuato le maggiori criticità del provvedimento, in particolare rispetto alle modalità organizzative e di gestione tecnica dei ruoli della dirigenza.
Condividiamo inoltre l’intento di non disperdere il patrimonio di competenze dei Segretari comunali, ma occorre evidenziare come nell’attuale testo permangano alcune aporie che è necessario risolvere nel prosieguo dell’iter parlamentare.
Superamento del dualismo del vertice amministrativo
In particolare occorre evidenziare come l’attuale formulazione delle deleghe implichi il permanere, nei Comuni di maggiori dimensioni demografiche, nelle Città metropolitane e nelle Province, e quindi negli enti di maggiore complessità organizzativa, di un dualismo nel vertice amministrativo, con la compresenza di un direttore generale e di un dirigente apicale. Riteniamo che tale dualismo debba essere superato, per attuare una vera riforma della figura apicale degli enti locali, evitando duplicazioni di costi e sovrapposizioni di competenze.
Inoltre è necessario garantire ai Comuni capoluogo di provincia e a quelli di maggiori dimensioni demografiche, alle Città metropolitane e alle Province la possibilità di individuare il vertice amministrativo in un più ampio bacino di competenze e professionalità, e quindi anche al di fuori del ruolo unico della dirigenza.
Con specifico riferimento alla strutturazione del ruolo unico della dirigenza locale, è opportuno prevedere un’articolazione per aree professionali, prevedendo, peraltro, rispetto ai dirigenti apicali, uno specifico regime della durata dell’incarico dirigenziale che deve essere raccordato con la durata del mandato elettivo.
Ruolo della Commissione per la dirigenza locale
La previsione, nell’ambito delle procedure di conferimento degli incarichi dirigenziali di vertice, di un meccanismo di preselezione di una rosa di candidati da sottoporre al soggetto nominante, ad opera della Commissione per la dirigenza, non è concretamente attuabile negli enti locali e, oltre ad introdurre un elemento di rigidità nel “mercato” della dirigenza pubblica, contrasta con le caratteristiche specifiche della nuova figura del dirigente apicale degli enti locali.
Formazione del personale e degli amministratori degli Enti locali
La legge delega contiene anche previsioni in merito al sistema della formazione della dirigenza pubblica. I Comuni, le Province e le Città metropolitane vogliono continuare ad investire sulla formazione dei propri amministratori, dirigenti e dipendenti. Deve pertanto essere previsto il coinvolgimento delle Associazioni rappresentative degli enti locali nell’ambito del nuovo sistema di formazione.

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