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sabato 7 marzo 2015

Verso l’abolizione dei Segretari Comunali. Una riflessione (G.B. Di Rollo)

In un momento così difficile le considerazioni svolte sui Segretari Comunali dal Procuratore Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti del Veneto Dott. Carmine Scarato, nella sua relazione in occasione della inaugurazione dell’Anno Giudiziario, costituiscono un fatto di grande rilievo, un riconoscimento importante e, spero, anche un aiuto concreto alla nostra causa. Affermare che l’abolizione dei segretari comunali “è lesiva dell’interesse della collettività”, rappresenta un richiamo rilevante al mondo politico, una sottolineatura che le Istituzioni nel loro complesso non possono ignorare.

Al Dott. Scarato deve andare il più sentito ringraziamento della nostra Categoria per le parole usate e per il coraggio istituzionale dimostrato. Egli ha saputo sottolineare con argomentazioni forti e condivisibilissime, le ragioni ed i motivi che giustificano la permanenza nella pubblica amministrazione della figura del Segretario Comunale, riconoscendone il ruolo e le funzioni svolte ogni giorno al servizio del sistema delle Autonomie Locali.
Penso che questi argomenti noi Segretari Comunali li dobbiamo fare nostri e sostenere ora e subito, privilegiandone il contenuto e la forza su ogni altro portato a nostro sostegno, senza ulteriori indugi. 
Va bene seguire il lavoro delle Commissioni Parlamentari, però ho la sensazione che non possiamo ulteriormente consumarci nel cercare di capire quale valenza abbia il parere della Commissione bilancio sugli emendamenti del Relatore e sul sub emendamento Saggese. 
Ma scusate, a nessuno viene il dubbio che possa in ogni caso arrivare il maxiemendamento in Aula, con annessa questione di fiducia, che cali come Pietra Tombale su tutte le nostre speranze, aspettative e fatiche, tante, indubbiamente profuse e, ho paura, alla fine inutili?
Temo che ormai sia passata, comunque, la scelta della abolizione del Segretario Comunale nonostante tutti gli attestati di stima, gli appelli, i manifesti, le prese di posizione di autorevolissimi rappresentanti delle nostre Istituzioni.
Vale la pena ancora aspettare in questo modo silenti e rassegnati, sperando di salvarci in qualche modo come dirigenti apicali nella riserva indiana ad esaurimento o direttori generali e basta?
Forse si possono ancora raccogliere i segnali che vengono, comunque, dalle Istituzioni e rilanciare la nostra battaglia di SEGRETARI COMUNALI, certamente toccati dalla riforma in corso ma non espunti dall’Ordinamento con un marchio di infamia, come se la “Burokrazia” lenta ed inefficiente si sanasse attraverso la catartica eliminazione del burocrate per eccellenza: il Segretario Comunale.
Questa ingiustizia storica non può essere sopportata. 
Penso che ad ormai otto mesi dalla manifestazione di Roma si debba dare ancora un volta un segnale forte di partecipazione e di passione. Ho visto proposte di un’Assemblea Nazionale di cui poi non si è più parlato, della quale, invece, penso si avverta un bisogno estremo. Certo dovrebbe essere quella l’ occasione di una proposta complessiva articolata ed unitaria, in grado di contrastare un disegno di legge che ha la sua più evidente debolezza in una sorta di devoluzione localistica delle funzioni fin ora svolte dal Segretario Comunale, con il loro affidamento lasciato alla parcellizzazione di tali funzioni secondo un’ottica autoregolamentatrice, che svilisce qualunque visione più ampia e nazionale di quelle stesse funzioni. 
I Segretari Comunali vanno concepiti così, come quei dirigenti al servizio delle Autonomie Locali che assicurano un tessuto connettivo istituzionale che è in grado di rappresentare, a livello nazionale, una “figura unificante per il mondo eterogeneo degli enti locali”.
Chissà cosa ne pensa il Presidente della Repubblica di tutto ciò. Ho avuto modo di vedere pubblicata, con giustificatissimo orgoglio, la fotografia dei Segretari Comunali ricevuti a suo tempo dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 
Credo che il Presidente Mattarella, ove gli si avanzasse una richiesta in tal senso, sarebbe sicuramente disposto a valutare la possibilità di ricevere una nostra delegazione per ascoltare i rappresentanti di una Categoria che ha servito lo Stato Unitario per centocinquanta anni e che ora, senza una compiuta, motivata e convincente scelta rischia di sparire dal nostro Ordinamento.
A tutti i colleghi dedico queste riflessioni.
                                              G. Battista Di Rollo

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